Attraversare
«Appena i portatori dell’arca furono arrivati al Giordano e i piedi dei sacerdoti che portavano l’arca si immersero al limite delle acqua – il Giordano infatti è colmo fino alle sponde durante tutto il tempo della mietitura – le acque che scorrevano da monte si fermarono e si levarono come un solo argine molto lungo […]. Le acque che scorrevano verso il mare dell’Araba, il Mar Morto, si staccarono completamente. Così il popolo attraversò davanti a Gerico» (Gs 3,15-16).
Questa immagine del libro di Giosuè descrive in maniera molto illuminante un elemento essenziale di ogni vocazione e di qualsiasi percorso vocazionale. Il popolo che giunge davanti al Giordano ed è in viaggio da una vita, sulla promessa di yhwh, verso il paese dove scorre latte e miele (Es 3,8) ha bisogno di compiere un passo. La narrazione biblica, infatti, invita a considerare il gesto grazie al quale le acque che scorrono si fermano come un solo argine, permettendo di attraversare. Solo quando i piedi dei sacerdoti si immergono al limite delle acque, il corso del fiume lascia spazio ad un ulteriore passo verso il compiersi della promessa.
Anche nella vocazione ci sono passi da compiere, gesti da fare, confini da attraversare, scelte da prendere che man mano segnano un cammino, conducono, nel discernimento della volontà del Padre, al realizzarsi della sua promessa. «Le decisioni, le deve prendere ognuno; non c’è uno che le prende per noi. Ad un certo punto gli adulti, liberi, possono chiedere consiglio, pensare, ma la decisione è propria; non si può dire: ‘Ho perso questo, perché ha deciso mio marito, ha deciso mia moglie, ha deciso mio fratello’: no! Tu devi decidere, ognuno di noi deve decidere, e per questo è importante saper discernere: per decidere bene è necessario saper discernere» (Francesco, Catechesi sul discernimento. 1, 31 agosto 2022). Così papa Francesco nella prima tappa del percorso di catechesi sul discernimento. A ciascuno di noi è chiesta quella responsabilità personale e comunitaria che è intrinseca a ogni cammino vocazionale e a ogni scelta di vita. Il card. John Henry Newman durante il suo viaggio di ritorno dalla Sicilia verso l’Inghilterra, bloccato per un’intera settimana allo Stretto di Bonifacio, scrive (cf. J. H. Newman, Apologia pro vita sua, 63): «Guidami Tu, Luce gentile, attraverso il buio che mi circonda, sii Tu a condurmi! La notte è oscura e sono lontano da casa, sii Tu a condurmi! Sostieni i miei piedi vacillanti: io non chiedo di vedere ciò che mi attende all’orizzonte, un passo solo mi sarà sufficiente».