Papa Francesco mostra la verità dell’essere
«Si vede la verità?»
Papa Francesco si presenta ai nostri occhi come un testimone del Vangelo, che parla un linguaggio semplice e molto diretto e per questo si rende comprensibile a tutti. La sua scelta di un modo di vita semplice è un forte messaggio che lo rende più vicino a noi, e non mi stupisce che tanti – credenti e non – si lascino conquistare il cuore dalla bellezza del suo stile evangelico.
1. Verità dell’essere
Una professoressa di un liceo romano mi ha confidato che un suo studente diciottenne riguardo a papa Francesco le ha detto:
«Non solo sento le sue parole, le vedo!». Bellissima affermazione. Credo che il giovane abbia scoperto la bellezza, la coerenza di un credente, di un testimone che non deve solo parlare, ma far vedere quello che è. Ciò che ha osservato, ciò che ha visto in papa Francesco è il desiderio di verità, è l’attrazione per ciò che è buono, per ciò che è bello, perché in fondo la verità è attraente e contagiosa. E la verità si può percepire, vedere, toccare. E solo chi ama la verità è capace di presentarla come esperienza vissuta. E papa Francesco ci stupisce ogni volta con il suo agire.
Per me questo è lo spunto per introdurre la parola del papa, che è anche lo slogan del Convegno annuale dell’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni: Apriti alla Verità, porterai la Vita. Proprio in questi giorni sono rimasto colpito dal titolo, a caratteri cubitali, di un articolo apparso su una rivista in cui Umberto Eco, l’autore, affermava: «La verità esiste solo nei romanzi». Per me credente è stata una forte provocazione, ma anche lo spunto per un approfondimento; ed è entusiasmante farlo sulla parola di papa Francesco che ci disarma con la sua apparente semplicità, con il suo linguaggio che arriva subito al cuore delle persone.
2. La verità è l’incontro con una Persona
«Sorge la domanda: esiste veramente “la” verità? Che cos’è “la” verità? Possiamo conoscerla? Possiamo trovarla? Qui mi viene in mente la domanda del Procuratore romano Ponzio Pilato quando Gesù gli rivela il senso profondo della sua missione: «Che cos’è la verità?». Pilato non riesce a capire che “la” Verità è davanti a lui, non riesce a vedere in Gesù il volto della verità, che è il volto di Dio. Eppure, Gesù è proprio questo: la Verità, che, nella pienezza dei tempi, “si è fatta carne”, è venuta in mezzo a noi perché noi la conoscessimo. La verità non si afferra come una cosa, la verità si incontra. Non è un possesso, è un incontro con una Persona»1.
«Che cos’è la verità?». È la domanda più importante che possiamo porci, ma che apparentemente non ha risposta. Quando Ponzio Pilato chiese a Gesù cosa fosse la verità, Gesù rimase in silenzio. Non solo: l’evangelista Giovanni narra che Pilato non attese la risposta, ma andò via. È strano! Anche Ponzio Pilato pensava che una domanda simile non potesse avere risposta. Gesù rimase in silenzio non perché la verità non esiste, ma perché la verità non può essere né riassunta in una parola, né ridotta a un linguaggio. Gesù stesso è testimonianza di verità, perché Lui è la verità.
2.1. La verità è la croce
A Pilato che chiede che cosa sia la verità Gesù non risponde, perché la verità non si dimostra, ma “si mostra” percorrendo e accogliendo la via della croce. La croce è la verità della vita di Gesù, perché è l’agire dell’essere, la sua esistenza. La croce svela la dedizione, l’amore, il dono di sé. Allora la croce è la verità che si mostra all’uomo, è la verità dell’uomo. Non è qualcosa da allontanare, da rifiutare, ma è il significato profondo di un’esistenza che si esprime nel dono di sé, nell’amore. La croce rivela a ogni uomo quanto sia amato e indica la via da seguire per essere fedele alla sua verità, per discernere e comprendere la propria vocazione.
3. La verità è una relazione d’amore
«Ora, la verità, secondo la fede cristiana, è l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione! Tant’è vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sé: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive, ecc. Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt’altro. Ma significa che essa si dà a noi sempre e solo come un cammino e una vita. Non ha detto forse Gesù stesso: “Io sono la via, la verità, la vita”? In altri termini, la verità essendo in definitiva tutt’uno con l’amore, richiede l’umiltà e l’apertura per essere cercata, accolta ed espressa»2.
Ciò che è sorprendente in papa Francesco è la sua capacità di dialogo con tutti, in special modo con quelli che apparentemente sembrano lontani, che si professano atei, non credenti: proprio con loro riesce a ricercare la verità e a interagire. L’esempio è lo scambio epistolare con Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano «La Repubblica».
Nella sua lettera papa Francesco afferma che la ricerca della verità è innata nell’uomo, ma non è accettazione passiva di un insieme di principi, di ciò che è assoluto, indiscutibile. Richiede impegno e sacrificio per raggiungerla, possederla. La ricerca ci accomuna, ci unisce nella consapevolezza dell’esistenza di un mistero.
Ed è bello che nel discorso sulla verità e sul credere sia partito da una storia, la sua, non una «(…) verità assoluta, (…) assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione (…)»3 ma una verità che si incarna in una storia personale. La verità cristiana è lasciarsi amare da Dio in Gesù e ogni persona ne può fare esperienza in una relazione che la fa sentire profondamente amata e le dà la forza di amare, perché la verità ha bisogno di essere partecipata, la verità emerge nello stare in mezzo agli altri in un confronto continuo, vero, con se stessi.
3.1 La ricerca della verità
Con il suo linguaggio papa Francesco riesce a raggiungere ogni giovane anche con i moderni mezzi di comunicazione. Su twitter con brevi messaggi riesce a comunicare profonde verità per far scoprire il segreto della felicità.
«Voi avete sete di verità: cercare la verità. “Ma, Padre, io ho la verità!”. Ma sbagli, perché la verità non si ha, non la portiamo, si incontra. È un incontro con la verità, che è Dio, ma bisogna cercarla»4.
«Ciascuno di noi ha nel cuore il desiderio dell’amore, della verità, della vita… e Gesù è tutto questo in pienezza!»5.
«Gesù non è solo un amico. È un maestro di verità e di vita, che rivela la via per giungere alla felicità»6.
Gesù non è venuto a portare un elenco di verità. È venuto prima di tutto a portare vita che diventa verità per tutti gli uomini. La sua stessa vita mostra la verità del suo essere. I gesti di Gesù, il suo sentire, ciò che ha detto e fatto sono, per l’uomo, verità che «si dà in un cammino e in una vita»: questo per un giovane è il senso più profondo della propria vocazione.
Mi piace pensare a chi risponde alla propria chiamata come ad un giovane che ha scoperto la verità del proprio essere ed è consapevole che solo in Gesù può ricevere pienezza di vita perché è lui la verità.
Solo Gesù può rispondere ai tanti interrogativi e alle tante domande alle quali l’uomo non sa dare risposta: da dove vengo, dove sto andando, che senso ha la mia vita, perché esiste il male, perché la sofferenza, perché la morte… sono domande che trovano piena luce nell’umanità di Gesù, l’unico che ha reso possibile una risposta alla più grande paura dell’uomo: la morte. Solo nella relazione d’amore con lui si dà un senso alla vita.
4. La verità è un abbraccio
«La luce dell’amore, propria della fede, può illuminare gli interrogativi del nostro tempo sulla verità. La verità oggi è ridotta spesso ad autenticità soggettiva del singolo, valida solo per la vita individuale. Una verità comune ci fa paura, perché la identifichiamo con l’imposizione intransigente dei totalitarismi. Se però la verità è la verità dell’amore, se è la verità che si schiude nell’incontro personale con l’Altro e con gli altri, allora resta liberata dalla chiusura nel singolo e può fare parte del bene comune. Essendo la verità di un amore, non è verità che s’imponga con la violenza, non è verità che schiaccia il singolo. Nascendo dall’amore può arrivare al cuore, al centro personale di ogni uomo. Risulta chiaro così che la fede non è intransigente, ma cresce nella convivenza che rispetta l’altro. Il credente non è arrogante; al contrario, la verità lo fa umile, sapendo che, più che possederla noi, è essa che ci abbraccia e ci possiede»7.
Papa Francesco non dà una definizione di verità, non si perde in disquisizioni teologiche e filosofiche, ma afferma con forza che lan verità è un abbraccio che ci possiede. Credo che non esista immagine più bella: un abbraccio. L’abbraccio è disarmante, in un abbraccio scompare la paura, solo in un abbraccio riesci a percepire il battito del cuore, perché l’abbraccio fa dimenticare la distanza e fa vivere la prossimità. Ma ciò che “sconvolge” è che in questo abbraccio è coinvolto il Dio di Gesù: Dio non è più lontano, inaccessibile, chiuso nei suoi cieli, ma si è reso visibile nell’umanità di Gesù di Nazaret, in un abbraccio. Ciò ti fa sentire desiderato, cercato, profondamente amato.
La verità non è più solo una dottrina, ma si dona a noi in una persona, Gesù, e può viverla solo chi vive l’esperienza di Dio nella propria esistenza e nella propria storia.
È la storia di un vecchio che non riesce a sperimentare nella vita la verità del suo essere: l’abbraccio e il bacio di un bambino riescono ad aprirlo all’amore.
5. La verità è il bacio di un bambino
«C’era una volta un vecchio che non era mai stato giovane. In tutta la sua vita, in realtà, non aveva mai imparato a vivere. E non avendo imparato a vivere, non riusciva neppure a morire. Non aveva speranze né turbamenti; non sapeva né piangere né sorridere. Tutto ciò che succedeva nel mondo non lo addolorava e neppure lo stupiva. Passava le sue giornate oziando sulla soglia della sua capanna, senza degnare di uno sguardo il cielo. Qualche viandante lo interrogava. Era così carico d’anni che la gente lo credeva molto saggio e cercava di far tesoro della sua secolare esperienza. “Che cosa dobbiamo fare per raggiungere la felicità?” chiedevano i giovani. “La felicità è un’invenzione degli stupidi” rispondeva il vecchio. Passavano uomini dall’animo nobile, desiderosi di rendersi utili al prossimo. “In che modo possiamo sacrificarci per aiutare i nostri fratelli?” chiedevano. “Chi si sacrifica per l’umanità è un pazzo” rispondeva il vecchio. “Come possiamo indirizzare i nostri figli sulla via del bene?” gli domandavano i genitori. “I figli sono serpenti” rispondeva il vecchio. “Da essi ci si possono aspettare solo morsi velenosi”.
(…) Poco alla volta, le sue idee maligne e tristi influenzarono il mondo.
Dal suo angolo squallido, dove non crescevano fiori e non cantavano uccelli, Pessimismo (questo era il nome del vecchio malvagio) faceva giungere un vento gelido sulla bontà, l’amore, la generosità che appassivano e seccavano. Tutto questo dispiacque molto al Signore, che decise di rimediare. Chiamò un bambino e gli disse: “Va’ a dare un bacio a quel povero vecchio”. Il bambino obbedì. Circondò con le sue braccia tenere e paffute il collo del vecchio e gli stampò un bacio umido e rumoroso sulla faccia rugosa. Per la prima volta il vecchio si stupì. I suoi occhi torbidi divennero di colpo limpidi. Perché nessuno lo aveva mai baciato. Così aprì gli occhi alla vita e poi morì, sorridendo»8.
Come si può testimoniare la verità di Dio? Con le parole? Con libri? Formule? Il nostro linguaggio è sicuramente inadeguato e la dottrina certamente imperfetta… La verità si dona a noi in un evento, in una storia, con l’esperienza della vita che è la via per arrivare alla verità di Cristo.
È solo nell’incontro con l’Altro che cambi e trasformi la tua esistenza.
Apriti alla verità che è Gesù e avrai la vita; e sarai via per chiamare altri alla verità.
È la nostra più profonda vocazione!
NOTE
1 Udienza Generale, mercoledì 15 maggio 2013.
2 Risposta di Papa Francesco alla lettera di Eugenio Scalfari su «La Repubblica».
3 Risposta di Papa Francesco alla lettera di Eugenio Scalfari su «La Repubblica».
4 Saluto di Papa Francesco durante il pellegrinaggio dei giovani della diocesi di Piacenza-Bobbio.
5 Twitter Pontifex del 22 Aprile 2013.
6 Twitter Pontifex del 5 Luglio 2013.
7 Enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco, il dialogo tra fede e ragione, n. 34.
8 B. Ferrero, C’è qualcuno lassù, Elledici, Torino 2000