La proposta vocazionale è esperienza d’amore
C’è in tutti un insopprimibile bisogno di amore. Del resto è proprio questa la caratteristica che mostra “1’immagine e la somiglianza” dell’uomo con il suo Creatore e Padre. “Dio è amore!” dice infatti l’apostolo Giovanni. E l’uomo è vivo solo quando è nell’amore. Dall’amore del padre e della madre l’uomo riceve il dono della vita e l’educazione all’amore. II Cristiano poi viene accolto nella Chiesa e rigenerato alla vita di fede, per camminare sulla via della speranza e vivere in crescente carità. Solo per amore e con l’amore riesce a sentire, al di là delle immancabili delusioni, il sapore della vita e della felicità. Per questo anche la scelta di uno stato di vita, l’ascolto vero di una chiamata di Dio passa solo attraverso un’autentica esperienza di amore; un’esperienza che partendo dall’imprevedibile l’imprevedibile e incomprensibile fascino per uno stato di vita o un ministero, si fa esperienza di dono e diventa amore e “discepolato”.
Si segue solo una persona che ci ama e per vivere nell’amore.
È successo così anche per gli Apostoli. Il primo incontro con Gesù li affascina (cfr. Gv 1,35-51), ma solo l’esperienza del contatto con il Maestro li trasforma, fino a far dire a Pietro: “Da chi andremo, Signore? Tu solo hai parole di vita eterna” (Gv 6,68). E solo dopo l’effusione del fuoco dello Spirito Santo nella Pentecoste, che li ha resi “Cristo vivente”, hanno dato inizio alla loro missione di Apostoli del Vangelo.
Questa pedagogia d’amore di Cristo è l’unica via da percorrere per fare una comprensibile e accettabile proposta vocazionale e aprire il cuore verso autentiche scelte di vita. Per conoscere in profondità uno stato di vita non sono sufficienti né la luce dell’intelligenza, né l’analisi della ragione e nemmeno la stessa esperienza, se Dio non accende nel cuore il fuoco dell’amore, che apre al dono di sé e all’imprevedibile mistero della felicità, conquistata passando per strade sconosciute. Per questo ogni proposta vocazionale per essere compresa e poi maturare ha bisogno del fuoco dell’amore, del dialogo e del contatto con Dio. E quando uno accetta di mettersi in cammino lungo la strada dell’amore, inizia un viaggio affascinante. Molti sentieri di quest’esperienza sono noti, altri sconosciuti; alcuni sono facili, altri più difficili; in ogni caso riservano momenti di gioia e momenti di dolore. Il viaggio verso le alte vette dell’amore impegna, scuote, commuove, purifica, colma, apre ad una nuova pienezza di vita. Del resto la Carità è l’unica voce di Dio, con la quale parla ed entra in dialogo con l’uomo.
Dio chiama, sceglie e manda, offrendo un’esperienza di amore.
Questo dialogo inizia già nel Paradiso terrestre quando, dopo aver preparato con amore la terra e averla resa un’abitazione accogliente, il Creatore soffia il suo alito di vita e fa dell’uomo un vivente. Ma lui non riesce a rispondere all’amore con l’amore e tradisce subito la fiducia di Dio. Questo tradimento, se non ha soffocato la forza dell’amore di Dio, ha tuttavia minato nel suo cuore la capacità di fidarsi di quest’amore e lo ha legato per sempre alle catene della paura, dell’aggressività, della gelosia e della insaziabile ricerca di affetto.
E Dio inizia allora un nuovo cammino: chiama e sceglie un “Suo popolo” e gli offre un’alleanza eterna che si fonda sulla reciproca fedeltà d’amore.
E l’alleanza si fa un cammino con il quale Dio educa l’uomo all’amore con l’amicizia, lo richiama al senso della sua dignità con il castigo e la misericordia e lo fa crescere e lo purifica facendolo camminare sulla via della libertà dell’amore, dimostrando come nulla sia più forte del suo amore.
Comprendiamo così tutta la gioia del profeta Osea che, contemplando quest’amore, scrive: “Quando Israele era giovinetto io l’ho amato; dall’Egitto ho chiamato mio figlio… Avevo guidato Efraim nei primi passi, lo avevo preso tra le mie braccia… lo traevo con vincoli d’amore… Ero per lui come chi solleva un bimbo alle sue guance, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare” (Os 11,1-4).
La storia d’amore di Dio per il suo popolo raggiunge il suo culmine quando il Verbo Eterno del Padre si fa uomo per radicare nuovamente nel cuore dell’uomo la vita divina e aprirlo a tutte le possibilità di amore. In Lui è offerto all’uomo la più affascinante proposta vocazionale: una vita di uomo, nata dall’amore misericordioso del Padre, vissuta nel dono totale e gratuito di sé ed effusa in totale comunione d’amore con l’intera specie umana per la potenza dello Spirito Santo. Gesù stesso ha scolpito con estrema precisione tutta la sua vita quando ha detto: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i suoi amici. Voi siete miei amici…”. E Gesù offre, per questi amici, la sua vita sul legno della Croce. Ecco svelato il mistero dell’amore di Dio. L’amore non ha più bisogno di immagini per esprimersi, ma è tutto aperto e svelato in Cristo Crocifisso. Nessuna pena e nessun castigo può più nascondere all’uomo l’amore di Dio. Per quanto possa allontanarsi da Dio, in fondo al suo cammino, l’uomo troverà sempre la Croce su cui l’amore di Dio sta in perenne attesa del suo ritorno. “Questa vita nella carne che io vivo – scrive san Paolo – è la fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 12,21).
Questa storia d’amore di Dio con il suo popolo si rinnova nella vita di ogni uomo, che sa aprirsi al dialogo con Dio e si pone in orante ascolto del mistero d’amore che solca le vie della sua vita, giorno dopo giorno. “Abbiate gli stessi sentimenti che furono in Gesù Cristo” (Fil 2,5), esorta san Paolo. E “ciascuno di noi realizza se. stesso, la sua umanità, la sua personalità partecipando ai sentimenti che furono e che continuano ad essere in Gesù Cristo. Infatti questi sentimenti non hanno solo una dimensione storica; ma sono sempre vivi e vivificanti: si attualizzano nella potenza dello Spirito Santo, mediante la sua azione nell’uomo e nella comunità” (Giovanni Paolo II, 30/9/90).
A chi vuol fare una proposta vocazionale al Sacerdozio o alla Vita Consacrata, non resta che offrire la possibilità di un cammino verso la scoperta di quel progetto di amore e di grazia che Dio ha piantato nelle profondità del cuore. Si tratta di insegnare ad “usare i nostri giorni per arrivare alla sapienza del cuore” (Sal 90,12). La strada che porta a questa “sapienza del cuore” è il raccoglimento e la preghiera, dove il dialogo con Dio si fa intimo, personale, verso la pienezza della comunione d’amore.
La Preghiera come esperienza-incontro con l’amore di Dio.
Ogni esistenza umana conserva nel suo intimo un segreto ed inesprimibile dialogo con Dio. Per alcuni è un dialogo appena abbozzato attorno ai problemi capitali della vita, del dolore e della morte; fatto di domande e invocazioni, di sfide e di proteste, di preghiera e di insulto, di adorazione e di bestemmia. Per altri è una forma di comunicazione incipiente con qualcuno che è avvertito come sua origine e orizzonte ineludibile della sua esistenza. Ma si comincia a pregare solo quando, rispondendo ad una avvertita iniziativa amorosa di Dio, lo si lascia entrare nella propria vita in modo totale. Egli diviene il primo fattore da tenere in conto. Il suo parere è, contro ogni evidenza, più sicuro del nostro. La visione giusta delle cose è la sua. Le sue esigenze e le sue preferenze prevalgono sulle nostre. Tutto il nostro essere, cuore ed intelletto, tempo ed energie, relazioni e capacità professionali diventano strumenti per realizzare i suoi piani che ormai sono anche i nostri.
La proposta vocazionale, in particolare quella alle vocazioni Sacerdotali o di Speciale Consacrazione, non ha altro linguaggio che questo per essere comunicata, né altro spazio di autentica esperienza.
Può sembrare troppo tutto questo! Egli per primo ha fatto tutto questo per noi. Il suo nome sarà sempre quello di “Padre”.
Il suo Figlio Gesù è nostro fratello, il suo Spirito l’anima della nostra anima. La sua casa è diventata la nostra e in essa abbiamo pieno diritto di cittadinanza. Il tesoro infinito della sua bellezza è nostra eredità e nostro destino. Il suo amore per ogni uomo è l’unica misura valida per interpretare la nostra esistenza, per armonizzare le nostre relazioni con gli altri, per metterci di fronte alle cose e assegnare il nome esatto ad ogni realtà.
Le vocazioni di Speciale Consacrazione: proposte di amore.
In questo itinerario di preghiera e di vita, l’animatore vocazionale è chiamato a guidare alla scoperta dei gesti di amore di Dio, a ricondurli ad unità intorno all’Amore e alla Misericordia e a leggere in essi la proposta vocazionale che Dio va facendo.
Per aiutare i giovani in questa lettura è necessario mostrare quali spazi d’amore e di vita divina sono racchiusi e offerti nelle vocazioni di Speciale Consacrazione.
Il Sacerdozio Ministeriale rende l’uomo sacramentalmente partecipe del servizio di Cristo, già preannunciato come colui che addita la via giusta ai peccatori, guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie. Il Sacerdote insegna con la Parola del Vangelo, conferma con il suo servizio dei Sacramenti e la testimonianza della sua vita che la carità di Cristo è viva e operante e ad ogni uomo è data la possibilità di incontrarla. Solo una vocazione che nasce dalla coscienza di essere stato amato e scelto per questa specialissima missione può dare il coraggio di dire di sì ad una così totale e impegnativa proposta vocazionale.
La Vita Consacrata è fare della propria vita un omaggio a Dio, un atto di culto della Chiesa, un sacrificio di lode. È di fondamentale importanza per la vita della Chiesa che vi siano dei cristiani i quali, sulla base del loro Battesimo e della loro Cresima, si donano totalmente al Signore, rinunciando a tutti i beni legittimi di cui possono disporre, con un atto di consacrazione che impegna tutta la loro esistenza. Per questa sua natura, la proposta vocazionale alla vita Consacrata è comprensibile e ha forza attrattiva solo se si esprime nell’amore ed è finalizzata a far diventare “amore vivo e vivificante”.
La Vita missionaria poi ha nella forza della carità apostolica e nello zelo per la causa del Padre celeste la sua stessa ragion d’essere. Solo l’esperienza del grande amore di Cristo per l’uomo, solo partendo dalle profondità del suo Cuore divino si può fare una comprensibile proposta vocazionale missionaria ai giovani e invitarli a fare della loro vita un dono “alle genti” di tutta le terra.