Un punto di domanda piantato nel cuore
Nell’imperdibile libro di Michele Serra, Gli sdraiati, i ragazzi di oggi sono visti con l’occhio di un padre, tra humour, senso di impotenza e tenerezza. Il conflitto tra vecchi e giovani sembra oramai dissolto; non ci sono più ideologie o rabbia, lotta o rivolta.
In una sua recensione del testo, Massimo Recalcati, esegeta del pensiero lacaniano, afferma: «Non si era mai visto prima che i vecchi lavorano mentre i giovani dormono… Una mutazione
antropologica, come direbbe Pasolini, sembra avere investito i nostri figli».
Sono davvero questi i nostri giovani? O sono quelli che le categorie sociologiche, a partire dagli anni ‘70, hanno incapsulato in sigle e definizioni piuttosto semplicistiche e astruse?
– I “baby boomer” (anni ‘50 e ‘60), cresciuti nel boom economico: assertivi, disinvolti e ambiziosi.
– I “Generation X” (anni ‘70 e ‘80), condannati dal film Giovani, carini e disoccupati ad essere icona di fannulloneria.
– La “Generation Q”, dove Q è il nome di uno dei personaggi della serie televisiva Star Trek, incarnazione dell’indifferenza al bene e al male, la cui unica regola è l’assenza di regole.
– I “Generation Y” (anni ‘90), stirpe impaziente e distratta, con il record di disturbi da deficit d’attenzione e iperattività.
L’attuale generazione dei “Millennials o Next Generation”, che Michele Serra così descrive: «Avvolti nelle loro felpe e circondati dai loro oggetti tecnologici, come fossero prolungamenti post-umani del corpo e del pensiero; quelli che non amano le bandiere dell’Ideale, ma che vivono anarchicamente nel loro godimento autistico. Eccoli in un mondo dove tutto rimane acceso, niente spento; tutto aperto, niente chiuso; tutto iniziato, niente concluso».
A questi giovani, che comunque sono sempre in grado di stupirci in positivo, si rivolge papa Francesco con il Messaggio della prossima Gmg di Cracovia:
«Carissimi giovani, Gesù misericordioso vi aspetta. Lui si fida di voi e conta su di voi! Ha tante cose importanti da dire a ciascuno di voi… Il suo sguardo è capace di cambiare la vostra vita e di guarire le ferite delle vostre anime, uno sguardo che sazia la sete profonda che dimora nei vostri giovani cuori: sete di amore, di pace, di gioia, e di felicità vera. Venite a Lui e non abbiate paura!».
Noi cammineremo con loro, compagni di viaggio e di pellegrinaggio. Non ci interessa a quale categoria sociologica o di marketing essi appartengano; non ci interessa se sono sdraiati o in piedi; non ci interessa se sono dei nostri o non dei nostri.
La Gmg è un appello a vivere insieme la riscoperta di due grandi domande che Gesù pone ai primi discepoli (Gv 1,35-412) e a Maria Maddalena (Gv 20,11-18): «Che cosa cercate?»; «Donna, chi cerchi?».
Due domande, un unico verbo, dove è racchiusa l’essenza stessa dell’uomo: un essere in ricerca, con un punto di domanda perenne piantato nel cuore.
«Prima di correre a cercare risposte vivi bene le tue domande», scrive il poeta Rainer Maria Rilke.
Gesù, maestro del desiderio, ci aiuta a comprendere come la ricerca nasca sempre da una assenza; e rivolge quelle domande a ciascuno di noi, per insegnarci a volare alto, per andare oltre tutti coloro che gridano concitati o sussurrano suadenti: «Accontentati!».
Solo così potremo percepire la bellezza della beatitudine dimenticata: «Beati gli inquieti e insoddisfatti, perché saranno cercatori di tesori e perle preziose».