N.01
Gennaio/Febbraio 1992

I cresimandi e la GMPV: cronaca di un’esperienza

Sembrava essere una delle tante iniziative destinate a non avere troppo futuro, invece tutte le previsioni sono state smentite.

Cosa è avvenuto? All’inizio di settembre del 1990 un’animatrice vocazionale parrocchiale, incaricata nella sua parrocchia di coordinare i catechisti dei cresimandi, mi disse che aveva intenzione di mettere maggiormente in evidenza con i ragazzi che si preparavano alla cresima la dimensione vocazionale. Come? Ancora non lo aveva ben chiaro; mi chiese, comunque, la disponibilità del CDV e si impegnò a parlarne con il parroco e con gli altri catechisti dei cresimandi.

Non vi nascondo le mie perplessità, sapendo che il più delle volte il tutto si riduce ad un ritiro “vocazionale” in prossimità della celebrazione del sacramento.

Questa volta c’era però qualcosa di diverso: questa catechista, come animatrice vocazionale della sua parrocchia, già da diversi anni partecipa agli incontri mensili di riflessione e di studio organizzati dal CDV e questo faceva ben sperare.

Era, infatti, a conoscenza dello stile di animazione vocazionale che cerchiamo di introdurre nelle parrocchie, sintetizzabile con la frase del P.P.V.: “ Nella pastorale ordinaria di una comunità parrocchiale la dimensione vocazionale non è qualcosa in più da fare, ma l’anima stessa di tutto il servizio di evangelizzazione che essa esprime” (n. 26).

Dopo qualche settimana, la catechista mi venne a trovare dicendomi che il parroco e i catechisti dei cresimandi si erano dimostrati disponibili nel preparare insieme un cammino di preparazione alla Cresima in “chiave vocazionale”. Ci mettemmo a tavolino e cercammo di individuare le diverse tappe per un ipotetico cammino vocazionale da realizzare con i ragazzi.

Ed ecco come si è pensato di “arricchire” l’anno di catechesi 1990-91 con i cresimandi. Il CDV riteneva opportuno organizzare un incontro previo con i catechisti, per molteplici buone ragioni. Era quella, infatti, un’ottima occasione per far meglio comprendere loro che l’annuncio vocazionale non può assolutamente essere sviluppato solo in qualche particolare circostanza, ma che deve accompagnare tutto il cammino catechistico, perché scopo della catechesi, come afferma il RdC al n. 33, è quello di “aiutare ciascuno a conoscere e a vivere la propria vocazione cristiana nel mondo”.

Attraverso una lettura attenta del Catechismo della CEI “Sarete miei testimoni” ci soffermammo su tutti quegli annunci vocazionali di cui è ricco il testo: fu per loro una grande scoperta.

Siccome, però, alcuni erano del parere che la figura di un sacerdote o di una suora che parla di vocazione poteva risultare più “convincente”, ci fermammo un po’ a chiarire il fatto che il discorso vocazionale non deve essere delegato ad alcuni “esperti”, ma che erano proprio loro, i catechisti, i più idonei ed efficaci animatori vocazionali.

L’esperienza ci insegna che se è vero che la “visita” di un sacerdote o di una suora ad un gruppo di catechesi può richiamare maggiormente la curiosità e l’attenzione dei ragazzi, è anche vero che se non c’è una lenta e interiore assimilazione quell’incontro finisce con l’essere solo una parentesi, non lasciando alcun segno nella vita dei ragazzi.

I catechisti, però, si dissero non pronti a parlare ai ragazzi delle diverse vocazioni, perché, a loro dire, avevano le idee un po’ confuse; così decidemmo di ritrovarci per un secondo incontro da dedicare unicamente all’approfondimento del dono particolare che ogni vocazione offre alla Chiesa. Per questo “studio” ci siamo serviti di una sintesi che il CDV aveva preparato in passato utilizzando il V capitolo (Le vocazioni nella chiesa “segni” diversi dell’unico amore) del libro di E. Masseroni, (Vocazione e vocazioni, ed. Piemme, 1985).

In quell’incontro con i catechisti si decise che ci sarebbero stati gli interventi dei diversi animatori vocazionali del CDV (un sacerdote, una suora, un missionario, un diacono permanente, una rappresentante degli Istituti secolari), ma che questi dovevano essere preceduti da una riflessione del catechista per far capire ai ragazzi la specificità di quella vocazione e che dovevano anche essere continuati da una loro “rilettura” all’interno del gruppo.

A quel punto ci si chiese come scandire i diversi interventi durante l’anno. Insieme furono trovati due punti di riferimento da cui non si poteva assolutamente prescindere: l’anno liturgico e particolari avvenimenti ricchi di valenza vocazionale.

Ed ecco come è stato pensato questo particolare “calendario” vocazionale:

– ad Ottobre incontro con il missionario: il perché di questa scelta è scontato essendo questo mese dedicato dalla Chiesa particolarmente alla riflessione e alla preghiera per le missioni;

– a Novembre visita ad un monastero di clausura ubicato non lontano dalla parrocchia: come si sa il 21 novembre si celebra la “Giornata delle claustrali”;

– a Dicembre incontro con una coppia di sposi in attesa della nascita del loro primo figlio: questo mese è caratterizzato liturgicamente dall’Avvento e dal Natale e ci è sembrato opportuno,

– a Gennaio incontro con un sacerdote e con i seminaristi: in questo mese si celebra in Diocesi la “Giornata del Seminario”;

– a Febbraio incontro con una religiosa; il 2 febbraio in diocesi si celebra la “Giornata della religiosa”;

– a Marzo incontro con un diacono permanente: il Giovedì santo in Cattedrale, durante la Messa Crismale il Vescovo presenta i nuovi candidati al diaconato permanente;

– ad Aprile incontro con una rappresentante degli Istituti Secolari: il tempo pasquale liturgicamente è caratterizzato dall’impegno a vivere la vocazione battesimale come “lievito” nel mondo.

Una volta definita la sequenza degli incontri, ci si è chiesto come rendere ancora più incisiva la conoscenza delle diverse vocazioni. Si è così deciso di ricambiare la visita che gli animatori vocazionali avrebbero fatto al gruppo dei cresimandi in parrocchia, andandoli a trovare nel loro Istituto. Ci ha illuminato in questa scelta ciò che Gesù ebbe a dire ai primi suoi discepoli: “Venite e vedrete” (Gv 1,39). Siamo infatti convinti che una persona la si “conosce” meglio vedendo dove e come vive.

Essendo questa una parrocchia di città, è stato possibile organizzare queste visite senza molte difficoltà, privilegiando quegli Istituti che si trovavano nel territorio della stessa parrocchia. La visita ai diversi Istituti si è sempre conclusa con un momento di preghiera a cui partecipava tutta la comunità dei religiosi. In questo modo i ragazzi hanno conosciuto altre persone impegnate in una vita di speciale consacrazione e le diverse comunità hanno vissuto una giornata tutta speciale, un po’ “disturbate” dalla vivacità dei ragazzi, ma profondamente contente nel vedere qualcuno che si interessava sinceramente alla loro vita.

Infine, siamo andati alla ricerca di un “filo conduttore” che potesse legare tutti gli incontri, in modo che non restassero isolati e slegati l’uno dall’altro, ma da costituire tappe diverse di uno stesso cammino. Così abbiamo pensato di fare riferimento al tema della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni del 1991: “Ti ha amato per primo”. Ai diversi animatori vocazionali coinvolti in questa iniziativa è stato chiesto di non parlare in modo astratto della loro vocazione, ma di rispondere a queste due domande: 

1. Quando e come hai scoperto che “Dio ti ha amato per primo”?

 2. Cosa ti ha spinto a scegliere quella particolare vocazione, come risposta del tuo amore all’Amore gratuito di Dio?

In questo modo i ragazzi sono stati condotti in “punta di piede”, con discrezione e rispetto, ad entrare nel cuore di ogni animatore dove si è realizzato l’Incontro tra l’Amore che sempre ci sorprende e la risposta “totale” dell’uomo.

Il tema della GMPV è stato anche al centro della riflessione e della preghiera del ritiro che si è organizzato con i cresimandi la settimana precedente la GMPV. I ragazzi sono stati, così, aiutati a scoprire anche nella loro vita un Dio che li precede sempre nell’amore ed è stato loro chiesto di individuare una data particolare della loro vita in cui questa Presenza si è fatta più luminosa. Al termine del ritiro i ragazzi hanno formulato un loro piccolo “credo” in cui hanno espresso la loro fede in un Dio Padre, Figlio e Spirito Santo che si rivela sempre non solo nella vita dei grandi chiamati di ieri, ma anche in quelli di oggi e… nella loro vita come il “Dio che ci ama per primo” sempre.

Il giorno della loro Cresima, che non poteva non coincidere, con la GMPV, tutti i cresimandi hanno fatto la loro professione di fede con quel loro “credo” frutto del cammino di tutto l’anno e non solo del ritiro spirituale; dopo la professione di fede ogni ragazzo si è impegnato a rispondere all’Amore di Dio nella fedeltà ad un particolare “servizio” o in famiglia o in parrocchia o a scuola…

È stata una celebrazione della GMPV tutta particolare per quella comunità parrocchiale e non solo per i cresimandi: la chiesa era tutta tappezzata di cartelloni su cui i ragazzi, dopo gli incontri con i diversi animatori vocazionali, avevano descritto con loro parole e disegni le diverse vocazioni; sul presbiterio di fronte ai ragazzi c’erano gli animatori vocazionali che avevano partecipato all’iniziativa durante l’anno, quasi come un ideale specchio in cui i ragazzi vedevano riflesso un loro nuovo stile di vita; all’inizio della celebrazione un ragazzo ha presentato alla comunità il tema della GMPV, arricchendolo con la descrizione del cammino fatto insieme agli animatori durante l’anno; le intenzioni della preghiera dei fedeli sono state presentate dagli animatori vocazionali; prima della conclusione della Celebrazione gli animatori vocazionali hanno consegnato ad ogni ragazzo un ritaglio dell’Icona della Trinità di Rublev come impegno a riconoscersi sempre depositari di un grande “Mistero d’amore”, a valorizzare i doni degli altri e a mettere generosamente a disposizione i propri doni per costruire insieme la Chiesa “Icona della Trinità”.

 

 

 

 

Conclusione

Come siamo soliti fare, anche per questa iniziativa, il CDV si è incontrato per verificare quanto era stato organizzato in quella parrocchia. Ed ecco, in sintesi, la nostra valutazione.

– Aspetti positivi:

un maggior coinvolgimento dei catechisti nella pastorale vocazionale e una loro più approfondita conoscenza delle diverse vocazioni; un cammino vocazionale per i cresimandi fatto “dal vivo”, grazie alla disponibilità degli animatori vocazionali; una presenza, discreta, ma continua per tutto l’anno, degli animatori vocazionali che ha “incuriosito” e mobilitato anche altre persone della comunità; una celebrazione della GMPV che è diventata, grazie ai catechisti e ai cresimandi, punto di riferimento e di convergenza per tutto l’anno.

– Aspetti negativi:

non è certamente un’iniziativa che il CDV può realizzare in tutte le parrocchie; si doveva pensare un maggiore coinvolgimento all’iniziativa di tutta la comunità, che è stata coinvolta solo sporadicamente; infine, poiché gli incontri con gli animatori sono sembrati una veloce “galoppata” vocazionale, forse andavano scanditi nel giro di due anni.

Siccome siamo convinti che solo chi non fa nulla “non sbaglia mai”, accettiamo sempre anche gli aspetti negativi, perché sono proprio questi che come un fenomenale propellente ci danno la spinta a progredire continuamente.