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Follia d’amore

Riportiamo qui un breve stralcio dell’intervento di Olivier Clément al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini del 1983.
Dio, totalmente libero, corre il rischio di crearci liberi, come Lui. Liberi per rispondere al suo amore.
“Quando Dio dà origine “fuori” da se stesso all’esistenza di un altro realmente altro, realmente diverso, la sua onnipotenza raggiunge il compimento con la crocifissione nel rispetto appassionato di una libertà.”

 

 

La creazione di esseri personali significa la creazione di libertà ad immagine della libertà di Dio. Sant’Ireneo di Lione scrive: “L’uomo è libero sin dall’inizio perché Dio è libertà e l’uomo è stato creato proprio a somiglianza di Dio”. Se Dio, Padre-Figlio-Spirito, è libertà dell’amore, in rapporto a noi può essere solo amore della nostra libertà. La creazione di un essere personale – cioè libero – rappresenta il capolavoro, il vertice della potenza divina, ma nello stesso tempo comporta come una limitazione volontaria di questa potenza per donare all’essere creato lo spazio della sua libertà.
Quando Dio dà origine “fuori” da se stesso all’esistenza di un altro realmente altro, realmente diverso, la sua onnipotenza raggiunge il compimento con la crocifissione nel rispetto appassionato di una libertà. La libera creazione di libertà implica il rischio della Croce, Dio diventa vulnerabile per la sua creatura, “l’Agnello è immacolato sin dal principio del mondo”; Paul Evdokinov lo riassumeva in queste due formule: “Dio può tutto, salvo costringere l’uomo ad amarlo”. “Qualsiasi grande amore è necessariamente crocifisso”.
Dio è talmente libero da poter trascendere la sua propria trascendenza, supera l’abisso tra sé e il mondo, per entrare realmente in rapporto con l’uomo, per impegnarsi con uomini e angeli in un autentico dramma d’amore.
I più grandi spiritualisti hanno chiamato questa libertà di Dio “follia d’amore”.

 

Una libertà simile definisce una totale innocenza: Dio è innocente di tutto il male del mondo, egli si pone di fronte al male come il Cristo dagli occhi ben dati che riceve schiaffi in silenzio. Dio è come impotente quando l’opacità dell’uomo rende il mondo opaco alla luce divina e permette alle forze del caos di scatenarsi. Dio non vuole né il male né la soppressione autoritaria del male – il sogno degli ideologi – in quanto una tale soppressione sopprimerebbe anche la nostra tragica e necessaria libertà, ci renderebbe degli schiavi affascinati. Il male, Dio lo soffre con noi, affinché il “sì” di una donna gli permetta di riprendere dall’interno la sua creazione, per riaprire agli uomini le strade di una libertà liberata – tutta la storia dell’Antico Testamento, le sue elezioni, le sue benedizioni, le sue proposte e i suoi indietreggiamenti costituiscono una sorta di apprendistato di questo “sì”, di questo fiat – “sia fatto secondo la sua paro la”, di questa adesione di Maria con tutta la sua anima e con tutto il suo corpo, adesione attesa, sperata da Dio fin dall’inizio del mondo, “Ecco, sono davanti alla porta e busso …” Maria ha aperto al divino mendicante d’amore – in se stessa si svolge la tragedia della libertà umana, in Maria la libertà dell’uomo incontra la libertà di Dio – affinché entrambi trovino compimento nell’Incarnazione, la Croce, la Resurrezione.

 

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