N.06
Novembre/Dicembre 2022

Non è mai troppo tardi

Si chiede quanto spazio rimanga nell’anima di una persona per permetterle di cambiare una volta che invecchia. Chi le resta da incontrare, cosa vedono gli altri in lei e cosa possono farle vedere di se stessa”.

Fredrik Backman, “Britt-Marie è stata qui”, Mondadori

 

Britt-Marie è una tranquilla casalinga, ha passato da un po’ la sessantina, vive ogni giorno seguendo la stessa routine piuttosto maniacale rispetto a ordine e pulizia, ma improvvisamente la sua vita organizzata si ribalta: alla scoperta che il marito la tradisce se ne va di casa e si ritrova a cercarsi un lavoro. Mica per altro, ma perché ha paura di morire in solitudine, senza che nessuno se ne accorga: “Se avesse avuto un lavoro qualcuno avrebbe notato che non c’era”. Ma cosa può fare una donna di mezz’età meticolosa, abitudinaria, scrupolosa, che non ha esperienze lavorative di alcun tipo? Così finisce a Borg, un piccolo centro della Svezia, dove tutto è chiuso – il campo da calcio, la scuola, l’ambulatorio – per fare un lavoro che nessuno ha voluto: la custode del centro ricreativo, ovviamente chiuso anch’esso. Come un’extraterrestre, Britt-Marie sbarca nel paese abitato da adulti alcolizzati e ragazzini che giocano a calcio e, pian piano, con la sua mania per le pulizie e i suoi modi burberi, ma schietti, conquista tutti. Inaspettatamente, la sua vita si apre agli altri, alle relazioni: stringe amicizie (anche con un ratto!) e comincia a fare esperienze mai provate in tutti i grigi quarant’anni precedenti, fino a diventare allenatrice della squadra di calcio. Pagina dopo pagina, Britt-Marie acquisisce consapevolezza, fiducia in se stessa, speranza per il futuro. Si trasforma. E quando viene posta di fronte a una decisione difficile (“Non è una scelta razionale di fronte alla quale porre una persona”), sa cosa fare: lasciare un progetto che permetta ad altri di crescere e prendere una strada che permetta a lei di volare senza paura. Fredrik Backman ci consegna un romanzo che è il racconto di persone normali, ordinarie, che un giorno dopo l’altro costruiscono lo straordinario. Ognuno si porta dentro il peso di errori, fallimenti e dolore, eppure ciascuno, dal più piccolo al più grande, è indispensabile, nella sua unicità e con la sua storia, per cambiare il corso delle cose. Partendo dal far pulizia, metaforicamente e non: “Sconforto? Delusione? Ritirar di remi in barca? No, perché se hai il bicarbonato con te, puoi affrontare tutto lo sporco del mondo!”.