N.06
Novembre/Dicembre 1993

La dimensione “regionale” della pastorale vocazionale unitaria.

L’esperienza della Lombardia

 

1. Il CRV-Lombardia è un organismo di collegamento tra i Centri vocazioni (CDV) delle 10 Diocesi Lombarde e il Centro Nazionale Vocazioni (CNV) e tra i diversi centri di pastorale vocazionale presenti in regione (CEI, Vocazione nella Chiesa italiana, n. 53).

Attualmente è presieduto da S.E. Mons. V.M. Olmi ed opera secondo le disposizioni date per statuto dalla Conferenza Episcopale Lombarda, contribuendo, attraverso la presenza del Responsabile regionale nel Consiglio del CNV, a creare i programmi nazionali di pastorale vocazionale.

Concretamente si preoccupa: di guidare e stimolare in Lombardia il cammino programmato a livello nazionale; di curare alcuni momenti di riflessione e di lettura della situazione regionale, al fine di sostenere il cammino unitario di pastorale vocazionale nelle diocesi lombarde; di organizzare periodicamente alcuni convegni di studio, favorendo la conoscenza e lo scambio di esperienze vocazionali tra gli operatori pastorali.

 

2. È importante che si specifichi che quando si parla qui di vocazioni, di centri vocazionali a livello nazionale, regionale e diocesano, si intende far riferimento principalmente – anche se non in maniera esclusiva – alle cosiddette vocazioni di speciale consacrazione, cioè le vocazioni al sacerdozio ordinato e alla vita consacrata (religiosi, religiose, missionari e missionarie “ad gentes” e alla consacrazione secolare).

Potrebbe pertanto essere utile riflettere sulla possibilità di eventuali e più espliciti raccordi tra questi centri vocazionali, direttamente attenti alle vocazioni di speciale consacrazione e gli uffici pastorali interessati a sostenere altre figure vocazionali e la vocazionalità cristiana in quanto tale. Si pensi ad esempio all’Ufficio di pastorale giovanile che si va costituendo ormai in tutte le diocesi italiane o anche all’Ufficio pastorale per la famiglia. Del resto, a livello nazionale, un interessante lavoro di raccordo di questo genere sta avvenendo tra il CNV e l’Ufficio di coordinamento CEI per la Pastorale giovanile.

Un’eventuale unità di prospettive e di intenti vocazionali in questo senso dovrà essere evidenziata anzitutto a livello di riflessione teologico-pastorale.

 

3. Attualmente i Consiglieri del CRV-Lombardia sono 27: oltre al Presidente e al Direttore, sono presenti 10 Direttori del CDV, 3 rappresentanti degli istituti religiosi maschili, 3 degli istituti religiosi femminili, 1 degli istituti missionari maschili, 1 degli istituti missionari femminili, 3 degli istituti secolari maschili e femminili, 1 diacono, 1 rappresentante del Serra Club e 2 coniugi.

Nell’arco dell’anno pastorale vengono programmati circa 5 incontri, ritrovandosi di volta in volta in diocesi diverse, con la preoccupazione di riuscire a leggere la situazione vocazionale della Chiesa locale interessata. Tra il ‘90 e il ‘92 si è cercato di raggiungere tutte le diocesi lombarde, invitando all’incontro il vescovo della diocesi e il suo CDV. La prima parte dell’incontro era normalmente caratterizzato dall’intervento del vescovo che descriveva alcune sue preoccupazioni pastorali e intenzioni vocazionali, mentre nella seconda parte avveniva quasi sempre uno scambio tra i membri del CRV e quelli del CDV.

Ultimamente gli incontri del CRV avvengono in alcune comunità di religiosi, religiose o comunità monastiche. L’incontro diventa un’occasione per una preghiera per le vocazioni più ampia e distesa.

 

4. Si è accennato sopra ad un duplice impegno svolto dal CRV: da una parte di coordinamento del lavoro svolto dai diversi centri vocazionali presenti in regione e dall’altra di stimolazione vocazionale, o come afferma il S. Padre nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale di Preghiera e per le Vocazioni: di diffusione di una cultura vocazionale.

L’aspetto della riflessione è stato ed è quello più interessante del lavoro del CRV-Lombardia e la modalità che meglio sembra alla fine concretizzarla è la proposta periodica di un convegno di studio.

Nella prima parte degli anni ‘80 i convegni vocazionali organizzati dal CRV erano più attenti alle “diverse età vocazionali” e alle dinamiche pastorali ad esse inerenti. Si potrebbero ricordare i convegni sulla preadolescenza, sulla adolescenza e sulla giovinezza in rapporto alla tematica vocazionale, svolti tra 1’80 e l’85 presso il “Centro Paolo VI” di Brescia.

Negli ultimi 5-6 anni l’attenzione si è spostata sul tema della responsabilità vocazionale degli educatori presenti nelle comunità cristiane: del 1988 è il convegno Vocazione in famiglia (Brescia) e del 1990 Il catechista animatore di vocazione (Milano).

Senza fretta, e con la preoccupazione di creare una sensibilità vocazionale a partire dalle realtà locali, nell’arco di circa due anni si è venuto poi a concretizzare l’idea di un convegno – celebrato poi nel febbraio di quest’anno – dal titolo: Giovani preti e promozione delle vocazioni (Bussolengo di Verona, 15-16 febbraio 1993). Il card. C.M. Martini era stato invitato all’inizio del 1992 a svolgere un intervento su Giovani preti e pastorale vocazionale. Il CRV, a partire da questa riflessione, ha poi cercato di dare corpo ad un convegno che ha visto la presenza di più di 200 giovani preti.

Il convegno era impostato su due relazioni principali: S.E. Mons. D. Lanfranconi, vescovo di Savona, è intervenuto sul tema Spiritualità del prete e dinamica della proposta vocazionale; Don F.G. Brambilla, del Seminario di Milano, su La cura delle vocazioni nel cammino della iniziazione cristiana e della pastorale giovanile. Interessanti sono stati pure alcuni gruppi di studio (l’editrice Ancora sta curando l’edizione degli atti del convegno entro la fine del 1993).

La partecipazione è stata particolarmente sentita da alcune diocesi, meno da altre. Forse su questo punto potrebbe essere utile qualche riflessione in ordine ad evidenziare alcuni criteri che definiscano, da parte della stessa Conferenza Episcopale Lombarda, i termini oggettivi e il valore di una partecipazione a convegni di questo genere che, in quanto organizzati da un Centro regionale, non possono che proporsi come un servizio pastorale per tutte le diocesi della Lombardia.

 

5. In ordine al futuro il CRV sta pensando di affrontare con pretesa di serietà e competenza il tema della vita consacrata in rapporto alle dinamiche vocazionali, prendendo spunto dalle indicazioni del prossimo Sinodo dei vescovi (autunno del 1994), su La vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel Mondo.

A questo riguardo si è già avuto modo di inviare recentemente una lettera a tutti i vescovi della CEL, ai Vicari Episcopali o Delegati vescovili per la Vita Consacrata delle diocesi lombarde, al Presidente regionale della CISM e alla Presidente dell’USMI e del Coordinamento regionale degli Istituti Secolari (GIS), al fine di avere indicazioni utili in vista di un possibile cammino unitario sul tema: Vita consacrata e pastorale vocazionale.

Significativo è stato l’incontro del CRV-Lombardia con padre S. Pinato, rappresentante dei religiosi al CNV, sul tema: La preparazione al prossimo Sinodo dei vescovi negli istituti di vita consacrata.

Nell’incontro del 21 settembre 1993 si è poi giunti ad una definizione programmatica di questo genere: organizzare in collaborazione con l’USMI regionale un convegno che coinvolga le giovani suore (novizie e juniores) degli Istituti religiosi femminili e degli Istituti Secolari presenti in Lombardia, nei primi mesi del 1994; e incontrare entro un anno circa (nel settembre 1994?) i superiori e le superiore degli istituti religiosi e di vita consacrata della Lombardia, magari in una “due giorni” di seria considerazione e sensibilizzazione sul tema vocazionale.