Il Terzo Congresso Continentale sulle vocazioni al Ministero Ordinato e alla Vita Consacrata in Nord America
La struttura unica del Terzo Congresso Continentale sulle Vocazioni al Ministero Ordinato e alla Vita Consacrata si è sviluppata nel corso di anni, ma il centro è sempre stato d’équipe: responsabilità condivisa, discernimento condiviso, partecipazione condivisa tra Canada e Stati Uniti d’America. Come i discepoli sulla via di Emmaus, due nazioni hanno parlato e discusso e agito in base al loro riconoscimento di Cristo risorto, riconosciuto nello spezzare il pane e nello spiegare le Scritture. Ora che il Congresso è terminato, coloro che vi hanno partecipato fanno ritorno alle loro parrocchie, comunità e diocesi, proprio come nel Vangelo di Luca i primi discepoli ritornano a Gerusalemme dagli Undici e i loro compagni raccolsero le energie per compiere l’opera del Signore.
Questa relazione riporta dettagliatamente le tappe nel viaggio che tuttora continua ad incoraggiare e sostenere le vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata in Nord America. La proposta di tenere un Congresso Continentale sulle Vocazioni in Nord America venne da Sua Santità, il papa Giovanni Paolo II, attraverso la Pontificia Opera per le Vocazioni Ecclesiastiche con la collaborazione e l’approvazione della Congregazione per l’Educazione Cattolica, la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, e la Congregazione per le Chiese Orientali. Fin dal principio l’iniziativa è stata autenticamente d’équipe.
Negli Stati Uniti l’invito da parte del cardinale Pio Laghi, Prefetto della Congregazione Vaticana per l’Educazione Cattolica, fu ricevuto dal nuovo presidente della Commissione Episcopale per le Vocazioni, il vescovo Roger L. Schwietz, OMI, allora vescovo di Duluth, Minnesota (in seguito arcivescovo di Anchorage, Alaska), alla fine del 1998; e in Canada dai vescovi ausiliari André Rivest di Montreal e Richard J. Grecco allora di London [Ontario] (ora vescovo ausiliare di Toronto), con la nomina del reverendo Emilius Goulet, PSS, allora Segretario Generale della Conferenza Canadese dei Vescovi Cattolici. I tre vescovi si sono incontrati a Roma il 10 novembre 1999 con l’arcivescovo Giuseppe Pittau, SJ, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, e con il reverendo p. Raffaele Sacco, RCJ, della Pontificia Opera per le Vocazioni, per agevolare l’incontro. La visione è stata collaborativa dall’inizio, con i consiglieri episcopali degli Stati Uniti e del Canada che pervennero ad un rapido consenso sulla prospettiva allargata dell’avventura. Dal momento che il Primo Congresso Continentale si tenne in America Latina nel 1994, fu deciso che i delegati del Messico sarebbero stati invitati come ospiti, ma siccome il Messico partecipò ampiamente al Primo Congresso, i delegati sarebbero stati scelti in primo luogo del Canada e degli Stati Uniti, con ospiti da Messico, Antille Francesi e dalle altre nazioni anglofone e francofone.
Il Secondo Congresso Continentale si tenne in Europa nel 1997 con la partecipazione di 37 nazioni. Sia il Primo che il Secondo Congresso Continentale furono in stile sinodale, con 200 delegati in America Latina e 253 in Europa. Ma il proposto Terzo Congresso Continentale doveva essere più ampio, con larga partecipazione di vescovi, preti, diaconi, direttori per le vocazioni (sia diocesani che religiosi), religiose e religiosi, superiori/e di ordini religiosi e congregazioni, membri di istituti secolari, giovani adulti, laici dall’ampia varietà di organizzazioni impegnate per le vocazioni, così come genitori e cattolici praticanti dei più vari livelli sociali. L’idea sottostante la rappresentanza era che il Congresso sarebbe stato sia un comitato di esperti con la responsabilità di ispirare un piano pastorale, sia un amplificatore per il morale di quelli coinvolti nel ministero della vocazione nelle parrocchie, nelle diocesi e conferenze nazionali.
Il primo incontro dei consiglieri episcopali con la Commissione Episcopale per le Vocazioni negli Stati Uniti avvenne il 22 febbraio 2000 a New Orleans, Louisiana, e durò l’intera giornata. I propositi e gli obiettivi del Terzo Congresso Continentale erano quattro:
– instaurare condizioni ambientali positive in Nord America per promuovere e celebrare le vocazioni agli Ordini Sacri e alla Vita Consacrata;
– unificare e guidare la Chiesa in Nord America nel suo mandato di nutrire le vocazioni;
– accogliere futuri operai per la messe con speranza, e
– creare e realizzare un piano continentale che sia pastorale e realistico.
Per il Congresso furono nominati co-presidenti il rev. Edward J. Burns per gli Stati Uniti e il rev. Raymond Lafontaine per il Canada. Furono formati dei gruppi con un bilanciamento di “lavoratori per le vocazioni” Canadesi e Statunitensi nelle categorie che separavano gli elementi essenziali del progetto: Comunicazioni, Documentazione, Finanza, Liturgia, Logistica, Programma, e, aggiunto successivamente, il gruppo per i Congressi vocazionali regionali/diocesani. Co-presidenti, consiglieri episcopali, presidenti di gruppo e membri selezionati di quei gruppi formavano un Comitato Esecutivo di 20 persone per soprintendere al Congresso dall’inizio alla fine. Tutte le persone coinvolte nel processo di pianificazione si incontravano frequentemente e con rispetto per assicurare che l’evento sarebbe stato elevante, prammatico, e basato sui migliori principi teologici. Divenne la caratteristica del Comitato Esecutivo che perfino le tensioni fossero salutari poiché tutti erano investiti dal compiere l’opera del Signore nella speranza.
Il Comitato Esecutivo occasionalmente si è incontrato con la Commissione Episcopale per le Vocazioni negli Stati Uniti, ma i due lavoravano indipendentemente benché con una considerevole sovrapposizione di membri. All’incontro del 28 settembre 2000 a Las Vegas, Nevada, fu accettato il preambolo teologico: “Attraverso il Battesimo Dio ci chiama alla santità, al discepolato e al servizio. Ciascuno ha una vocazione da Dio ed è nostra responsabilità nutrire la consapevolezza, il discernimento, la celebrazione di tutte le vocazioni della Chiesa. Nella Chiesa, alcuni sono chiamati alla testimonianza permanente e pubblica e al servizio nella vita consacrata e nel ministero ordinato. Noi celebriamo la testimonianza unica e insostituibile offerta da coloro che rispondono a questa chiamata”. Per qualche tempo i delegati furono distinti da coloro che intervengono a un congresso sulle vocazioni, ma presto divenne più ragionevole per tutti coloro che venivano essere considerati come delegati con uguale responsabilità per ascoltare e decidere sulle indicazioni per inculcare una rinnovata cultura della vocazione nella Chiesa Nordamericana.
In un incontro congiunto il 12 novembre 2000 a Washington, Distretto di Columbia, il tema fu approvato unanimemente: “Vocación, Don de Dieu, Given for God’s People” [Vocazione, dono di Dio, dato per il popolo di Dio]. Il lavoro di pianificazione fu diviso in tre fasi:
1) preparazione
2) Congresso
3) realizzazione.
Nello stabilire un sito per il Congresso si procedette con l’aiuto dell’Ambasciata Canadese e le visite ai siti. Fu scelta Montréal per la sua lunga e ricca storia ecclesiale, il suo carattere cosmopolita e multiculturale e la forte presenza delle tre lingue della Chiesa Nordamericana: inglese, francese e spagnolo. Una ditta di organizzazione congressi, la O’Donoughue e Associati di Montréal, fu assunta per aiutare nella pubblicità individuale per corrispondenza con relatori e delegati (iscrizione, conferma) e la cura dei dettagli del sito (assicurazione, sicurezza, contratti con hotel e ristoranti). Fu stabilita una lista di incontri, con uno nella città di Québec che comprendeva i Padri Amedeo Cencini e Eusebio Hernandez, OAR, e Raffaele Sacco, RCJ, in rappresentanza del POVE, così come i membri di tutti i gruppi. L’incontro di Québec coincise con la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni del 2001, esattamente un anno prima del Congresso, 18-21 aprile 2002, che si concluse con la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni 2002. Così la Chiesa Universale si riuniva in preghiera prima e durante il Congresso per pregare il Padrone della Messe di continuare a chiamare anime generose ad essere testimoni nel servizio come ministri ordinati, religiosi e consacrati secolari.
All’incontro del 24 marzo 2001 a Hamilton, Ontario, la possibilità di una concomitante adunata di giovani fu abbandonata per deferenza verso la Giornata Mondiale dei Giovani in programma per il 23-28 luglio 2002 a Toronto. Al suo posto il Comitato Esecutivo decise di fare uno sforzo concertato per invitare giovani adulti a partecipare come delegati al Congresso. Con la piena partecipazione nelle deliberazioni del Congresso e con la presenza della Croce della Giornata Mondiale dei Giovani nella liturgia finale il collegamento tra il Congresso e l’evento internazionale della Giornata Mondiale dei Giovani sarebbe stato evidente, efficace, promettente.
All’incontro di Québec del 5-7 maggio 2001 fu presentato il logo del Congresso, offrendo al Congresso il seminatore e il seme come efficace fondamento biblico per il lavoro del Congresso. Il seminatore richiama la parabola del seminatore del Vangelo (Mt 13,3-9.18-23; Mc 4,3-9.14-20; Lc 8,4-8.11-15). Richiama inoltre le parole di san Paolo: “Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere” (1Cor 3,6). Il colore verde del logo in tre sfumature è segno di nuova crescita, speranza nella messe da venire. Dio è il primo seminatore, e i cattolici in tutti gli stati di vita sono, in virtù della loro vocazione battesimale, messaggeri di Dio che “progettano” nella speranza i semi della parola di Dio.
L’estate del 2001 fu dedicata a preparare l’Instrumentum Laboris e le Guide dei Partecipanti e “Facilitator” per i Congressi vocazionali regionali/diocesani. L’Instrumentum Laboris anticipava il programma per il Congresso cominciando nel presente senza tempo con una teologia della chiamata e muovendosi attraverso le vocazioni alla luce della missione della Chiesa, nel contesto sociologico specialmente dei giovani adulti di oggi, e concludendo con le sfide e opportunità del futuro. Esso identificava e spiegava le varie dimensioni del lavoro vocazionale attualmente svolto negli Stati Uniti e in Canada, e riferisce accuratamente sullo stato di ciascuna vocazione sia in Canada sia negli Stati Uniti. È evidente dall’Instrumentum Laboris che i migliori sforzi di entrambe le nazioni devono essere e sono sempre stati d’équipe, ma esso mostra che può essere fatto di più per creare un clima di vocazione nella Chiesa di entrambe le nazioni, congiuntamente e separatamente. A tutti i membri del Comitato Esecutivo fu chiesto di commentare le bozze dell’Instrumentum Laboris quando esso giunse a completamento, ma la responsabilità per l’edizione finale rimaneva nelle mani dei consiglieri episcopali e dei co-presidenti al lavoro con il presidente del Gruppo di Documentazione.
Nel tentativo di mettere sull’avviso l’intera Chiesa da un capo all’altro del Nord America per la chiamata ad una rinvigorita cultura della vocazione che si risolvesse in vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata, il Comitato Esecutivo chiese congressi vocazionali locali per generare entusiasmo e dati per i delegati al Congresso. Questi “mini-congressi”, guidati dagli uffici per le vocazioni diocesani e religiosi, approvati e solitamente seguiti dagli ordinari, fornivano sessioni d’ascolto alle quali un’ampia rappresentanza di cattolici praticanti avrebbe guidato il lavoro dei delegati al Congresso e ispirato sezioni del piano pastorale risultante. Questi Congressi vocazionali diocesani/regionali ebbero luogo dal settembre 2001 fino a tutto gennaio 2002, coinvolgendo quasi 10.000 partecipanti da 136 diocesi di Canada e Stati Uniti. Le domande fatte erano semplici e profonde:
1) Quando considera la vita consacrata e il ministero ordinato in Nord America oggi, cosa le dà speranza?
2) Oggi in Nord America, cosa vede come ostacoli a che qualcuno consideri/lei incoraggi la vita consacrata e il ministero ordinato?
3) Come responsabile per incoraggiare le vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata, scelga tre idee che le piacerebbe aver realizzato o azioni che lei potrebbe (vorrà) compiere.
Accuratamente collazionati per paese e lingua (USA, Canada anglofono, Canada francofono), i dati furono raccolti secondo raggruppamenti per età (meno di 30, 30-50, sopra i 50), mostrando una ragguardevole somiglianza in ciò che attrae e ciò che impedisce una risposta generosa alla chiamata di Dio al servizio alla Chiesa, benché cambiasse l’enfasi a seconda dell’età e dell’identità nazionale. Ma ciò che restava uguale era l’incomparabile entusiasmo generato dai Congressi vocazionali diocesani/regionali. Cattolici di tutte le età erano impressionati dal sincero desiderio del Comitato Esecutivo del Congresso di conoscere le esperienze locali di pratica della fede per persone di tutte le età specialmente per quanto riguarda le vocazioni nella Chiesa. “Riunioni come questa”, osservavano molti partecipanti, “danno alla gente di tutte le età speranza contro gli ostacoli del consumismo, del secolarismo e della mancanza di una educazione religiosa, così come dell’affievolito sostegno dalla famiglia, dai pari e dalle persone ordinate e consacrate”.
L’Instrumentum Laboris per il Congresso, scritto dal Gruppo di Documentazione presieduto dalla dott.sa Patricia L. Skarda, fu pubblicato sia in inglese che in francese nel settembre 2002, insieme alle Guide per i Partecipanti e i “Facilitator” per i Congressi vocazionali diocesani/regionali, scritte dal Rev. William J. Kubacki e il suo gruppo. La distribuzione di questi documenti fu ritardata in seguito agli attacchi terroristici per via dell’intensificata sicurezza della posta negli Stati Uniti e tra gli Stati Uniti e il Canada, ma la pubblicazione dei documenti su internet compensò per i ritardi. Il sito web del Congresso pubblicava regolari notizie per informare delegati e partecipanti ai Congressi vocazionali diocesani/regionali dell’avanzamento verso il Congresso. Durante e dopo il Congresso inoltre il sito web forniva i momenti salienti del Congresso, compresi i testi di tutti i relatori, i sommari dei gruppi di studio e le omelie dei celebranti. La Preghiera per il Congresso è stata progettata e stampata in tre lingue e fu distribuita con appelli alla preghiera così come al sostegno finanziario da parte delle congregazioni religiose da un capo all’altro di Canada e Stati Uniti. La Canzone del Congresso, scritta da Julie Lafontaine e Bernie Cossentino, con traduzioni di Raymond Lafontaine, Micheline Paré e Cécile Gagné, era disponibile a settembre, in tempo per l’incontro del Comitato Esecutivo a San Antonio. Il CD di “On a Mission/En Mission/Y Me Da Una Misión” registrato nelle tre lingue del Congresso, fu adottato anche dal Comitato per la Giornata Mondiale dei Giovani e fu pubblicato da OCP Publications in Oregon. Sia i CD che lo spartito erano disponibili per l’acquisto al Congresso. Il Comitato Esecutivo per il Congresso e parecchi gruppi si incontrarono frequentemente all’approssimarsi del Congresso: il 3 dicembre 2001 a Montréal nel sito del Congresso, Hotel Queen Elizabeth; 14-17 marzo 2002 a Montréal al CND Generalate, e alla fine all’hotel del Congresso il 17 aprile 2002, il giorno prima del Congresso. Questi incontri chiarivano i molti dettagli nell’instaurare il programma, predisporre per la logistica, pagare perché tutto andasse liscio.
Gli impegni finanziari comportati da questo Congresso erano molti, e le discussioni tra le Conferenze Episcopali Statunitense e Canadese progettarono una spartizione delle spese: due terzi Stati Uniti, un terzo Canada, ma mentre il lavoro procedeva quella ripartizione cambiava, secondo il Presiedente del Gruppo Finanza, Wilf Wikinson, dal momento che entravano somme di denaro da parte dei Knights of Columbus [Cavalieri di Colombo], del Serra International, della Fondazione Famiglia Paluch e da 136 comunità religiose, per la maggior parte canadesi. La generosità di questi benefattori garantiva la presenza di delegati che non potevano pagarsi interamente l’iscrizione, vitto e alloggio, spese di viaggio, e anche molte comunità religiose mandarono pure delegati a pagamento pieno. Con le tasse d’iscrizione mantenute al minimo, 1138 persone sono venute e sono state molto contente di essere lì a pregare, ad ascoltare e a deliberare. È stato per la maggior parte un congresso ispiratore, non diverso dall’esperienza dei primi discepoli che si domandavano l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32).
Quando alla fine il Congresso è cominciato, ai volontari e al personale della sicurezza sono state impartite istruzioni dal Presidente del Gruppo Logistica, Allan Calvert; il Gruppo per il Programma, presieduto da suor Catherine Bertrand, SSND de N, ha posizionato e decorato i tavoli; le conferenze stampa erano state combinate e tenute dal Gruppo per le Comunicazioni, presieduto dal Rev. Julien Guillot; e tutto era pronto per il culmine di quasi quattro anni di progettazione con crescenti gradi di dettaglio. Durante l’intero processo il Comitato Esecutivo spesso ricordava a se stesso che veramente era Dio il responsabile e che Dio avrebbe diretto il tutto secondo la sua volontà. Malgrado l’ombra scura proiettata dalla denuncia degli scandali sessuali tra il clero negli Stati Uniti, il Terzo Congresso Continentale bruciava dal desiderio del dono della benevolenza di Dio, a cominciare dall’accensione rituale del Cero Pasquale e dal rischiararsi delle tenebre in un’enorme sala da ballo con tavoli colmi di zelanti delegati, per concludere con l’incarico a tutti i delegati di tornare alle loro comunità locali per compiere l’opera che Cristo ci ha chiesto di compiere per amore della Chiesa Cattolica.
I relatori del Congresso al completo furono invitati oltre un anno in anticipo dal Gruppo per il Programma:
1) “Vieni e seguimi” , Rev. Donald Senior, CP, direttore generale di “The Bible Today” e “The Catholic Study Bible”.
2) “Vocazioni: l’importanza culturale, ecclesiale e biblica”, Rev. Ronald Rolheiser, OMI, Consigliere Generale per il Canada del suo ordine, gli Oblati di Maria Immacolata.
3) “Cultura: la nostra sacra dimora”, suor Marie Chin, RSM, Presidente delle Sisters of Mercy of the Americas.
4) “Un ritratto dei giovani adulti cattolici: la loro speranza e la loro promessa”, suor Mary Johnson, SND de N, Professore Associato di Sociologia presso l’Emmanuel College di Boston, Massachusetts.
5) “Le vocazioni e la missione della Chiesa”, Rev. Gilles Routhier, Vicepreside per gli Studi presso la Laval University della Città di Québec, nel Québec.
I relatori si sono basati sulle fonti bibliche vocazionali per sviluppare l’influenza della Cultura Nordamericana sul clima delle vocazioni. Il dono e la sfida della diversità culturale ha condotto tutti in una moderna analisi dei giovani di oggi, che si è conclusa con uno studio delle vocazioni per la missione della Chiesa. Saluti e osservazioni supplementari, spesso importanti, sono stati dati da Sua Santità il papa Giovanni Paolo II, dal cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, dall’arcivescovo Pierangelo Silvano Nesti, Segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, e dall’arcivescovo Giuseppe Pittau, SJ, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Questi saluti sono stati pubblicati sul sito web appena ricevuti. I discorsi di questi invitati sono stati anche tradotti in inglese, francese e spagnolo e resi disponibili per i delegati il più presto possibile.
Tutti i relatori al completo e la maggior parte delle osservazioni fatte dagli invitati venivano tradotti simultaneamente per i delegati. Le riproduzioni su nastro sono nella lingua nella quale esse sono state pronunciate. Le omelie non sono state sempre tradotte dal celebrante, ma il mescolarsi delle lingue aggiungeva diversità alle celebrazioni liturgiche e alla preghiera del mattino e, seguendo il Congresso, erano pubblicate sul sito web. La spesa di traduzione si dimostrò considerevole, ma valeva la pena che nessun delegato fosse privilegiato rispetto ad un altro. In aggiunta a questi relatori, il sabato pomeriggio furono allestiti 16 gruppi di studio su una varietà di argomenti attinenti al ministero della vocazione. Il tempo ha consentito a ciascun delegato di intervenire a uno solo dei gruppi di studio, cosa che qualcuno ha lamentato, ma la maggior parte dei gruppi di studio è stata incisa su nastro e resa disponibile per l’acquisto al Congresso stesso così come attraverso il sito web. Le guide dei gruppi di studio furono scelte per la loro conoscenza ed esperienza del ministero ordinato, ma nessuno pensava di avere l’esclusiva sulla verità. Tutte le guide dei gruppi di studio lasciavano tempo per domande e commenti, e le registrazioni su nastro rivelano che le esperienze dei delegati erano considerevoli e interessanti.
Segue la lista dei gruppi di studio:
1) “Promuovere immagini positive del sacerdozio e della vita religiosa”, suor Barbara Kraemer, OSF, Direttore del Centro per lo Studio della Vita Religiosa (CRSL) negli Stati Uniti, e suor Diane Poplawski, OP, Direttore Esecutivo della Coalizione Nazionale per le Vocazioni della Chiesa (NCCV) negli Stati Uniti. Entrambi sono fondati a Chicago, Illinois, nel “campus” dell’Unione Teologica Cattolica.
2) “Mezzi di comunicazione di massa/tecnologia nella consapevolezza della vocazione”, Rev. John Regan, Direttore Diocesano per le Vocazioni della Diocesi di Joliet nell’Illinois.
3) “Parrocchia e vita di famiglia: piantare semi di vocazioni”, Sig.ra Dorothy Foss, Direttore Esecutivo della Conferenza Nazionale dei Direttori Diocesani per le Vocazioni (NCDVD), situato in Carolina del Sud, e M.to Rev. Richard Garcia, vescovo ausiliare della Diocesi di Sacramento, California.
4) “Piantare i semi: il ruolo degli educatori nella consapevolezza vocazionale”, fratel James McVeigh, OSF, educatore e membro del Consiglio Nazionale della Conferenza Nazionale per la Vocazione Religiosa (NRVC), e suor Deanna Sabetta, CND, educatrice e Direttore per le Vocazioni alla Vita Religiosa e Direttore per l’Apostolato Universitario nell’arcidiocesi di New York.
5) “Promozione vocazionale negli Istituti Superiori e nelle Università”, Rev. Len Altilia, SJ, Presidente della Commissione Vocazionale della Giornata Mondiale dei Giovani 2002 e Direttore per le Vocazioni dei Gesuiti del Canada inglese, e suor Mary Pellegrino, CSJ, Direttore dei Ministeri vocazionali delle Suore di San Giuseppe di Baden, Pennsylvania, e presidente del Consiglio per le Vocazioni Religiose di Pittsburgh.
6) “Come essere guide per il discernimento e consiglieri per i giovani”, M.to Rev. Gregory Aymond, vescovo della Diocesi di Austin, Texas, ed ex Presidente/Rettore del Seminario Notre Dame di New Orleans, Louisiana, e suor Ileana Fernandez, CSJ, Direttore dello Sviluppo Vocazionale delle Suore di San Giuseppe di Medaille e membro del Consiglio Nazionale della Conferenza Nazionale per la Vocazione Religiosa (NRVC).
7) “Istituti secolari: chiamati a santificare il mondo dal di dentro”, Simona Huneault, dell’Ontario, Presidente e Direttore Esecutivo dell’Istituto Secolare delle Oblate Missionarie di Maria Immacolata.
8) “Attrarre e sostenere nuovi membri nelle comunità religiose… Cosa serve?”, fratel Paul Bednarcyk, CSC, Direttore per le Vocazioni della Congregazione della Santa Croce e nuovo Direttore Esecutivo della Conferenza Nazionale per la Vocazione Religiosa (NRVC), e suor Catherine Bertrand, SSND, Direttore Esecutivo uscente dell’NRVC e Presidente del Gruppo per il Programma del Congresso e precedente Direttore per le Vocazioni dell’arcidiocesi di Saint Paul/Minneapolis, Minnesota.
9) “Che cosa serve per attrarre candidati al sacerdozio diocesano?”, Rev. David Hulshof, Presidente della Conferenza Nazionale dei Direttori Diocesani per le Vocazioni (NCDVD) e pastore di due parrocchie presso Springfield, Missouri, e Rev. William J. Kubacki, Ex Presidente del NCDVD, Direttore per le Vocazioni della diocesi di Toledo, Ohio, e Presidente del Gruppo per i Congressi vocazionali diocesani/regionali.
10) “Capire il diaconato permanente”, diacono George Newman, Direttore coordinativo per il Programma di Formazione del/al Diaconato dell’arcidiocesi di Toronto e Assistente Amministrativo del Rettore del Seminario di S. Agostino, dopo una carriera nel settore del legname.
11) “Raccontiamo le nostre storie: carrellata di giovani sacerdoti e religiosi”, suor Amedee Maxwell, SBS, Madre delle novizie e coordinatrice dei Programmi provvisori di impegno delle Sorelle del Santo Sacramento e prima infermiera e amministratrice infermieristica.
12) “Collaborare con i gruppi laici”, Rev. Brian Hughes, Direttore per le Vocazioni e Direttore di Seminari(sti) nella Diocesi di Sioux City nello Iowa.
13) “Capacità essenziali per i candidati di domani”, Rev. Raimond P. Carey, Psicologo e sacerdote dell’arcidiocesi di Portland nell’Oregon.
14) “Accompagnare il discernimento vocazionale”, Rev. Bernard Carrière, SJ, Direttore della Villa Saint-Martin, a Pierrefonds (Canada).
15) “La sfida del risveglio vocazionale tra le congregazioni”, suor Limette Ducharme, ss.cc.j.m., Centro Vocazionale di Montréal, e suor Cécile Gagné, r.h.s.j., Direttrice Generale del Centro Vocazionale di Montréal.
16) “Le vocazioni ai ministeri ordinati e alla vita consacrata: approcci innovatori”, fratel Daniel Cadrin, OP, Direttore dell’Istituto di Pastorale dei Domenicani a Montréal.
Il programma era “misurato” per tenere conto di un considerevole tempo per la discussione ai tavoli per i delegati. L’ultimo conteggio dei delegati era 1138, seduti a 120 tavoli in una sala da ballo dell’Hotel Queen Elizabeth, grande abbastanza da ospitare non solo i tavoli ma anche le idee dei membri. I delegati furono scelti da “sottogruppi” del Comitato Esecutivo che identificarono conferenze e associazioni per l’assegnazione dei delegati. Il Gruppo per il Programma assegnò i delegati ai tavoli in modo da avere un campione dei partecipanti che interagisse e riflettesse la diversità di quelli direttamente o indirettamente impegnati nella promozione delle vocazioni in Canada e negli Stati Uniti: vescovi, superiori maggiori, direttori religiosi e diocesani, responsabili della formazione di religiosi e seminaristi, membri di istituti secolari, sacerdoti ordinati recentemente, religiosi neo-professi, pastori, ministri della gioventù, ministri per gli studenti universitari, educatori, giovani, Serrani, Cavalieri di Colombo, e altre associazioni di laici che offrono sostegno umano, spirituale e finanziario all’opera vocazionale.
La “facilitator” assunta, Renée Stevens, insieme al Gruppo per il Programma, creò una struttura razionale per le discussioni ai tavoli, cosa che fu chiamata lo “svolgimento” del Congresso per i delegati. Oltre ad uno spazio di tempo per l’introduzione all’inizio e tempo per il mandato di ciascuno alla fine dei tre giorni di Congresso, i tavoli discussero le questioni essenziali nel corso di due momenti, ciascuno di 90 minuti, compreso alla fine un po’ di tempo perché i tavoli mandassero un delegato ai microfoni così che l’intera assemblea potesse sentire i risultati delle discussioni degli altri tavoli. Ogni tavolo aveva una guida e un cancelliere precedentemente identificati dal Gruppo per il Programma. Questi individui ricevettero qualche ammaestramento prima dell’inizio del Congresso, la sera di giovedì 18 aprile, cosicché ciascun tavolo, sia che fosse di lingua inglese, francese o spagnola, funzionava in modo analogo. L’accordo del tavolo veniva appropriatamente messo a verbale su fogli successivamente raccolti e analizzati. Seguono le domande:
1) Venerdì, 14.00 – 15.30: Come siamo sintonizzati con ciò che Dio chiede in questo tempo nella nostra realtà nordamericana? Cosa rende possibile essere sintonizzati? Cosa lo rende difficile? I tavoli hanno risposto con 3 idee.
2) Sabato, 16.45 – 18.15: Avendo ascoltato con la testa, con il cuore e con lo spirito questi giorni, da tutto ciò che state mettendo insieme, quali intuizioni pratiche e idee offrite da questo Congresso? La risposta a questa domanda è stata divisa in due categorie: Essere (BE-ing) e Fare (DO-ing).
Lo “svolgimento” del Congresso coinvolse ogni delegato in discussioni che andavano dall’ispirato al concreto, dal provocatorio al pragmatico, e i risultati esprimono un’ampia gamma di stimoli contemplativi e apostolici per l’intera Chiesa di cui tenere conto. Il programma dei relatori, i gruppi di studio e le domande per lo “svolgimento” del Congresso si attuavano di concerto con la preghiera della comunità preparata dal Gruppo per la Liturgia, presieduto dal Rev. Paul Boily. La preghiera ha iniziato e concluso il Congresso, con una preghiera di apertura, preghiere del mattino concluse da testimonianze di un sacerdote ordinato di recente, un diacono e una suora neo-professa; e le tre celebrazioni liturgiche nelle cattedrali di Montréal: la Basilica di S. Patrick di venerdì, la Cattedrale Maria Regina del Mondo di sabato e la celebrazione conclusiva nella Basilica di Notre Dame. I principali celebranti sono stati il vescovo Wilton Gregory, Presidente dell’USCCB, il vescovo Jacques Berthelet, CSV, Presidente del CCCB, e il cardinale Jean-Claude Turcotte, arcivescovo di Montréal. Ciascuna delle celebrazioni liturgiche ricordava ai delegati che Cristo fu riconosciuto allora e ora nello spezzare il pane. Il vero linguaggio delle liturgie era il linguaggio del Cristo risorto, che era, che è e che viene.
La sorpresa del Congresso fu il riconciliarsi dei giovani adulti con una litania di ringraziamenti a tutti i presenti per il privilegio di prendere parte al Congresso e alla Chiesa. Hanno chiesto la preghiera, istruzione e risorse per la catechesi, il dialogo “ispiratore”, possibilità di direzione, la testimonianza autentica e gioiosa da parte di coloro che vivono la vita consacrata e servono come ministri ordinati, e il continuo nutrimento delle loro vocazioni personali attraverso il discernimento con guide spirituali o consiglieri.
Un banchetto finale ha concluso il Congresso con una sequela di ringraziamenti a tutti coloro che hanno partecipato e a coloro che hanno servito generosamente in qualsiasi competenza nella direzione di realizzare questo evento straordinario nella storia della Chiesa Cattolica in Nord America.
L’ultimo incontro del Comitato Esecutivo ebbe luogo il giorno dopo il Congresso, all’Hotel Queen Elizabeth. Là il Comitato ha identificato i tratti essenziali delle preoccupazioni e delle sfide nelle risposte delle due considerevoli discussioni ai tavoli. Lì il Comitato ha distribuito il lavoro per il documento finale e per la fase di completamento del Congresso così che l’entusiasmo generato dal Terzo Congresso Continentale per le Vocazioni non si affievolisse ma continuasse a ravvivare il fuoco dell’azione da un capo all’altro dei due paesi. Un gruppo, presieduto da padre Raymond Lafontaine, fu costituito per abbozzare il Piano Pastorale per il Nord America; gli Atti dei Congressi sarebbero stati raccolti dalla dott.sa Patricia L. Skarda; le valutazioni sul nostro lavoro insieme sarebbero state preparate da suor Patricia McDermott; e la storia del Congresso fu scritta da padre Edward J. Burns.
La Commissione Episcopale per le Vocazioni per l’USCCB ha richiesto a tutte le diocesi di guidare riunioni post-congresso. Lo strumento per queste riunioni può essere trovato nel piano pastorale. È speranza della Commissione Episcopale per le Vocazioni di formulare una nuova Strategia Nazionale per le Vocazioni dopo che i membri della Commissione abbiano esaminato il riscontro dai congressi diocesani.
Le parole del nostro Santo Padre ai partecipanti del Congresso ci hanno dato orientamento, sostegno e motivazione che continua ancora oggi. Egli disse: “Il logo del Congresso, il Seminatore che sparge con abbondanza (cfr. Mt 13,3-9.18-23), ci ricorda che, fortunatamente, la chiamata divina non manca. Tuttavia il seme deve cadere sul terreno buono, cioè in cuori pronti a rispondere all’invito del Signore con generosità. Ciascuna Chiesa perciò ha la responsabilità di preparare il terreno umano capace di produrre frutti abbondanti”.