N.01
Gennaio/Febbraio 1991

Convegno Vocazionale Regionale del CRV del Piemonte – Valle d’Aosta

“Animatori e vocazione: quale proposta per la speciale consacrazione?”; è stato questo il tema del Convegno regionale proposto dal CRV del Piemonte – Valle d’Aosta, nello scorso settembre (28-30 settembre 1990) a Betania di Valmadonna (AL).

Si è posto come momento conclusivo, fornendo alcune linee concrete ed operative, della ricerca condotta dal CRV (nell’anno pastorale 1989/1990) sul rapporto tra animatori giovani e vocazione nelle nostre comunità locali. Buono è stato il numero dei partecipanti (sacerdoti, religiose, laici) in rappresentanza delle 17 diocesi della regione.

Il salesiano don Giorgio Gozzelino ha inizialmente presentato l’identità della vita consacrata per il Regno, nella Chiesa del presente e del futuro. Il religioso è come “sporgenza oggettiva” della vitalità della Chiesa – ha rivelato don Gozzelino – cogliendone l’importanza attraverso la strada della fenomenologia, della semantica e della fondazione biblica.

A livello fenomenologico, attraverso alla rinuncia al matrimonio e alla famiglia di carne, alla non disponibilità di beni propri, alla non progettazione di una vita su valori profani.

I religiosi poi (ed ecco il livello semantico) sono chiamati così perché richiesti a vivere in maniera incisiva il proprio rapporto con Dio.

La vita di Gesù infitte porta un germe della vita consacrata; quindi il Cristo come codice genetico della vita consacrata.

Suor Paola Magna ha successivamente fornito alcuni criteri per guardare una vocazione e sulla maturità della guida spirituale. 

Ogni vocazione è dono dello Spirito e collaborazione dell’uomo.Tenendo conto più di una visione antropologica (che spiritualistica o psicologica) è importante vedere la libertà dell’uomo nelle sue diverse risposte ed indicare una metodologia che passa nella verifica del tipo di preghiera (è intellettuale o è del cuore?), nel servizio agli altri, nella via della croce, nell’appassionarsi sempre più a Gesù.

Padre Roberto Gazzaniga, gesuita, ha posto infine alcune accentuazioni pastorali sull’itinerario di accompagnamento alla speciale consacrazione. A questo riguardo è importante conoscere del giovane la sua situazione affettiva, la sua storia, la sua ferialità.

Ci si deve sforzare a capire cosa stia cercando, aiutandolo innanzitutto a comprendere come Dio guardi con amore l’uomo ed a maturare soprattutto tre consapevolezze: che la vita non è mia, ma è data, che se ci sono io ciò è grazia del Signore, comprendendo che il Signore chiama.

Che aiuto dare? Anzitutto offrendo loro un contesto di esperienza di Chiesa ed uno strumento prezioso come l’esame di coscienza. È bene dare loro immagini sulle quali confrontarsi nella preghiera, tratte da avvenimenti biblici o da iconografia cristiana.

Due elementi importanti nella preghiera sono irrinunciabili: la grazia da chiedere ed il colloquio; l’accompagnatore deve infatti verificare la preghiera, perché grazie a ciò il giovane sarà stimolato a migliorare.

Un altro aiuto da dare è l’educazione del cuore, aiutando attraverso una metodologia evangelica, a far pervenire al momento in cui siano amati i tre voti evangelici. Utile potrà essere infine fornire momenti di aggregazione in cui illustrare le attese della Chiesa.