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Prospettive nuove

Henri J.M. Nouwen trascorre sette mesi in un Monastero Trappista, redigendo quotidianamente un diario. Già sacerdote da diversi anni, scorge in questo tempo l’occasione per un incontro nuovo e più autentico con Dio, che può illuminare la sua intera esistenza.
Riportiamo uno stralcio dal libro Ho ascoltato il silenzio.

 

Non riesco più a vivere senza ricordare l’apparizione fugace della misericordia di Dio che mi è balenata nella solitudine, il raggio luminoso che ha rotto le mie tenebre, la voce gentile che mi ha parlato nel silenzio, l’alito leggero che mi ha sfiorato nell’ora più tranquilla. Questo ricordo, tuttavia, non si limita a riportare in vita le esperienze intense del passato ma continua a darmi prospettive nuove sugli avvenimenti di oggi, guidandomi verso le decisioni per gli anni a venire. In mezzo alle coercizioni, alle illusioni, all’irrealtà ancora esistente, il ricordo sarà sempre là, a disperdere i sogni bugiardi, spingendomi verso la giusta meta. Pietro, Giacomo e Giovanni quando videro il Signore risplendere sul Tabor, erano immersi in un sonno profondo, eppure la memoria dell’avvenimento divenne per loro sorgente di speranza nelle avversità del futuro. Può darsi che nella mia vita io dovessi avere soltanto un’esperienza del Tabor. Ma la forza che ne ho tratto potrebbe essere sufficiente a sostenermi nella Valle, nell’orto del Getsemani e nella lunga notte buia dell’esistenza. I sette mesi trascorsi a Genesee potrebbero bastare, in verità, a farmi ricordare per sempre che per il momento vedo soltanto «come in uno specchio, in maniera confusa», ma che un giorno vedrò «faccia a faccia» (1 Cor 13, 12).

 

(Henri J.M. Nouwen, Ho ascoltato il silenzio – Diario da un Monastero Trappista, Queriniana 1979, pp. 217-218)