Una cultura vocazionale per una piena maturazione della persona e della comunità
Disaffezione e resistenza contro le ipotesi e le proposte vocazionali presso l’opinione comune e dei giovani hanno come larga causa l’impressione e l’accusa che negano o almeno mortificano e limitano troppo la realizzazione di sé, la libertà di vita, di scelta, di piena attuazione delle capacità personali e relazionali. A livello banale, ma anche valore legittimo.
Quale ragione?
La realizzazione piena di sé, profonda, larga e libera, conoscitiva, affettiva e operativa, intima e relazionale, sociale e storica, trascendente, è ormai valore irrinunciabile della cultura moderna giovanile. Oggi solo ignoranza e pregiudizio impediscono di vedere nella proposta della vocazione la legittimità di piena realizzazione della persona. Ma vi furono tempi di conflitto ascetico e formativo tra vocazione, realizzazione e affermazione di sé, protagonismo dei giovani. Non furono solo intemperanze di linguaggio o casi isolati, ma frutto di precise mentalità in ritardo, giustificazioni dottrinali presuntuose, definizioni normative affrettate.
Vocazione e missione erano definite spesso svuotamento, sacrificio, olocausto, annullamento. Docilità, ubbidienza, isolamento, mortificazione erano le grandi virtù. I voti erano elenchi di rinunzie a valori umani leciti altrove, luoghi del peccato, sempre molto pericolosi. Erano tagli alla radice.
Verso tempi nuovi
Oggi vocazione e consacrazione sono chiamate e risposte a definire nella grazia forme speciali di piena realizzazione dei talenti personali, in primo luogo la libertà e il protagonismo bene intesi. Prevale l’idea di un investimento libero e motivato che restituisce nella forma consacrata i doni ricevuti dal Signore, a Lui, alla Chiesa, ai fratelli. Però bisogna aggiunga ancora la larga difficoltà di passare dai bei principi ideali alle attuazioni metodologiche quotidiane. I giovani incontrano queste, non quelli.
La vocazione è anche via di realizzazione di sé. La piena realizzazione di sé, umana e cristiana, passa per la via della vocazione. Il Signore, chiamando, non guarda solo gli stati di crisi e di bisogno della Chiesa e del Mondo, delle Congregazioni. La Proposta vocazionale cristiana attua il diritto dei giovani a condizioni di pienezza di vita mediante l’educazione a scelte e decisioni di risposta piena alle loro qualità di natura, cultura e grazia.
Maturazione e orientamento vocazionale sono un diritto assoluto dei giovani per essere uomini e persone, per la qualità e la dignità della vita. “La persona è pienamente realizzata quando scopre e vive la propria vocazione umana e cristiana” (P.P.V. 11).
La Vocazione è anche fenomeno umano
I chiamati e consacrati sono e restano persone umane complete e concrete che Dio incontra, chiama e consacra, nel loro umanissimo vivere e crescere, cercare e invocare. Essi ascoltano, rispondono, entrano nelle prospettive di Cristo e si consacrano valorizzando, in dialogo fedele, la loro naturale struttura e dinamica, le loro identità e perfino le caratteristiche personali.
Dio creatore dell’uomo parla attivamente dentro di lui, lo invita a nuova intimità, a nuovi doni di grazia, dopo averlo dotato di larga vitalità, di tensioni e disposizioni di libertà, di talenti e doni personali. Nella fonte biblica si osserva che ogni vocazione e missione degli Uomini e delle Donne di Dio si lega radicalmente all’essere e al divenire antropologico ben definito d’un soggetto umano, d’una personalità e di una storia umana: Abramo, Mosè, Davide, Geremia, Maria, Apostoli, Discepoli e Discepole, Cristiani, Santi e Fondatori… Perfino l’umanità elegante di Gesù è componente realizzatissima della sua vocazione-missione. Anche in Croce.
In ogni proposta di Vocazione e Consacrazione un soggetto umano dotato di personalità, vita e storia, in un contesto esistenziale di società e cultura, è chiamato, ascolta e risponde. È formato e si forma. Mandato, investe nella missione apostolica la sua totalità antropologica, intima e relazionale, culturale, pur elevandola, trascendendola, concentrandola nell’essenziale.
Valori e criteri
Il chiamato è una Persona umana vera e completa, totale, che si consacra, un uomo o una donna, una vita che si consacra. Devono trarne le conseguenze i pastori. Le forze vitali non assunte e realizzate, ma ignorate, condannate, o solo controllate, resterebbero presenti ed estranee, creando zone di vulnerabilità, pesantezza, insidia. Valida è solo l’integrazione piena nella novità di consacrazione, di voto, di vita comune, di azione apostolica, di santificazione, di comunione. In un’originale realizzazione piena, profonda, essenziale di ciò che è assoluto in ogni tratto di vitalità umana.
La consacrazione vocazionale è anche la consacrazione di un corpo e di una vita corporea. Il consacrato sarà un corpo consacrato. Egli si consacra con e consacra una vitalità corporea, dotata di energie e leggi di divenire e di esprimersi corporeo, sessuale, unificate nella totalità della persona. La Vocazione sarà un valore incarnato. La Personalità fisica e corporea incarna in sé tutta la nuova realtà vocazionale e a modo nuovo vi si integra funzionale e funzionante, strumentale, espressiva, comunicativa, operativa.
La consacrazione assume, vive e consacra l’organismo psichico, il suo “vissuto” cerebrale e psichico: mentale, emozionale, affettivo, comportamentale, relazionale. La vicenda vocazionale consacrata nasce e vive dentro una personalità e una condotta psicologica fatta di percezioni, reattività, bisogni, pulsioni, desideri, gratificazioni e frustrazioni, condotte, meccanismi, automatismi, tendenze, abitudini. Con livelli di coscienza che vanno dall’inconscio alla coscienza lucida. Con fini, valori, obiettivi, criteri nuovi.
La vitalità spirituale personale superiore è il luogo dove ineriscono la vita e la vocazione soprannaturale. Offre al consacrato le basi dinamiche e vive del conoscere e pensare, interpretare, valutare, eleggere valori e motivi, ideali, progetti esprimere maturità d’amore privilegiato e preferenziale, proiezioni personali e sociali, senso del dovere, volontà… Nella Vitalità e nella Vita spirituale si innestano i contenuti di Fede e di Consacrazione.
Conseguenze di metodo
La controsfida della proposta vocazionale cristiana sta nella sua possibilità di offrirsi come via alla pienezza della persona umana, via di perfezione della persona. Solo ignoranza interna e pregiudizio esterno possono pensare diversamente della chiamata e della risposta, della consacrazione, della missione, perciò della nascita e formazione vocazionale.
Sarà necessario per ogni tema vocazionale e formativo premettere e integrare in buona sintesi la corrispondente base e dimensione antropologica. E partire coltivando gli equivalenti umani dei costrutti di vocazione, sequela, consacrazione, verginità, povertà, ubbidienza, comunità, impegno e missione, azione apostolica particolare, carisma, crisi, tradizione, autorità…
La maturità della persona umana è premessa decisiva per la nascita e la crescita della Vocazione e per la sua Formazione.
La maturità è la condizione degli organismi e delle funzioni che hanno sviluppato il loro potenziale vitale e operativo in maniera adeguata.
La vicenda vocazionale mette alla prova, presuppone o richiede la cura di un ricco processo di maturazione personale umana delle disposizioni e degli atteggiamenti che fondano la capacità di un impegno elevato ed esigente.
Processo di maturazione che è contemporaneamente mentale: capacità di comprendere, paragonare e valutare valori, motivi, criteri, impegni (si raggiunge dopo l’adolescenza); affettiva e emotiva: sviluppo di una viva affettività e del suo buon incanalamento e controllo, di una gestione vincente dei conflitti, tollerante delle difficoltà; sociale: capacità di intimità profonda e libera, di riservatezza, di compassione, di solidarietà, di impegno attivo solutivo; realismo: nelle situazioni complesse e difficili; senso dell’umorismo: giusto distacco affettivo. Inoltre profondità, altezza, totalità delle percezioni e interpretazioni. Disponibilità alla esperienza intima, fedele. Visione “religiosa” della vita in generale e personale, della natura, della storia umana. Disposizione alla totalità, alla pienezza, alla radicalità, all’amore. Facile apertura alla “novità di Cristo e dello Spirito”.
Nella vicenda vocazionale viene potenziato in primo luogo la pienezza del fattore centrale umano: l’io personale, soggetto non solo destinatario, ma protagonista dialogante di ogni suo momento di definizione, scelta e cammino.
Solo un cammino vocazionale e missionario “svela pienamente l’uomo all’uomo” (Redemptor hominis, 8) perché lo immette nella attuazione piena del suo potenziale infinito, divino, di amore, lo guida alla forma più alta dell’esistenza: il dono totalmente gratuito di sé (Ivi, 10).
Investe il soggetto umano nella sua totalità biologica, psicologica personale e sociale, spirituale razionale, affettiva, trascendente.
La risposta alla proposta vocazionale percorre processi di crescita e maturazione, unificazione, organizzazione e riorganizzazione della persona totale in forza delle leggi di buona forma vitale, dove i Valori vocazionali reinventano nuclei di Amore privilegiato che ascolta la proposta e definisce la vita. Il Progetto viene generato e maturato mediante la assunzione nella persona di fattori vocazionali totalizzanti, unificanti, realizzanti…, anche se ardui e spesso difficili e conflittuali.
Vie di pienezza culturale
Quale proposta vocazionale cristiana è via di risposta piena a prospettive di varia cultura giovanile? Diversi autori, partendo da diverse basi di cultura, danno un largo quadro di interpretazioni e accentuazioni.
La proposta vocazionale cristiana ricerca e scopre la pienezza di significato, senso, valore, motivo per la vita, la condotta, la convivenza, le scelte e gli impegni (Frankl, Milanesi, Fizzotti).
Ricerca e definisce alti modelli e programmi di identità personale, di appartenenza e partecipazione per la vita (Carrier, Scarvaglieri).
È esperienza sublime di amore (linea agostiniana e francescana classica, Focolari). Esperienza d’un innamoramento unico, totale, definitivo, oblativo e unitivo. Esperienza di incontro, intimità, confidenza. L’apertura di vie di coinvolgimento, di imitazione, di identificazione, di servizio.
Ricerca e definisce un critico e valido Progetto di Vita personale, selezionato paragonando e giudicando le scelte, superando la frammentarietà, la improvvisazione, i calcoli dell’utile (De Lorimier, Sovernigo).
Guida la risonanza vincente all’ascolto sensibile e solidale delle “voci” di chiamata e missione da parte di Dio, della Chiesa, dei Fratelli, del Mondo, soprattutto delle “voci” che chiedono solidarietà e interventi per risolvere gravi bisogni, per attuare possibilità sprecate, per lenire sofferenze… (S. Vincenzo, Teresa di C., Don Bosco, Volontariato, Missioni…).
È “consistenza sintonica” tra i Bisogni personali profondi o superiori, autentici e i Valori vocazionali che chiedono e attuano l’“autotrascendenza” realizzatrice di sé dentro i loro orizzonti (Rulla).
È cammino sulla via del “Desiderio… di Dio” (Godin), a tutti i livelli e in tutte le forme della sua realizzazione.
Risponde a spinte interne immanenti e trascendenti vissute nella esperienza diretta di una simbologia piena, testimoniata, vissuta o convissuta da Uomini e Donne, veri e disponibili, liberi, impegnati (Linea junghiana).
È maturità umana mentale, affettiva, esistenziale ritrovata nella frequenza fedele della Parola di Dio, della Storia di Dio nel Popolo di Dio (Linea di Allport).
È cammino di maturità psicologica generale e specifica, profonda, di vertice che prima si definisce come disposizione religiosa, poi come atteggiamento di disponibilità fedele e aperta per un progetto generale di vita, totale e proattivo, impegnato nell’incontro e nella dedizione a Persone e in specie in rapporto con un “TU totale” storicamente incontrato e socialmente qualificato (radicale). Trova un significato e un perché ultimo totale, unificatore e rinnovatore della vita (Ronco).
Segue e vive l’entusiasmo di una emozione solenne o segue il cammino più perfetto di un’alta razionalità affettiva (C.A. Bernard).
È la soluzione adeguata di tensioni profonde per pacificare conflitti (Freud), per attuare intuizioni simboliche (Jung).
È essere afferrati “dentro” nella profondità e nella totalità della propria umanità personale e culturale dalla Grazia, liberati dalla schiavitù di pulsioni e pressioni, nella verità e nell’amore, verso gli impegni più alti, con le risorse e gli aiuti della natura e della grazia (PG).
È ricerca di identità e valore attraverso la imitazione di figure e modelli produttivi di identificazione e adesione, somma se attuata in relazione a Cristo. È processo originale di personalizzazione, socializzazione, apprendimento, cultura… che può verificarsi solo in ambiente sociale e culturale che possiede e vive alte tensioni, le sviluppa in dimensione religiosa, cristiana, vocazionale. Hanno un ruolo deciso le testimonianze di uomini e donne consacrate che danno sicurezza per conseguire esito, equilibrio, pienezza, felicità (Milanesi; cfr. Benedetto, Francesco, Ignazio, Camillo, Vincenzo, D. Bosco, Cabrini, Teresa di Calcutta…).
È spazio pieno per la espansione e applicazione comunitaria e operativa dei più alti valori spirituali e morali, dell’amore per la vita, della solidarietà, dei valori superiori di amore, amicizia, preghiera, contemplazione, di autenticità, bontà, radicalità, gratuità (Giovanni Paolo II).