I giovani e lo Spirito Santo “primo educatore” vocazionale
“Vita secondo lo Spirito” e vocazione
Lo sviluppo della “vita secondo lo Spirito” nelle giovani generazioni prepara l’unico terreno idoneo per la maturazione vocazionale.
La salita educativa fino allo Spirito Santo
La personalità e la vita del ragazzo e del giovane salgono una scala di sviluppo che non ammette eccezioni e che traccia l’iter educativo fino alla vocazione.
Alla base sta lo sbocciare della vitalità corporea di un organismo fisico che si cerca di promuovere sana e matura, funzionale, operativa, adattata, vitale e vivace, soprattutto a livello nervoso centrale e periferico. Subito parte la vitalità psichica: la capacità di “vivere” in modo soggettivo a livello di coscienza gli eventi interni ed esterni, con processi mentali di percezione e di prima elaborazione, affettivi di sentimenti, tensioni e reazioni, comportamentali.
Sboccia la vitalità spirituale umana: attività di conoscenza riflessa, pensiero, ragionamento, ricerca, scienza e saggezza, giudizio, amore, libertà di scelta, di progetto, di condotta, coscienza morale, aperture di trascendenza mentale e affettiva, relazionale. Fino alla religione naturale, tra sentimento e ragionamento, atteggiamento e culto.
Su queste basi avviene l’apertura cristiana: l’incontro dell’annunzio della realtà e della verità cristiana biblica, evangelica, storica, la fede e la carità, la intimità e la confidenza, l’amicizia e la disponibilità alla volontà del Signore, a una vocazione e missione. Qui dentro s’incontra lo Spirito. Solo a questo punto incomincia la vita spirituale “secondo lo Spirito”, quando è rivelato, incontrato, seguito come guida. Ed è possibile la spiritualità vocazionale comune e speciale, ministeriale e consacrata, secondo le molte forme dello Spirito di Consacrazione e Missione.
Una Pedagogia dello Spirito Santo
Vuole educare nel cuore dei giovani lo Spirito Santo. È compito dell’Evangelizzazione con la catechesi autenticamente trinitaria, nella Comunità Cristiana animata e guidata dalla presenza esplicita dello Spirito, con la iniziazione ai Sacramenti dello Spirito e la loro memoria programmatica o pratica crescente. Dopo la rivelazione dello Spirito da parte di Gesù, si potrà avere la venuta della sapienza dello Spirito, finalmente la vita “secondo lo Spirito”. Bisogna praticare una vera Pedagogia dello Spirito Santo.
Sapere che c’è lo Spirito Santo. I giovani lo nominano, ma non sanno neppure che c’è. La prima condizione è che gli educatori cristiani passino da un vago Dio e Signore, da un Gesù conclusivo a un vero linguaggio di narrazione, di progetto di vita, di condotta autenticamente trinitario.
Sapere chi è lo Spirito Santo. Spirito del Padre e di Gesù, nella vita intima, nell’opera esterna della Creazione, Redenzione, Regno, santificazione, salvezza.
Sapere cosa fa lo Spirito Santo. Come discende, come viene e vive dentro, come fa vivere e torna fuori in una vita “secondo lo Spirito”.
Far vivere ai giovani lo Spirito Santo
∙ Ispirati dallo Spirito Santo
Molti giovani sono molto sensibili al tema dell’ispirazione. Bisogna educarli di più. Tutta la loro vita è piena di ispirazione, parte sempre da ispirazioni: fisiche, psichiche, affettive, spirituali naturali e cristiane.
La via non è invenzione pura, ma è ascolto a livello di varia coscienza, chiarezza e forza, direzione e senso, delle tensioni e ispirazioni. La vita la condotta sono i nostri “sì” (o “no”) grandi e piccoli, coerenti e costanti o no, attivi o passivi alle ispirazioni della carne, dello spirito, dello Spirito Santo.
L’ispirazione interiore, al male, al bene, al meglio, a qualcosa… è esperienza diffusa nei giovani. L’educazione non vi dà la conveniente importanza. Ma essi amano trattarne per capire i valori e modi per una risposta valida. Pur sentendone la serietà e la difficoltà. Ma sentono che il premio è grande.
Che cosa ispira lo Spirito quando c’è, è avvertito, è ascoltato? È il momento dei doni dello Spirito, poi dei suoi messaggi che sono quelli del Padre e del Figlio, della Chiesa. Sono significati, valori, progetti, virtù, soprattutto sapienza e amore, operatività di bene verso Dio, il prossimo e sé.
Come ispira lo Spirito? Qualche volta con voce forte, sia esterna dei mediatori, delle letture e dei messaggi, sia interna delle visioni chiare e luminose, delle voci di potente proposta e chiamata e indicazione. Più spesso con luminosità variabile e voci sufficienti ma oscillanti. Perciò il dialogo non è sempre facile, non è a effetto scontato.
∙ Docili allo Spirito Santo
La stessa docilità è grazia dello Spirito. Non si è docili solo per virtù umana. Lo si è perché lo Spirito lo ispira, lo merita, lo vale, lo motiva e lo sostiene. Così i giovani preparano la docilità con l’incontro di uno Spirito vivo, luminoso, forte, attivo, vicino e intimo, larga fonte di doni.
La docilità allo Spirito si prepara coltivando la ricezione crescente dei doni dello Spirito. La sapienza è conoscenza profonda e libera piena d’amore. L’intelletto penetra le cose di Dio e legge ogni cosa in Dio. Il consiglio è esperto di obiettivi, vie, modi di camminare. La scienza approfondisce senza snaturare. La fortezza unisce proposta e libertà. La pietà è abbondanza di amore. Il timor di Dio è sorgente filiale di necessità e coraggio di fedeltà.
Mentre questi doni diventano seconda natura, vero spirito vincente, cresce la fedeltà allo Spirito Santo che può guidare la vita sia direttamente, sia attraverso i mediatori educativi e vocazionali. Si sentono le chiamate dello Spirito e si maturano le risposte docili e fedeli.
∙ I nemici della vita secondo lo Spirito
Gli è nemica la struttura materialista del sentimento, del pensiero, dell’amore, del progetto impedisce la nascita e l’entrata dello Spirito nella persona e nella vita.
L’egocentrismo e la superbia fanno trovare il campo dei giovani già male occupato. Sviluppano qualche volta una spiritualità psicologica non autentica, carica di impedimenti per decollare nella docilità allo Spirito.
La secolarizzazione personale o sociale blocca anche i giovani validi dentro schemi chiusi alla trascendenza del pensiero, del progetto, dell’amore.
L’esistenza nevrotica interna o relazionale disturba la quiete necessaria per ascoltare presenze e voci, per rispondere con fedeltà docile e creativa.
L’ignoranza degli universi di Dio, della Bibbia, del Vangelo, del Regno e della Chiesa impedisce di incontrare e riconoscere lo Spirito, di sapere che c’è, chi è, che fa, di inserirlo nella vita.
Lo Spirito Santo “primo educatore” vocazionale
La vocazione è un valore universale della persona, presente anche prima e fuori di Cristo. Ma è sempre un valore dello Spirito, di quello Spirito che Dio Creatore ha posto nell’Uomo creandolo a sua immagine e somiglianza.
Nello Spirito nasce e si sviluppa la Vocazione
Lo Spirito, non riconosciuto, ha suscitato le vocazioni dell’Alleanza e nell’imminenza di Cristo chi lo ha preparato e accompagnato. Genera l’incarnazione di Cristo, poi la sua proclamazione pubblica e programmatica nel Battesimo, come dirà nella dichiarazione di Nazaret (Lo Spirito del Signore è sopra di me…). Cristo prepara lo Spirito, lo promette, lo manda insieme al Padre agli Apostoli, ai Discepoli, alla Chiesa nascente e crescente.
Ora lo Spirito è l’autore delle grazie di fede e amore, di vocazioni e missioni laicali, ministeriali, consacrate. Ogni vocazione, chiamata e risposta, sarà sempre “educata dallo Spirito” perché è dono interiore che riemerge con frutti di novità nell’essere e nell’operare.
La teoria è chiara. La prassi non è sempre coerente, esplicita. Perciò ogni formatore e ogni formando dà in concreto un suo spazio e posto allo Spirito, una centralità o un vario collegamento con gli altri fattori. Molti oggi sono giunti alla convinzione che anche il Padre e il Figlio operano, chiamano, formano e mandano nello Spirito. Perciò la Pedagogia vocazionale sta collocandosi sempre più nello Spirito di Dio.
Il programma di questa Pedagogia non è teorico, ma è la fondazione e la conduzione di una Esperienza dello Spirito nel mistero intimo della Trinità, nell’opera della Creazione, dell’Alleanza, della Redenzione, della Vita Cristiana… che fonda sostanzialmente in Lui un cammino di pensiero, amore, progetto, elezione, chiamata, formazione, missione.
È garanzia di solidità autentica e vitale il fatto che i giovani diventino innamorati dello Spirito, aperti e disponibili allo Spirito, docili allo Spirito, Apostoli dello spirito, utenti dei doni e dei frutti dello Spirito, prolungatori e distributori di essi, operatori delle opere dello Spirito nell’evangelizzazione della fede e della carità, manifestandone, celebrandone, attualizzandone la libertà, la perfezione, le molte forme.
C’è uno Spirito dei giovani?
Certamente. Infatti, li colpisce la posizione dello Spirito nell’intimità vivente del Padre e del Figlio. Sentono più completi il Padre e il Figlio perché hanno uno Spirito da donarsi e da donare. Li ispira la pienezza di amore, la libertà e la molteplicità dei doni dello Spirito che chiama e manda dotando di talenti umani, cristiani, apostolici.
Li affascina la vocazione come presenza interiore dello Spirito che parla e ispira, che muove dentro, che s’intrattiene rivelando e spiegando, che abita come amico nelle profondità dell’essere, della vitalità emergente, negli sviluppi dell’intelligenza e dell’amore, della coscienza, della competenza di sé e degli altri, della Chiesa, del Mondo, delle povertà e delle ricchezze degli uomini. Spirito che viene anche attraverso la mediazione di testimoni, di educatori e formatori, di fondatori e compagni di cammino, di carismi già organizzati e operanti.
Forma i giovani la infinità dello Spirito. Essa permette di progettare e consacrare la vita in quel modo unitario, totale, definitivo che viene proprio dall’infinità della verità, dell’amore, dell’azione prospettata dallo Spirito. Essa impegna in un cammino che vuole una vita, tutta una vita, e una vita non basterà per far tutto. I giovani scopriranno perfino di poter adeguare le forme e le espressioni della vocazione e della missione sia alla molteplicità delle attitudini e delle sensibilità, sia alla maturazione interiore a lungo imprevedibile, sia al declinare stanco o maturo delle forze, sia al variare delle urgenze percepite e corrisposte (si veda lo Spirito nell’avventura vocazionale di Francesco, Vincenzo, Guanella, di Teresa di Calcutta e di molti altri), secondo Is 40 e Rm 11,29.
Serve ai giovani lo Spirito progettuale. “Coloro che seguono Gesù hanno fatto l’esperienza del fatto che lo Spirito rende vivi, continua fino ad oggi a mutare le persone e a creare nuova vita” (2 Cor 3,6). Lo Spirito rivela ai giovani che la libertà non è diritto, ma dono, da condividere e da ridistribuire con fedeltà creatrice.
I giovani che si aprono allo Spirito scoprono in sé, spesso con sorpresa, possibilità che non avevano mai sentito prima. O le moltiplicheranno aderendo allo Spirito di altri più dotati o a comunità di comunione e di attitudini e prestazioni complementari.
Lo Spirito Santo, si fa principio di quella vera libertà personale che è il sogno dei giovani d’oggi. Nei loro cuori e sui loro volti torneranno a manifestarsi i segni che lo Spirito Santo vi abita: “amore, gioia, pace, longanimità, amicizia, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé” (Gal 5,22).
Momenti forti dello Spirito nella storia della vocazione
L’elezione nel mistero che sboccia dentro e emergerà cosciente. Il primo e il successivo delinearsi dell’immagine e del quadro di significato e valore della chiamata generale, specifica e particolare.
La coscienza dei doni di attitudini e sensibilità che permettono di discernere la autenticità e l’orientamento della chiamata. L’ispirazione che per prima muove in direzione della vocazione e di una vocazione concreta e poi prosegue nel cammino di sviluppo e formazione. Il gusto crescente di coltivarla e di rispondervi consentendo.
L’efficacia persistente e crescente della stessa risposta che si fa lavoro progettuale e quotidiano di formazione, con intenzione privilegiata coerente e costante, vincente sulle attrattive di altri spiriti.
La grazia di concludere con qualche decisione, poi con la consacrazione, finalmente con la perseveranza crescente e creativa.
L’ispirazione di ciò che ogni volta è giusto per la fedeltà valida personale, comunitaria, apostolica, fino alla creatività di espressioni sempre nuove, sulla spinta delle dimensioni infinite della realtà e dell’amore.