N.01
Gennaio/Febbraio 1996

Credere a un amore incredibile

Caro Amico, ti scrivo oggi, la sera della “festa” di Tutti i Santi, per rispondere alla tua lettera. Sono appena ritornato da una funzione, assai partecipata, al cimitero. Mi sono ricordato di te proprio varcando la soglia di quel luogo sempre impressionante, non perché tu stia male (lunga vita agli amici!), ma per aver visto scritto a grandi caratteri proprio all’ingresso: “Resurrecturis” , “A coloro che risorgeranno”!

E allora mi è venuta alla mente la tua insistente domanda: “Come si fa a credere all’amore di Dio, in questo mondo così pieno di sofferenza e di ingiustizia?”.

Quella scritta imponente ed eloquente mi ha detto che questa poteva essere un inizio di risposta: se Dio pensa di ridare la vita ai morti, significa che li ama. Se la massima ingiustizia per l’uomo appare la morte, perché egli si sente fatto per vivere e se questa ingiustizia somma è vinta dalla risurrezione, questo significa che Qualcuno è in grado di dare un’occhiata ed anche di prendersi cura delle altre ingiustizie e sofferenze.

Questo significa che il nostro Dio, l’unico che può fare qualche cosa in queste cose decisive è “il Dio dei vivi e non dei morti”, che Lui si prende cura di noi, che gli interessiamo proprio nell’abisso più oscuro della nostra povertà. Che quindi possiamo usare tranquillamente la parola “amore”, quando riflettiamo sul suo comportamento: se ci vuole vivi e per sempre, se ci vuol restituire la vita e per sempre, vuol dire che ci vuol proprio bene. Diversamente ci avrebbe lasciato là, polvere tra la polvere, dimenticati tra i dimenticati, oblio travolto dall’oblio.

Se osservi bene, nelle Scritture, l’idea di un Dio che ci ama, comincia ad apparire proprio nel mezzo della disgrazia. Nel libro dell’Esodo, Dio “ascolta il grido del suo popolo” mentre era schiavo, si ricorda di Lui, si interessa di lui e poi lo libera dalla oppressione. Il Dio dell’Esodo non è solo il Dio potente e imponente della Genesi, della creazione stupenda e stupefacente, ma è prima di tutto il Dio che si interessa delle sofferenze, che pone fine a queste sofferenze e conduce il popolo al Sinai per incontrarlo e parlargli e dirgli le cose più preziose, le sue parole di amore e di vita, per dargli appuntamento nella “tenda dell’incontro”.

Se questo non è amore, non so come lo si possa immaginare: prima dimostra di interessarsi delle sventure del popolo, poi gli dice di volere stringere un patto d’amore con lui, dal momento che l’amore domanda amore, vuole cioè essere riamato.

Il Dio dell’Esodo è anche il Dio dei profeti e di tutta la Bibbia: più di così, che cosa poteva fare, sembrano dire i libri santi? Alcuni profeti sottolineano persino la dimensione “sponsale”, “romantica”, di “innamoramento”, di “tenace fedeltà” a prova di tradimento anzi di molteplici tradimenti. Più di così? Eppure… ha fatto molto più di così.

Qualcuno avrebbe potuto pur sempre obiettare: Sì, è vero, si è preso a cuore un popolo, ha dimostrato di volergli bene, però, tutto sommato, gli costava poco, dal momento che può fare tutto! Per un potente e un ricco dar da mangiare a un poveraccio che ha fame, non costa poi molto.

Il Nuovo Testamento sembra accogliere tale possibile obiezione e offre una “dimostrazione”, a dir poco shockante e schiacciante dell’amore Dio, tanto da mettere in crisi chi prende appena appena sul serio il dato cristiano.

Dio è apparso a noi come Colui che sa offrire per noi, che accetta la realtà più terribile e distruttrice, la morte, per dirci solo che se c’è una cosa che non possiamo assolutamente e mai mettere in dubbio, questa è il suo amore per noi.

La vita resta sempre un mistero, come mistero resta la sua brevità, la sofferenza e le umiliazioni che l’accompagnano, l’assurdità di desiderare molto e di raggiungere sempre di meno, come mistero resta la capacità dell’uomo di far soffrire l’altro uomo: ma dentro questa tenebra è apparso il Figlio di Dio che è passato attraverso tutte queste vicende per dire che non sono assurde come sembrano se le ha vissute anche Lui, il quale anzi è arrivato fino alla morte proprio per dirti: “guarda che muoio anch’io, non perché ‘debba’ morire, ma perché non ho altro modo più convincente per dimostrarti che ti amo”.

La tua esistenza d’ora in poi è tutta avvolta dal mio amore. Fidati di me: quando sei proprio giù e non sai renderti conto di quello che capita a te e attorno a te, guarda la mia immagine crocifissa e ti assicuro che puoi dire tranquillamente “qualcuno mi ama davvero”, “non posso desistere, devo andare avanti, non posso disperare, devo seminare speranza!”.

Se e quando ti possa sembrare incredibile che il Signore ti ami davvero, allora non hai che da pensare o guardare alla croce, dove Lui si è lasciato appendere: lì l’amore gli è costato molto. Se l’amore è vero e affidabile nella misura in cui costa, lì il Signore del cielo e della terra ha “pagato il suo prezzo all’amore” che voleva dimostrarti.

Se ho capito bene, però, nella tua lettera c’era qualche cosa di più. Forse ho letto troppo tra le righe, ma penso di non andare troppo lontano dalla realtà, pensando che tu ti ponessi una domanda più personale: come posso io presentare questo amore così incredibile? Se questa è la tua domanda e se questa è una reale preoccupazione, allora devo dirti che ti sei messo su una strada “pericolosa”, perché non sai dove ti possa portare.

Prima di tutto, i santi hanno cominciato sempre da qui. San Francesco non si dava pace perché “l’amore non era riamato!”, perché la gente viveva come se non fosse stata amata in modo tanto intenso e “folle”, da dare l’impressione di aver fatto perdere la testa a Dio stesso. E, come sai, anche lui, Francesco, ha perso la testa per il suo Signore! Perché l’unico modo davvero funzionante per dimostrare agli altri che Dio ha perso la testa per gli uomini, è quella di perdere la testa per Lui.

Se tu vuoi veramente convincere gli altri che sono amati dal Signore, devi mostrare che Tu hai sperimentato questo Amore e parli di queste cose, anzi di Lui, per esperienza personale. E la tua forza di convinzione sarà tanto più eloquente quanto più usi la sua “tecnica”, che è poi la tecnica dell’amore: donarsi senza limiti.

Ecco perché la strada che stai imboccando (se davvero intendevi quello che ho inteso) può risultare davvero pericolosa, perché ti porta a fare quello che ha fatto Lui, a mostrare che l’amore di Dio non è solo un messaggio, ma una realtà “pagata a caro prezzo”, un prezzo che solo l’amore è disposto a pagare, perché solo chi crede a un amore senza limiti può investire un’intera esistenza, “sprecare” una vita, far sì che gli altri quando pensano a te non possano dire altro: “o è matto o è innamorato”. Come in fondo hanno detto di Gesù: o è un matto pericoloso o è un innamorato del Padre.

Così coloro che propendevano per la prima ipotesi l’hanno tolto di mezzo appendendolo alla croce e coloro invece che erano convinti della seconda, si sono ancor più convinti che quello era un amore totale e credibile e non solo delle chiacchiere.

La pericolosità della strada sta proprio in questo: con tutta la vita sarai un provocatore, che induce qualcuno a dire che sei un pazzo pericoloso e altri ad interrogarsi sul motivo profondo che ti muove e ad ascoltare con meno diffidenza le tue affermazioni sull’amore di Dio. Dal momento che tu ne fai intravedere dei bagliori con il tuo modo insolito e altrimenti inspiegabile di spendere la tua vita.

Se questa è veramente la tua domanda, sappi a che cosa potresti andare incontro. Te lo dico per onestà nei tuoi confronti. Ma per la stessa onestà devo anche aggiungere: questa è la maniera più alta di vivere la tua vita. È il modo più elevato di essere uomo, dal momento che il Figlio di Dio ha scelto questo modo d’essere uomo, questo modo di vivere, questa strategia per dimostrare, rivelare, svelare, portare, l’amore di Dio fra gli uomini.

Vuoi rendere credibile l’amore incredibile di Dio? Vivi nel modo incredibile nel quale ha vissuto Lui! Più ti avvicini al suo modo incredibile di vivere, più sarai in grado di aprire il cuore dell’uomo al mistero dell’Amore. In fondo le grandi vocazioni nascono da qui. Per questo incutono paura!

Ma non è giusto fermarsi qui, perché l’Amore è per la vita, è per la felicità, è per la pienezza. E anche, anzi soprattutto, l’Amore di Dio entra in questa logica: il tuo si delinea come un cammino verso l’Amore appagante oltre ogni misura, anche perché vedresti i frutti dell’Amore: coloro che, grazie alla tua pazzia, hanno, felici e beati, riamato l’amore.

Ed ora mi fermo, perché la giornata è stata pesantina anche per me. Vedi dove mi hanno portata la tua domanda e quella scritta “resurrecturis”: l’amore è più forte della morte. Se vuoi, anche tu lo puoi dimostrare a molti, amando come Colui che ti ha amato affrontando e vincendo la morte.

Mi sbaglierò, ma il tuo timore e la speranza sta proprio qui: rendere credibile l’Amore con un amore vissuto in modo “incredibile”. Non mi resta da dirti altro che pregherò per te, perché prevalga la speranza.