Giornata per le Vocazioni e Giornata della Gioventù: è possibile un aggancio?
Quando fu celebrata la prima GMG, ero appena stato nominato direttore del CDV e non era molto chiaro né a me né agli altri operatori pastorali come collegare senza conflitti o sovrapposizioni le due Giornate.
La prima cosa che ci fece riflettere come CDV, fu la grandissima partecipazione di giovani da ogni parte della diocesi alla manifestazione centrale, sia per la novità, sia per l’attrazione dei personaggi significativi che venivano invitati, sia per il carattere di festa aperta a tutti, con messaggi semplici ed efficaci, sia per lo spazio dato anche ai linguaggi giovanili delle testimonianze di giovani, della musica, del teatro, del gioco… Subito ci prese un timore: che la GMPV, che si celebrava un mese dopo, “scomparisse” dall’attenzione soprattutto dei giovani, schiacciata da quell’appuntamento diocesano così riuscito. La prima reazione fu quella di “contrapporre” i sussidi del CNV e le nostre iniziative, soprattutto puntando sulle parrocchie, visto che la GMG era centralizzata. A livello diocesano abbiamo mantenuto una celebrazione di preghiera per le vocazioni di speciale consacrazione a volte con il Vescovo e con giovani e ragazze vicini alla prima professione o ai ministeri, che presentavano il loro cammino. Nella GMPV abbiamo chiesto di mettere almeno le ordinazioni diaconali per avere un evento di forte richiamo diocesano che facesse da traino anche nelle parrocchie per la preghiera per le vocazioni.
Superata poi velocemente la fase della contrapposizione, siamo invece passati alla collaborazione. Negli anni successivi ci è stato di aiuto il criterio del P.P.V. di essere presenti là dove si pensa e si progetta la pastorale diocesana. Come CDV abbiamo chiesto di partecipare stabilmente alla Consulta della pastorale giovanile che raggruppava le Associazioni e alcuni organismi che si occupavano di giovani (ACI, AGESCI, Movimenti ecclesiali, ma anche ANSPI, CSI, CTG ecc.). In vista della GMG insieme con alcuni membri del CDV abbiamo allora elaborato alcune semplici proposte per il cammino di preparazione: partendo dal tema indicato dal Papa abbiamo formulato alcune tracce di catechesi e di incontri di spiritualità, con taglio vocazionale, da mettere a disposizione dei preti che erano incaricati dei giovani nelle parrocchie o nei vicariati oppure ci siamo prestati noi stessi, lungo l’arco di tutto l’anno pastorale. L’elaborazione fu facilitata anche dall’attenzione vocazionale sempre presente nei discorsi del Papa.
In altri anni in vista della stessa Giornata come CDV ci siamo assunti, nella distribuzione dei compiti, la preparazione dell’incontro di preghiera (Eucaristia o celebrazione della Parola) dove il Vescovo rivolgeva il suo messaggio ai giovani della diocesi: la celebrazione centrale ha sempre avuto così un tono esplicitamente vocazionale. Ma anche quando ci sono state da proporre testimonianze di giovani, abbiamo fatto entrare nella “rosa” o dei seminaristi o dei giovani religiosi. D’altra parte poiché la GMG viene celebrata nelle diocesi nella domenica delle Palme, ad un mese dalla Giornata di preghiera per le vocazioni, abbiamo tenuto presente anche in questa più che il tema (perché spesso troppo diverso), la modalità di animazione e di preparazione della celebrazione o della festa conclusiva.
Anche quando la Giornata viene celebrata a livello mondiale (ogni due anni) con una manifestazione straordinaria e un pellegrinaggio che si conclude nell’incontro col Papa, abbiamo fatto alcuni tentativi di collaborazione. Il direttore e alcuni dei membri dell’ufficio o del consiglio del CDV si sono impegnati ad essere presenti nella preparazione e nel pellegrinaggio stesso come animatori della preghiera e della catechesi, vivendo l’esperienza direttamente tra i giovani e condividendola in tutto.
All’inizio avevamo sottovalutato questo incontro perché ci sembrava che toccasse solo una piccola minoranza dei giovani praticanti, poi ci siamo accorti che questo evento di solito lasciava nei partecipanti un grande strascico emotivo, contagioso tra gli altri giovani, ed era capace di provocare a interrogarsi su diversi valori, abbiamo ritenuto di doverlo sostenere. Abbiamo così iniziato a utilizzare quella esperienza per la riflessione a posteriori con i vari gruppi giovanili. In diverse occasioni abbiamo visto che si potevano far emergere risonanze vocazionali o partendo dai discorsi del Papa o dalle catechesi preparatorie o da alcuni aspetti esperienziali (l’università della Chiesa, la fratellanza tra i popoli, la preghiera comune in tante lingue, la conoscenza di persone consacrate o presbiteri giovani, presenti in numero altissimo, ecc.). Con i seminaristi diocesani e con alcuni giovani e ragazze più motivati e di solito appartenenti ad un cammino associativo, abbiamo anche fatto la scelta di partecipare agli incontri col Papa (Denver, Loreto, Parigi) facendo parte del “servizio” nei vari settori organizzativi. Anche questa esperienza di vero servizio ecclesiale ha inciso su quelli che hanno “faticato” per gli altri volontariamente, lasciando una traccia di gioia in più.
Oggi riflettendo minimamente su questi tentativi di “aggancio” mi sembra che si possano trarre alcune indicazioni pratiche.
– Le due Giornate non vanno contrapposte, ma collegate organicamente: per diversi aspetti si completano: i discorsi del Papa hanno già di fatto dato questa indicazione sia a livello di contenuti che di orientamento pastorale.
– È vero che la pastorale giovanile e la pastorale vocazionale, sono diverse per alcuni aspetti importanti (una è rivolta ad una fascia di età; l’altra è una dimensione di fondo di tutta la pastorale), ma hanno alcuni obiettivi in comune (portare i giovani a Cristo perché vivano la vita cristiana secondo la propria vocazione particolare) e li possono raggiungere solo se gli operatori pastorali progettano e si impegnano insieme in ciò che hanno in comune.
– La collaborazione è efficace solo se l’ufficio di pastorale giovanile e il CDV sono uniti in tutto ciò che può essere condiviso; è un’occasione importante in ogni diocesi per far decollare, se ancora non è avvenuto, la collaborazione tra l’ufficio di pastorale giovanile e il CDV oppure per rinnovarla là dove si sono create contrapposizioni o “divisione di campi” senza molta comunicazione.
– La collaborazione non si deve ridurre alla GMG o alla GMPV evidentemente, ma queste sono occasioni importanti da non lasciarsi sfuggire, perché sono già parte della “tradizione” pastorale, hanno un loro risalto nella vita delle comunità cristiane e grazie ai mass-media, sono occasioni di annuncio anche all’esterno di essa.
– A partire dunque da queste giornate ciascun ufficio può incominciare a dare spazi appropriati alla sensibilità e alle proposte dell’altro, con l’obbiettivo ambizioso ma necessario di arrivare in ogni diocesi a formulare insieme itinerari per i propri giovani di preghiera e spiritualità, di annuncio e catechesi, di servizio ecclesiale e di volontariato caritativo, attenti alle dimensioni di fondo vocazionale, comunionale e missionaria.
– Dalla collaborazione diocesana possono nascere indicazioni e scelte che si possono diffondere e riproporre nei vicariati, nelle unità pastorali, nelle parrocchie, cioè là dove il presbitero, i consacrati se ci sono, i catechisti o gli educatori, sono già chiamati ad animare unitariamente la pastorale giovanile e a coltivare dentro di essa la dimensione vocazionale.
– Resta più difficile, a mio avviso, una collaborazione tematica perché i temi delle due giornate a volte non sono coordinati, ma è vero che in un cammino che si svolge nell’arco di un anno pastorale i singoli temi vengono inseriti in un itinerario più completo dove c’è spazio per approfondimenti diversi.