N.06
Novembre/Dicembre 2025
Fonti /

Il dovere di vigilare sempre

Amma Sincletica disse: “Figli, tutti sappiamo come essere salvati, ma per la nostra negligenza ci allontaniamo dalla salvezza”.

 

Un anziano disse:  “L’uomo deve custodire la sua opera perché non vada perduta: se infatti uno lavora molto e non custodisce nulla, non ne trae alcun profitto, se invece lavora poco e custodisce, la sua opera resta salda”.

 

Un anziano disse: “Se il nostro uomo interiore non è vigilante, non è possibile custodire anche quello esteriore”.

 

Abba Orsisio disse: “Credo che, se un uomo non custodisce bene il proprio cuore, dimentica e trascura tutto ciò che ha udito, e così il Nemico, trovando spazio in lui, lo fa cadere. Come una lucerna preparata e accesa, se ci si dimentica di prendere dell’olio, poco a poco si spenge alla fine le tenebre hanno la meglio su di essa, e non solo, ma se mai un topo si avvicina ad essa e cerca di divorare lo stoppino non può farlo  finché essa non si spenga, Così, se l’anima è negligente, a poco a poco lo Spirito santo si ritira, finché il suo calore non sia completamente estinto; e allora il Nemico, dopo aver divorato lo zelo dell’anima, distrugge anche il corpo con il vizio. Se però è un uomo che ha buone disposizioni nei confronti di Dio, che è compassionevole, mette in lui il suo timore e il ricordo dei castighi e così lo dispone a essere vigilante e a custodire se stesso per l’avvenire con grande precauzione, fino alla sua visita.

 

(Detti  dei padri del deserto. Collezione sistematica, a cura di Luigi d’Ayala Valvai, Ed. Qiqajon, Magnano, BI  2013, p. 391;393;396-397)

 

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