N.05
Settembre/Ottobre 1993

L’attenzione vocazionale della scuola cattolica per fanciulli e ragazzi

Itinerari vocazionali per fanciulli e ragazzi nella scuola cattolica: contenuti e metodi concreti. Itinerari e proposte di coinvolgimento dei genitori dei ragazzi perché insieme vivano un progetto educativo-vocazionale.

 

La scuola cattolica 

La scuola cattolica, quale luogo di evangelizzazione e di autentico apostolato, vuole contribuire allo sviluppo integrale della persona nel suo divenire e a quello della cultura nelle sue varie espressioni a servizio del territorio e della comunità ecclesiale. Mentre gradualmente introduce gli alunni nel mondo del sapere, aiutandoli a cogliere, ad apprezzare e ad assimilare i valori del patrimonio culturale dell’umanità, la scuola cattolica li guida progressivamente a costruirsi una personalità capace di scelte liberanti, responsabili, orientate alle verità eterne. La scuola cattolica si rivolge inoltre ai genitori per una evangelizzazione dell’intera famiglia; ai docenti religiosi e laici perché, oltre a un’adeguata preparazione professionale, si formino a una visione cristiana dell’uomo, della storia, della cultura e sappiano trasmetterla agli alunni; agli ex-alunni, al fine di promuovere la loro maturazione umano-cristiana, per aiutarli a scoprire la propria vocazione e a rispondervi generosamente. Come comunità, la scuola cattolica offre un’esperienza di vita strutturata secondo rapporti costruttivi, basati sul dialogo interpersonale, la collaborazione e il servizio.

La comunità educante è chiamata a esprimere visibilmente nella scuola la vita della Chiesa che prega, lavora e ama e a offrire un ambiente illuminato dalla luce della fede, permeato dello spirito evangelico di carità e libertà. I genitori, come primi responsabili dell’educazione dei loro figli, rifiutando ogni tentazione di delega educativa, sono a pieno titolo membri della comunità educante. Ad essi la scuola cattolica chiede la collaborazione in un dialogo aperto e costruttivo con le altre realtà educative ed ecclesiali e l’assunzione del proprio ruolo partecipativo in forma responsabile e attiva. Il docente cristiano è un “chiamato da Dio” con la vita, la professionalità, con tutto il suo essere; quale educatore in virtù del Battesimo. Egli è l’uomo maturo, quel tipo di persona stabile e fiduciosa con cui gli allievi amano identificarsi: capace di educare se stesso e gli altri. Detta scuola ha bisogno di testimoni oggi più di ieri. L’adulto-docente, per educare al servizio, deve vivere questo stato e farlo vivere al giovane all’interno dell’esperienza comune di scuola perché sia reso capace di veicolare il Vangelo con la sua testimonianza di vita. Il docenteeducatore che ha la “parola” come strumento essenziale, deve pronunciare “solide parole vere”: parole che abbiano nella fedeltà alla vita il fondamento della loro verità.

Genitori e docenti collaborano alla formazione del giovane che è soggetto dell’educazione, alla costruzione della sua persona irrepetibile, tale che viva la dimensione soprannaturale e sappia rispondere alla chiamata del Signore per la realizzazione del progetto divino su di lui. In una società caratterizzata dallo sviluppo scientifico e tecnologico, che potrebbe sfociare nella spersonalizzazione e nella massificazione, la comunità educante di scuola cattolica vuole formare personalità forti, capaci di autocontrollo e di scelte libere, coerenti al proprio Battesimo, educate ad “essere di più” invece che a “contare e ad avere di più”, pronte ad opporsi alle influenze negative del relativismo debilitante.

 

 

Itinerari e proposte 

La comunità educante che vive con gratitudine il dono della vocazione, prende anche coscienza di dover “chiamare” altri a divenire discepoli del Signore.

I nostri alunni vogliono vedere in noi persone pienamente realizzate che vivono nella gioia la propria donazione al Signore, esigono una comunità dove si sperimenti il valore della preghiera, dove si viva uno stile di vita semplice, nella comunione e nella condivisione fraterna. L’esempio di persone che vivono nell’amore e di comunità apostoliche, è sempre stato un fattore, se non risolutivo, almeno determinante, nella storia di una vocazione. Pregare, annunciare, testimoniare, chiamare, sono elementi essenziali che ci guidano nella pastorale scolastica.

 

 

Scuola elementare 

Per i fanciulli della scuola elementare, gli obiettivi mirano alla formazione della capacità di proporsi nell’ambiente come portatori di valori morali, quali la sincerità, la lealtà, la serenità, la pace; della capacità di rapporti interpersonali basati sul reciproco rispetto, nella accettazione anche della diversità; della capacità di cogliere in sé e nell’altro e in tutto il creato, la presenza amorosa di Cristo, fratello e amico, per incarnare i suoi atteggiamenti e vivere nell’amore e nella pace. I contenuti da acquisire sono: Dio è nostro Padre; Egli ci ama. Non siamo soli, Egli è con noi: è un Padre buono. Dio Padre ci ama e ci vuole salvare: Egli ci dona Gesù. Gesù ci rivela il volto del Padre: un volto d’amore. Gesù ci mostra la misericordia del Padre: Egli perdona sempre. Gesù si fa dono per noi: l’Eucaristia.

Per poter incidere nel tessuto del ragazzo, va adottata una catechesi esperienziale di atteggiamenti e di fedeltà a Dio, nella volontà di scoprire, leggere, incarnarsi, fare comunione, celebrare, sentiti nei significati che seguono.

Scoprire: aiutare i ragazzi a rendersi conto della realtà, dei vari problemi, del perché succedono alcuni fatti; scoprire insieme, scoprire toccando con mano.

Leggere: aiutare i ragazzi a cogliere la provocazione, la chiamata che Dio ci propone attraverso gli avvenimenti.

Incarnarsi: darsi da fare per cambiare la realtà senza stare a guardare. “Inserirsi dentro” in modo da trasformare e portare gioia, aiuto, perdono.

Fare comunione: solidarizzare e vivere insieme nel gruppo, nella scuola, nella parrocchia. Costruire qui il Regno di Dio, nell’amicizia, nell’accoglienza e nel dono reciproco.

Celebrare: rendersi conto della bellezza della vita che si ha tra le mani e nello stesso tempo chiedere perdono della nostra povertà e miseria. Celebrare, pregare sulla vita, esprimere la lode e il ringraziamento a Dio per i doni di cui ci ha ricolmati.

Quali i mezzi? Utilizzare momenti d’incontro oltre l’orario scolastico. Usare schede di approfondimento sui contenuti proposti. Vivere momenti di riflessione e di preghiera personale e di gruppo, invitando nell’ultima parte anche i genitori per una riflessione comune. E ancora servirsi di canti, giochi, recite, momenti ricreativi, campi scuola estivi che siano la sintesi del lavoro svolto durante l’anno.

 

 

Scuola media

Per i ragazzi di scuola media gli obiettivi da proporre sono: aiutare i ragazzi a prendere coscienza delle proprie attitudini; favorire l’acquisizione di sane abitudini che promuovano scelte future idonee alle proprie qualità e capacità; aiutarli a percepire la ricchezza della civiltà dell’amore propria del cristianesimo; abituare gli alunni ad accostarsi obiettivamente, con volontà libera e intelligente, al messaggio evangelico.

Si offriranno determinati contenuti biblici come: Abramo e la fede; Noè e l’alleanza; Samuele e l’ascolto di Dio; Giovanni, una fedeltà pagata con la vita; “Venite dietro a me”: la vocazione di Simone e Andrea; “Li chiamò”: la vocazione di Giacomo e Giovanni; “Seguimi”: la vocazione di Levi; “Chiamò a sé quelli che volle”: Dio chiama sempre; Maria la vergine in ascolto: un sì a Dio.

In terza media si proporranno tematiche come: la ricchezza di un’età; valore vocazionale dell’adolescenza; verso una scelta di vita; la Chiesa: un cammino insieme; la Chiesa: un corpo con molte membra.

 

 

Scuola superiore

Per ragazzi di scuola superiore, gli obiettivi principali cui mirare sono: far prendere coscienza al giovane della propria entità personale e delle proprie attitudini, per essere in grado di operare scelte consapevoli; far acquisire la capacità di valutare e verificare le proprie scelte, nella consapevolezza che il progetto di vita di ciascuno è inserito nel piano di salvezza predisposto da Dio per gli uomini, in Cristo Gesù, centro della storia e redentore dell’uomo; aiutare i giovani a rispondere a Dio che chiama, superando indugi e difficoltà e favorendo un clima di preghiera e di ascolto.

I contenuti da offrire si possono sintetizzare in: chiamati alla vita, al dialogo, all’ascolto, all’amore, al servizio, al dono di sé; la preghiera: comunicazione con Dio, lode e ringraziamento, ascolto, lectio divina. Si dovranno creare: spazi di riflessione e di preghiera personale e comunitaria; tempi di lettura e commento della Sacra Scrittura dell’Antico e del Nuovo Testamento; schede di approfondimento in cui si mettono in evidenza: contenuti, Parola di Dio, revisione della propria vita, segni e gesti per l’attualizzazione di ogni argomento; giornate di ritiro spirituale nei tempi forti dell’anno liturgico e campi scuola estivi che ripropongano i temi trattati durante l’anno; giornata dei modelli: presentare santi e grandi benefattori dell’umanità.

Per i genitori, è necessario: promuovere la formazione permanente ai valori umani e cristiani; favorire il senso di appartenenza a una comunità cristiana e scolastica che celebra la propria fede attraverso incontri su temi pedagogici, religiosi e culturali; che vive momenti di gioia nella celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana dei propri figli.

Si è voluto, in forma sintetica, presentare alcuni suggerimenti dovuti a una esperienza pluriennale nella scuola cattolica con fanciulli e ragazzi per l’avvio a scelte libere e responsabili. È stato seminato il seme della Parola: Parola che crea, che chiama, che dà vita. Gesù, che è “penetrato in modo unico e irrepetibile nel mistero dell’uomo”, sveli ai giovani il fascino dell’amore e del dono di sé all’Amore.