Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande…
C’è poco da fare: l’argomento “bambini e fanciulli” mi fa risuonare nella mente e nel cuore il pianto dei bambini innocenti che vengono trucidati da Erode a caccia dell’unico bambino che avrebbe voluto sgozzare ma che gli era sfuggito, nascosto nell’intimità dell’amore di Maria e Giuseppe e sottratto al suo potere da un viaggio in Egitto.
Perché sperimento ogni giorno di più un crescente concretizzarsi di situazioni – foriere di una preoccupante scelta culturale e etica – che allontanano sempre di più gli adulti da un’immagine di sé come “generatori di vita” che è premessa essenziale perché i bambini che sopraggiungono possano trovare l’accoglienza calda e forte di cui hanno estremo bisogno per muovere i primi passi nella vita. Temo il tradimento. In molte circostanze lo vedo. Mi riempie della stessa amarezza e preoccupazione della quale si è fatto portavoce il Papa proprio in questi giorni di luglio di fronte ad un singolare modo di essere orgogliosi…per le vie di Roma sottratte per l’occasione agli eventi giubilari dei quali fino a quel momento sembrava più normale essere orgogliosi.
La vita genera vita! Quale vita genera vita? Quale vivente genera un vivente? Una vita nell’amore – certamente – ed una vita che cerca amore. Ma quale amore? Quello del dono di sé non quello che cerca negli altri un dono per sé!
Temo il tradimento. A quali storie di amore il padre affida i suoi figli, perché possano incamminarsi con gioia dentro al pellegrinaggio della vita, che conduce ad una meta nella quale il giudizio sarà proprio sull’amore? Nella sua bellissima “Lettera alle famiglie del mondo” in occasione dell’anno internazionale della famiglia (1994) il papa aveva già sottolineato in maniera mirabile questi passaggi.
La persona umana è l’unica che Dio vuole per se stessa… I genitori devono sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda del volere di Dio quando guardano i “loro” figli…L’educazione è rendere la persona capace di autoeducazione… Il rischio della morte… Anche il Figlio di Dio lo ha sperimentato… Un grido si è levato in Rama, Rachele piange i suoi figli…(Mt 2,18). E se anche si forma un atteggiamento positivo riguardo all’accoglienza della vita qual è l’immagine che noi adulti facciamo di tutto perché i nostri figli abbiano di se stessi?
Temo il tradimento. Quale immagine potrà avere di sé un ragazzo che è cresciuto convinto di valere in proporzione a quanto “consuma”? Valgo qualcosa se spendo, se compro, se mi lascio conquistare dai venditori…Valgo qualcosa se divento “qualcuno che conta” e sono qualcuno che conta se ho un potere, se dispongo…E il dono sincero di sé? E la vocazione all’amore? E l’immagine di sé come trasparenza dell’Amore? Si, cose belle…Ma …
Temo il tradimento. Come sono sole le famiglie che stanno tentando di accogliere la sfida! Spesso abbandonate proprio da una comunità cristiana che reclama i doveri degli sposi come un suo diritto anziché sostenere la loro fatica come suo primario dovere.
Nasce da questi sentimenti teneri e, ad un tempo, preoccupati, questo numero di ‘Vocazioni’: quasi un inno d’amore a quei fanciulli che intenerivano il Maestro e lo facevano diventare severo con chi voleva – magari in buona fede – toglierli a Lui di torno quando festeggiavano il volto dell’Amore impresso – non senza fatica – sul volto del Redentore.