Pensare bene
«In che cosa consiste l’educazione? Nell’accompagnare e incoraggiare gli studenti nel cammino di crescita umana e spirituale, mostrando loro quanto l’amicizia con Gesù Risorto dilati il cuore e renda la vita più umana» (Francesco, Udienza generale, 28 giugno 2023).
Ascoltando le parole di Papa Francesco che indica come testimone la vita di santa Mary McKillop – che ha dedicato la sua vita alla formazione intellettuale e religiosa dei poveri nell’Australia rurale – non è difficile individuarne la prospettiva vocazionale ed evidenziare lo stretto legame tra la pastorale della scuola e dell’università e la sua dimensione vocazionale.
Continuando nel suo discorso il Santo Padre insegna che «educare è aiutare a pensare bene, a sentire bene e a fare bene». Nutrire la mente sbriciolando il cibo solido della Tradizione della Chiesa per mangiarlo insieme è un’opera che possiamo imparare a riprendere, consapevoli che l’educazione non consiste nel riempire la testa di idee ma nel nutrire la persona con quelle parole di senso che sono riconosciute autorevoli perché sapienti (Mc 1,27) e legate alla vita. Raccontare la vita di Gesù lasciandone emergere i sentimenti è occasione per iniziare a far risuonare le corde del cuore in consonanza con i suoi gesti perché le parole di Paolo alla comunità di Filippi (cf. Fil 2,5) possano suonare a chi le ascolta come un ardente desiderio che si possa realizzare, oltre che come un invito cui acconsentire. Affondare insieme – adulti e giovani – le mani nella pasta della storia è lasciarsi plasmare dalla carità che si impara facendo.
Educare non è l’opera di un singolo: «la comunità svolge un ruolo molto importante nell’accompagnamento dei giovani, ed è la comunità intera che deve sentirsi responsabile di accoglierli, motivarli, incoraggiarli e stimolarli» (Francesco, Christus vivit, 243). Lo sa bene chi lavora nella scuola come ben conosce anche la fatica, la dedizione, la pazienza nel gettare semi che porteranno frutto in un tempo futuro nel quale ad accompagnare saranno altri. Ma senza il lavoro di oggi, sarà più difficile la fecondità di domani.
Insieme al Prof. Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio Nazionale per la scuola e l’università che ha collaborato alla realizzazione di questo numero, un ringraziamento a tutti gli insegnanti e docenti per la loro preziosa opera (assai vocazionale) del gettare semi di futuro.