Favorire un maggior coordinamento tra la pastorale giovanile, familiare e quella vocazionale: come?
Il tema del nostro Convegno era già presente implicitamente nella splendida lettera che il Papa ha inviato a tutti i credenti del mondo e alle loro comunità cristiane al termine del Giubileo. Giova ricordare quanto egli affermava all’interno del n. 46 della Novo Millennio Ineunte:
Questa prospettiva di comunione è strettamente legata alla capacità della comunità cristiana di fare spazio a tutti i doni dello Spirito. L’unità della Chiesa non è uniformità, ma integrazione organica delle legittime diversità. È la realtà di molte membra congiunte in un corpo solo, l’unico Corpo di Cristo (cfr. 1 Cor 12,12). È necessario perciò che la Chiesa del terzo millennio stimoli tutti i battezzati e cresimati a prendere coscienza della propria attiva responsabilità nella vita ecclesiale…Certamente un impegno generoso va posto – soprattutto con la preghiera insistente al padrone della messe (cfr. Mt 9,38) – per la promozione delle vocazioni al sacerdozio e di quelle di speciale consacrazione… È necessario ed urgente impostare una vasta e capillare pastorale delle vocazioni, che raggiunga le parrocchie, i centri educativi, le famiglie, suscitando una più attenta riflessione sui valori essenziali della vita, che trovano la loro sintesi risolutiva nella risposta che ciascuno è invitato a dare alla chiamata di Dio, specialmente quando questa sollecita la donazione totale di sé e delle proprie energie alla causa del Regno.
Non ringrazieremo mai abbastanza il Santo Padre per averci voluto offrire in poche pennellate il senso ultimo del nostro servizio di animatori vocazionali. Appare, infatti, chiaro che se siamo qui è perché sentiamo profondamente un amore traboccante per i figli che Dio ci affida e tale amore si sostanzia e concretizza nel porci accanto ad essi perché possano realizzare pienamente la vocazione all’amore alla quale il Signore chiama ciascuno di noi.
Sappiamo anche bene e da tempo che quest’amore preoccupato finisce per diventare amore occupato – ovvero occupazione che rende concreto quest’amore – in proporzione a quanto la pastorale vocazionale diventa fatto, percorso, itinerario ed iniziativa nelle vie della vita quotidiana delle nostre comunità cristiane. Anche su questo il Papa è stato chiaro ed esplicito. Per anni ci siamo trovati a riflettere su questo nelle nostre diocesi, regioni e anche a livello nazionale.
Da alcuni anni tuttavia abbiamo imboccato una strada che intende rispondere ad una domanda che tutti sentiamo vivissima: Sì! ma come? La pastorale vocazionale è stanca di fare ogni volta la somma delle buone intenzioni. Se le cose che dice il Papa sono vere – e sono vere! – e sono da prendere sul serio, allora come fare?
Conosciamo gli obiettivi: ma come si raggiungono? Conosciamo le vie: ma come si percorrono? Conosciamo i soggetti e le loro responsabilità: ma come si coinvolgono? Conosciamo le iniziative: ma come si realizzano? Conosciamo gli interlocutori e i compagni di viaggio, abbiamo tante volte parlato della pastorale ordinaria della comunità cristiana: ma come presentarci in maniera tale che essi comprendano che il prendersi cura tanto delle vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata quanto delle condizioni che permettono ad esse di fiorire e fruttificare, serve anche e forse principalmente a dare un senso più vero e pieno al loro specifico servizio nella Chiesa?
È questo il caso della pastorale giovanile e della pastorale familiare. Con esse ci siamo sempre sentiti di casa e in piena sintonia. Ma ultimamente proprio su questo tema sono intervenuti con singolare precisione e chiarezza i nostri Vescovi nel documento Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Nel Piano pastorale della CEI per il primo decennio degli anni duemila abbiamo trovato un passo, che ormai conosciamo a memoria e dal quale prende il titolo anche il nostro Convegno. Rileggiamolo insieme:
Ci pare opportuno chiedere per gli anni a venire un’attenzione particolare ai giovani e alla famiglia. Questo è l’impegno che affidiamo e raccomandiamo alla comunità cristiana. Partiamo dai giovani, nei quali va riconosciuto “un talento che il Signore ci ha messo nelle mani perché lo facciamo fruttificare”. Nei loro confronti le nostre comunità sono chiamate a una grande attenzione e a un grande amore. È proprio a loro che vanno insegnati e trasmessi il gusto per la preghiera e per la liturgia, l’attenzione alla vita interiore e la capacità di leggere il mondo attraverso la riflessione e il dialogo con ogni persona che incontrano, a cominciare dai membri delle comunità cristiane. (…) Occorre saper creare veri laboratori della fede, in cui i giovani crescano, si irrobustiscano nella vita spirituale e diventino capaci di testimoniare la Buona Notizia del Signore. (…) Certamente le nostre comunità sono chiamate a una grande attenzione e a un grande amore per i giovani. In questa direzione, avvertiamo la necessità di favorire un maggiore coordinamento tra la pastorale giovanile, quella familiare e quella vocazionale: il tema della vocazione è, infatti, del tutto centrale per la vita di un giovane. Dobbiamo far sì che ciascuno giunga a discernere la “forma di vita” in cui è chiamato a spendere tutta la propria libertà e creatività: allora sarà possibile valorizzare energie e tesori preziosi. Per ciascuno, infatti, la fede si traduce in vocazione e sequela del Signore Gesù.
Sì, ma come? Intanto interrogandoci non da soli ma in piena comunione e collaborazione con l’Ufficio CEI per la Pastorale della Famiglia e il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile. In questa prima fase le circostanze e i programmi non hanno permesso uno studio preliminare del Convegno, fatto insieme: questo Convegno lo abbiamo organizzato di fatto noi. La speranza è ovviamente quella che dal prossimo convegno tale coordinamento auspicato dai Vescovi possa sostanziarsi in una prospettiva più organica di sinergia tra i vari settori e nella possibilità di dare corpo ai Convegni futuri studiandoli insieme. Venerdì mattina avremo modo anche noi – durante la tavola rotonda dove lo stesso Segretario generale della CEI coordinerà gli interventi dei Direttori dei tre organismi – di suggerire, proporre, prospettare.
Ecco dunque il nostro Convegno!
Immersi in una preghiera resa più ricca dai nostri animatori della liturgia (Sr Marina, Sr Tosca con gli studenti di teologia del seminario di Bologna); dal contributo degli eminentissimi cardinali Grocholewski e Ruini, degli eccellentissimi vescovi Betori e Pittau e, mi si consenta, dalla presenza straordinariamente gradita del nostro nuovo Presidente, niente di meno che Mons. Italo Castellani, eletto dai Vescovi nell’ultima Assemblea del novembre scorso alla presidenza della Commissione Episcopale Clero e Vita Consacrata: la stima che gli hanno mostrato i Vescovi è decuplicata qui ed unita al grande affetto che lui ben sa e alla gioia di sapere che – se il Signore vorrà – almeno nei prossimi cinque anni il CNV finalmente potrà di nuovo contare su di lui che ne è stato per tanti anni la guida illuminata come direttore.
Alcune relazioni destinate ad aumentare il nostro amore e la nostra conoscenza per i nostri giovani, per le nostre famiglie e per il nostro servizio vocazionale per e con loro (don Sergio Lanza, don Beppe Roggia, padre Cencini hanno essenzialmente questo scopo…). L’insostituibile lavoro di gruppo guidato dai nostri carissimi membri del Consiglio Nazionale ai quali va il nostro grazie anche per il lavoro prezioso che hanno compiuto nella realizzazione dei Sussidi destinati ad animare la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che sono già ben visibili ed acquistabili dalle Suore Apostoline.
Il momento assembleare – con la partecipazione dei relatori – sarà guidato dal nostro vicedirettore don Lorenzo Ghizzoni e la nota conclusiva di sabato mattina ci sarà offerta da don Antonio Ladisa, l’altro vicedirettore che ci orienterà a vivere un nuovo anno insieme. La tavola rotonda – con la partecipazione di don Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia; di don Paolo Giulietti, direttore del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile e del sottoscritto – coordinata come ho accennato da Mons. Giuseppe Betori, ci permetterà di aprire certamente un orizzonte di lavoro nuovo.
Il dopo cena di questa sera ci permetterà di ascoltare i canti vocazionali preparati sul tema ed in vista della Giornata Mondiale (un grazie a padre Bonelli che ne è stato l’elemento propulsore infaticabile); il dopo cena di domani permetterà alla Direzione del CNV di incontrare i seminaristi presenti, molti di più degli altri anni, forse anche per l’aiuto economico offerto dagli amici del Serra Club ai quali va il loro e il nostro ringraziamento anche per aver voluto generosamente sponsorizzare il manifesto della giornata.
Affido adesso, per concludere, la conduzione del lavoro di questi giorni agli amici della Direzione Nazionale che si sono distribuiti amorevolmente il lavoro: moderatore sarà don Roberto Bizzarri aiutato da padre Sebastiano De Boni, suor Antonia Castellucci, Caterina Brunetto. Ad essi si è aggiunto – in corso d’opera – il nuovo rappresentante dei missionari, padre Guglielmo Camera.
L’ultimo grazie affettuoso va ovviamente da parte di tutti noi alla Segreteria rinforzata ancora una volta dall’aiuto di alcuni amici preziosi. Mi si consenta di approfittare dell’occasione per dire a Salvatore e Teresa quanto siano preziosi per tutti noi. Se a settembre ho accettato la richiesta dei Vescovi di prolungare per altri cinque anni il mio umile servizio di direttore l’ho potuto fare con una certa serenità sapendo di poter contare principalmente su di loro. Grazie infine di cuore a tutti voi: direttori ed équipes dei Centri Regionali e Diocesani; animatori e animatrici dei vostri Istituti, rettori e seminaristi, formatori e novizi: siete la ragione del nostro servizio e spesso la parte più importante dei nostri pensieri.
Che il Signore benedica queste giornate e ce le faccia vivere secondo il suo cuore. Grazie.