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Un balzo di vita

La presenza di Dio è sempre ineffabile. L’esperienza di Lui sempre inenarrabile. Eppure è reale. Eppure le nostre anime hanno un balzo di vita, quando vengono toccate dal Suo dito nascosto.

Riportiamo un breve testo di Thomas Merton dall’opera Scrivere è pensare, vivere, pregare.

 

Elia era un uomo come noi. Andrea, Pietro, Giacomo e Giovanni erano uomini come noi. Come loro noi portiamo le nostre infermità a Cristo perché la Sua forza possa essere glorificata nella trasformazione della nostra debolezza. Giorno dopo giorno l’uomo esteriore va in pezzi e si distrugge, ma l’uomo interiore, l’Uomo del cielo, nasce e cresce in sapienza e in conoscenza gli occhi degli uomini, che non Lo sanno riconoscere. Neppure noi sappiamo riconoscere noi stessi nella Sua immagine che si forma in noi, poiché non abbiamo ancora gli occhi con cui vederLo. Eppure intuiamo la Sua presenza nel mistero che non viene rivelato al saggio e al prudente. Sentiamo i Suoi occhi su di noi seduti sotto l’albero di fico e le nostre anime hanno un balzo di vita, se vengono toccate dal Suo dito nascosto. Questo lampo di fuoco è la nostra solitudine, che pure ci lega ai nostri fratelli. È il fuoco che ha suscitato il corpo mistico fin da Pentecoste, così che ogni cristiano è nello stesso tempo un eremita e la chiesa tutta, e noi siamo parte di ciascun altro. Non ci resta che riconoscere il mistero che il cuore del mio prossimo è nel mio eremo e che il solo modo in cui posso entrare nel deserto è portando il fardello dell’altro e affidandogli il mio.

 

(Thomas Merton, Scrivere è pensare, vivere, pregare, Garzanti 2001, p. 118)