N.05
Settembre/Ottobre 2025

Meta

«In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso […]. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! […]. Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo noi siamo uno […]. Siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo» (Leone XIV, Omelia, 18 maggio 2025).

Non c’è dubbio che la Porta Santa sia il segno più caratteristico del pellegrinaggio Giubilare la cui meta è poterla varcare. Dal punto di vista vocazionale la meta diventa facilmente paradigma di tutte le soglie da attraversare nei diversi passaggi della vita, nel discernere, riconoscere e decidere la propria vocazione. Non è difficile, infatti, pensare l’itinerario vocazionale come un susseguirsi di decisioni che la sapienza della Chiesa ha regolato in tappe successive. Ciascuna definisce un passo graduale e misurato sulla reale possibilità di compierlo. Pensiamo al sorgere di un desiderio circa una vocazione alla vita consacrata o al ministero ordinato. Dopo un opportuno discernimento con il proprio accompagnatore spirituale, la prima porta da aprire sarà quella della comunità o del seminario per domandare un discernimento più approfondito; la seconda sarà l’ingresso nella comunità di propedeutica o in postulato e così via. Non per procrastinare la decisione e nemmeno per guardare troppo avanti senza prendere in mano la realtà – rischi, entrambi, sempre in agguato – ma per verificare con franchezza che il desiderio e la volontà si siano realmente conformati alla tappa in questione.

Trovo utile, tuttavia, suggerire di colorare tutto questo con l’immagine che si può scorgere scostando i battenti della Porta (Gv 10,9) che si apre sui pascoli del Regno dei Cieli. Che cosa c’è, oltre la porta? Le parole di papa Leone ricordano la destinazione di tutta la storia che è la direzione nella quale discernere e orientare il proprio spendere energie, impiegare gli sforzi, dedicare la vita.