N.04
Luglio/Agosto 1991

L’animatore vocazionale e i concreti contesti operativi

Una nuova figura di ministerialità laicale sembra delinearsi nell’immagine dell’animatore vocazionale parrocchiale, ossia di un laico che, in sintonia e in stretta collaborazione con i “nativi” animatori vocazionali (genitori; catechisti; sacerdoti e consacrati; educatori), promuove, dentro la comunità cristiana, l’impegno dell’animazione della pastorale delle vocazioni, in particolare di quelle alla vita consacrata. Per il compito di cui è investito, la figura dell’animatore vocazionale parrocchiale, se non può essere accolta tra i ministeri istituiti, per la sua funzione e il suo servizio specifico, viene inscritta certamente tra i ministeri “di fatto”, tra quanti cioè promuovono stabilmente la vitalità della parrocchia, animandola dal di dentro, soprattutto aiutando gli altri a porsi all’interno di essa nella coscienza delle proprie responsabilità. La presenza e l’azione dell’animatore vocazionale parrocchiale è infatti riconosciuta come una dei tanti modi di servire, in umiltà e discrezione, le diverse categorie del popolo di Dio, promuovendo la “dimensione ministeriale” della Chiesa e la pluralità delle vocazioni.

L’animatore vocazionale parrocchiale non è certo il garante della pastorale vocazionale, né, tanto meno, chi si assume per delega questo impegno, che invece è responsabilità di tutti. Si genererebbero, ancora una volta, confusione ed equivoci se si affidasse a una persona precisa l’onere della animazione vocazionale, esonerando chi, in parrocchia, ha per mandato specifico funzioni pastorali ed educative.

 

 

Animatore di animatori

Mi pare di intravedere la figura e il compito dell’animatore vocazionale parrocchiale come quello di un animatore di animatori.

Si tratta di una persona matura nella fede, che vive il suo servizio nella coscienza di aver ricevuto una vera e propria chiamata, che lo orienta a promuovere tutte le chiamate che il Signore rivolge ai suoi amici.

Di grande capacità comunionale, è in grado di raggiungere i responsabili della pastorale vocazionale perché siano formati ad una mentalità vocazionale, così da poter, a loro volta, “vocazionalizzare” i loro interventi, le proposte pastorali, le attività educative rivolte ai giovani, ai ragazzi e a tutta la comunità. L’animatore vocazionale parrocchiale è una persona inserita all’interno delle normali attività pastorali della parrocchia in cui vive, attenta e sensibile a fare in modo che l’azione della comunità parrocchiale, nel suo insieme, e gli interventi specifici delle persone che in essa operano, siano aperte alla dimensione vocazionale, riconosciuta oggi come essenziale, ma dì fatto ancora troppo relegata a momenti straordinari. In questi anni, infatti, riscontriamo momenti vocazionali più incisivi e meno timidi, più finalizzati a una proposta esplicita delle vocazioni di speciale consacrazione e meno limitati all’annuncio delle vocazioni in generale. Tuttavia tali iniziative vocazionali, così ben definite, sono ancora troppo limitate a momenti circoscritti, a tempi obbligati, quali ricorrenze di anniversari, ordinazioni sacerdotali, ecc., occorrenze cioè in cui “mettere a fuoco” e proporre tali vocazioni non sembra fuori luogo. Occorrerà non dimenticare che occasioni per l’animazione vocazionale sono, invece, la catechesi ordinaria, il tempo liturgico, la direzione spirituale, ossia le situazioni più comuni, e quindi, più ordinarie della vita pastorale.

Gli animatori vocazionali parrocchiali, entusiasti della loro vocazione, come quella degli altri, sapranno, quindi, con il loro inserimento nelle diverse attività pastorali della parrocchia, aiutare a inserire il tema vocazionale dentro il normale svolgimento di ogni proposta, aiuteranno così a recuperare il fine di tutti gli interventi pastorali, che è quello di generare risposte di fede a partire dalla chiamata dei singoli cristiani e maturare frutti di carità nel popolo di Dio, come singoli e nel suo insieme.

 

 

Nella catechesi

Un settore delicatissimo in cui un animatore vocazionale può inserirsi è quello della formazione dei catechisti, ancora troppo lasciati all’iniziativa personale. Sono essi che devono comprendere per primi che la dimensione vocazionale della catechesi non è una parentesi, ma un fatto permanente, se si vuole generare una risposta di fede che si estenda nella vita e che vada al di là di una semplice serie di conoscenze dottrinali. Orientato da questa tensione, l’animatore vocazionale potrà essere di non poco vantaggio se saprà inserirsi discretamente nel gruppo dei catechisti e promuovere “dal di dentro” una paziente opera di educazione e di sensibilizzazione vocazionale.

E che dire del compito degli animatori vocazionali nei momenti in cui la comunità parrocchiale è riunita in assemblea liturgica? Al di là dei momenti dedicati esplicitamente alla preghiera per le Vocazioni (ad es. il primo giovedì del mese), perché non affidare alla loro cura anche la preparazione, ogni domenica, di un intervento per la preghiera dei fedeli in “chiave vocazionale”? A partire dal messaggio specifico della Parola di Dio di quella domenica o dal tempo liturgico proprio, sapranno tradurre in preghiera ciò che il Signore ha detto e vuole che gli chiediamo. Dalla risposta in preghiera alla Parola di Dio tutta intera la comunità parrocchiale sarebbe continuamente richiamata al preciso dovere di rispondere, in fedeltà alla propria chiamata, alle esigenze della Parola.

Un animatore vocazionale parrocchiale sarà attento a non lasciar passare inosservati gli appuntamenti diocesani (quali la Giornata del Seminario, le Ordinazioni sacerdotali; gli anniversari di Professione religiosa, ecc.), che richiedono particolari sottolineature, o quei momenti di speciale risveglio vocazionale (quali la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni), attorno a cui si possono predisporre per tempo attività di animazione vocazionale, con la partecipazione anche di eventuali esperti, quali ad es. mostre, dibattiti, pellegrinaggi a Santuari mariani, visita a Monasteri di Clausura o a Istituti di formazione. Saranno gli animatori vocazionali parrocchiali, all’interno del Consiglio pastorale parrocchiale, a proporre tali iniziative specifiche e a facilitarne la realizzazione.

 

 

Iniziative

Credo di poter individuare un altro impegno, umile, ma prezioso, per gli animatori vocazionali parrocchiali: quello di favorire la partecipazione a incontri zonali o diocesani, di carattere vocazionale, per giovani e ragazzi. Si svolgono un po’ ovunque giornate di spiritualità, corsi di orientamento alle scelte di vita, scuole di preghiera, ecc., a cui potrebbero prendere utilmente parte, dalle singole parrocchie, ragazzi e giovani solo se avessero chi faccia loro conoscere l’iniziativa e fosse disposto ad accompagnarli. Tali proposte, che richiedono un confronto con altre realtà, diverse da quelle parrocchiali, e che, d’altra parte, in una parrocchia, specie se piccola, nemmeno sarebbero pensabili, si rivelano molto spesso momenti ricchi di stimoli, capaci di rigenerare la parrocchia stessa, quando i ragazzi e i giovani riportano la vitalità incontrata. Tuttavia, la partecipazione a queste iniziative extra parrocchiali è spesso assai ridotta, proprio a causa della non proposta. Un animatore parrocchiale. Delle vocazioni, attento alle diverse attività zonali o diocesane, potrebbe segnalarle tempestivamente in parrocchia e favorirne la partecipazione. È anche in questo modo che si può contribuire a vivacizzare una comunità cristiana e trasformare il proprio impegno per le vocazioni in un’occasione di carità, a beneficio di tutta la Chiesa.