Aleksandr Andreevic Ivanov
L’apparizione del Messia al popolo
Il viaggio spirituale dei primi discepoli
Testo biblico (Gv 1,24-39)
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. Giovanni rispose loro: “Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo”. Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”.
Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”. Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì – che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
L’artista
Aleksandr Andreevič Ivanov nasce a Pietroburgo il 16 giugno del 1806. Il padre Andrea è insegnante di pittura e sotto la sua guida Aleksandr inizia i suoi studi presso l’Accademia Imperiale d’Arte come allievo esterno. È un bravo disegnatore, vince diversi premi, fa esperienze all’estero; nel 1830 è in Germania, si sposta poi in Italia dove rimane molti anni, continuando a mantenere contatti con la Russia. A Roma è ispirato dai capolavori di Michelangelo, conosce il pittore tedesco Friedrich Overbeck, uno dei più importanti esponenti dei Nazareni, gruppo di giovani artisti tedeschi che credono nella funzione religiosa o morale dell’arte. I nazareni conducono una vita particolare, sono devoti e cercano di emulare i personaggi della Bibbia sia nell’abbigliamento che nel modo di accomodare la barba e i capelli, detti alla nazarena, ispirati all’iconografia tradizionale di Gesù. Ivanov, influenzato da queste teorie, inizia a dipingere quadri aventi come soggetti personaggi biblici e religiosi. Unisce la spiritualità a uno stile proprio e propone un tipo di realizzazione artistica unico nella pittura di quella prima metà dell’Ottocento.
La sua opera più importante, L’apparizione del Messia al popolo, viene realizzata nell’arco di un ventennio (1836-1857). È frutto anche di intensi scambi di opinioni con il gruppo dei nazareni di Roma. Nel 1858 ritorna a Pietroburgo per una mostra delle proprie opere, tra cui L’apparizione del messia al popolo, con centinaia di schizzi e studi preparatori dell’opera. Fu un evento, ma non ebbe il successo sperato. Solo dopo la sua morte, avvenuta il 3 luglio 1858 per un’epidemia di colera, l’opera fu considerata un capolavoro.
L’opera
L’apparizione del Messia al popolo è un quadro di grandi dimensioni (540×750 cm) che ha occupato venti anni della vita di Ivanov e, sostanzialmente, si identifica con lui. Molti sono gli schizzi e i disegni che hanno preceduto e preparato l’opera. Alcuni critici ritengono che questi studi preparatori siano dei veri e propri capolavori e rivelino, nei dettagli, più interiorità e profondità psicologica rispetto all’opera stessa. Ivanov vede nei Vangeli – racconto della vita, morte e risurrezione di Gesù – una raccolta di fatti storici più che religiosi, mirati ad annunciare l’avvento del regno di Dio, la redenzione degli uomini e la funzione salvifica di Gesù.
La scena è ambientata in Betania, oltre il Giordano. Betania significa “casa della testimonianza” o “casa della risposta”. Il significato stesso del nome assume un valore simbolico che ben si armonizza con il contenuto del brano evangelico. Betania diventa un luogo, uno spazio in cui i discepoli sono chiamati a rispondere con la vita.
Qui, sulle rive del Giordano, dove Giovanni Battista sta battezzando, accorrono moltissime persone tra cui alcuni sacerdoti e leviti provenienti da Gerusalemme su richiesta dei farisei. Tra la folla possiamo notare anche alcuni soldati a cavallo.
Dal quadro è possibile stabilire anche l’ora; in tutti gli studi di Ivanov, infatti, lo spettatore può indovinare l’ora del giorno. È l’alba, quando il sole sorge e illumina il paesaggio e i rilievi montani, mentre una leggera foschia lascia solo percepire i profili più lontani; la luce colora le foglie e svela i volti, gli sguardi, i movimenti: è l’inizio di una grande avventura.
Il Battista
Giovanni il Battista è maestoso, alza il braccio destro e indica Gesù, il suo è un gesto solenne e nobile, non ha dubbi sull’identità di Gesù, gli è stata rivelata dallo Spirito, e con forza ed energia lo indica senza paura. Giovanni è un uomo rude, un po’ selvaggio, vestito di pelo di cammello, ma qui è raffigurato in tutta la sua eleganza e ieraticità, la sua chioma sembra la criniera di un leone e il suo profilo esprime forza e determinazione. Con il braccio sinistro innalza il vessillo della croce.
Giovanni è uomo di fede, dallo sguardo profondo, che sa guardare dentro, e in quell’uomo che passa vede il mistero dell’Agnello di Dio e lo indica agli altri. Non ha il compito di andare in cerca di Gesù, né di seguirlo, ma di accorgersi di lui, di riconoscerlo e indicarlo. Qui termina la sua missione.
Gli occhi del Battista fissano Gesù, il segreto della vita di un testimone è racchiuso in questo sguardo che sa scrutare in profondità l’identità di Gesù.
Gesù
Gesù “viene verso” Giovanni e la folla. Gesù appare in lontananza, solitario, ha appena iniziato il suo ministero pubblico. L’essere solo è accentuato ancor di più dalla desolazione del paesaggio circostante, Gesù cammina, il suo passo è solenne, composto.
È un accorgimento del pittore che, creando intorno a Gesù uno spazio vuoto, permette allo spettatore di non avere dubbi su chi sia la persona indicata da Giovanni. L’Agnello di Dio è inequivocabilmente lui.
Gesù è dinamico nel suo incedere, il piede destro esprime movimento. I suoi passi sono verso ciascuno di noi… Gesù sempre ci viene incontro.
Giacomo e Giovanni
Giacomo e Giovanni, la prima coppia di fratelli, si mettono al seguito di Gesù; osserviamo come il pittore ha saputo rendere i loro passi, i gesti, gli sguardi.
Riconosciamo Giovanni per la sua giova ne età, è di profilo con i lunghi capelli rossi. Con la mano destra sembra spingere Giacomo, vuole coinvolgerlo in questa avventura.
A volte c’è bisogno di qualcuno che ci incoraggi, ci solleciti, ci sproni nelle scelte; è questo il ruolo di Giovanni nei confronti del fratello. Giacomo, capelli e barba lunghi e bianchi, è più tranquillo di suo fratello Giovanni. Cammina più lentamente, ma è deciso, la sua mano sinistra orientata verso Gesù sottolinea la consapevolezza della sua decisione.
Giacomo e Giovanni cercano un modo di vivere che offra senso alla loro esistenza, consapevoli che i loro desideri possono realizzarsi in Gesù e con Gesù. È significativa anche la loro posizione nel quadro: vanno da Gesù attraverso Giovanni. Il loro incontro con la salvezza avviene tramite il Battista. È una sequela…
Gruppi di persone
In basso a destra, padre e figlio hanno appena ricevuto il battesimo di purificazione da Giovanni. Si vestono, il figlio appare infreddolito e raccoglie le braccia intorno alla vita, guardano verso il Battista. Tra il popolo c’era il desiderio della venuta del Messia; ora possono ascoltare questo annuncio di salvezza e di vita. L’attesa è finita e sul volto del padre appare un sorriso. Per il Battista il ruolo di testimone è davvero terminato e ora la folla può volgere lo sguardo verso Gesù: questo sconosciuto è l’atteso.
Un vecchio viene aiutato da un giovane ad alzarsi e guarda verso Gesù. Al centro un giovane raccoglie gli abiti dell’uomo nudo seduto per terra, di spalle, e nel contempo sembra interagire con il Battista, contento ma un po’ stupito di ciò che sta accadendo.
L’uomo in piedi alla sua sinistra, nudo anche lui, guarda verso Gesù per vedere meglio chi sta indicando il Battista. Questo annuncio ha portato movimento e trambusto, e ci fa comprendere l’attesa del popolo per il Messia. Il pittore ha saputo rendere questo gioco di sguardi verso Gesù in modo mirabile e tutto questo grazie a Giovanni.
Parte della folla che è in attesa di essere battezzata da Giovanni volge lo sguardo a Gesù, sollecitata in questo dal giovane in primo piano che cerca di convincere anche il fariseo con la barba bianca, capo di una delegazione inviata da Gerusalemme per verificare l’operato del Battista.
In alto a destra anche i due soldati romani a cavallo sono sospinti a guardare verso Gesù.
In basso a sinistra, un vecchio e un adolescente escono dall’acqua del fiume Giordano. Il vecchio si sta aiutando con il bastone e l’adolescente si appoggia a terra toccando il greto del fiume: la vecchiaia e la gioventù, le età della vita, ci invitano a pensare che la conversione e il cambiamento della propria vita possono avvenire a tutte le età; la chiamata è per tutti, l’importante è saper cogliere il momento. E loro due hanno avuto questa opportunità.
Nella parte bassa del dipinto, sulla riva, oltre alle persone, notiamo il tremolio e il riflesso sull’acqua che, nell’effetto realistico dei toni e delle sfumature, rivelano la genialità e la sensibilità dell’artista.
Ma c’è anche chi non si lascia coinvolgere; è l’adulto, vestito di celeste, che guarda per terra indifferente e chiuso nei propri pensieri. Non si capacita di ciò che sta avvenendo.
Approccio vocazionale
In viaggio, tra desiderio e conoscenza di Dio
Giacomo e Giovanni incontrano Gesù grazie a Giovanni il Battista che funge da guida per i due discepoli. Giovanni non trattiene per sé i discepoli, ma li accompagna verso Gesù; è la guida incomparabile che aiuta a varcare la porta di quella dimora da dove iniziare il viaggio per scoprire Dio, per manifestare e testimoniare il suo amore nella storia della loro vita.
«Desidero anche ricordarvi le parole che Gesù disse un giorno ai discepoli che gli chiedevano: “Rabbì […], dove dimori?”. Egli rispose: “Venite e vedrete” (Gv 1,38-39). Anche a voi Gesù rivolge il suo sguardo e vi invita ad andare presso di lui. Carissimi giovani, avete incontrato questo sguardo? Avete udito questa voce? Avete sentito quest’impulso a mettervi in cammino? Sono sicuro che, sebbene il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare nel vostro animo per aprirlo alla gioia piena. Ciò sarà possibile nella misura in cui, anche attraverso l’accompagnamento di guide esperte, saprete intraprendere un itinerario di discernimento per scoprire il progetto di Dio sulla vostra vita. Pure quando il vostro cammino è segnato dalla precarietà e dalla caduta, Dio ricco di misericordia tende la sua mano per rialzarvi»¹.
Suggestivo per i giovani questo momento descritto e attualizzato da Papa Francesco; indicando Gesù, il Battista agevola l’incontro con uno sguardo, permette a chi lo circonda di intercettare la sua voce, indica il cammino verso Gesù.
È straordinaria la figura della guida che non teme di staccarsi dai suoi discepoli. Emerge così il profilo di un accompagnatore libero e liberante, in equilibrio, ma anche il profilo dell’accompagnato che si fida e si affida, capace di andare incontro a ciò che non si conosce, senza paura.
Decisiva l’affermazione del Battista: «Ecco l’Agnello di Dio».
Com’è possibile che Giacomo e Giovanni seguano Gesù solo per questa frase del Battista? Cosa vedono in Gesù per lasciarsi conquistare? Eppure, senza dire una parola, i due discepoli cominciarono a seguire Gesù. La figura dell’Agnello aveva per gli ebrei un forte potere di evocazione. Richiamava la Pasqua del popolo di Israele e soprattutto ricordava l’agnello immolato del cui sangue erano stati segnati gli stipiti delle porte e grazie al quale i figli primogeniti degli israeliti furono salvati dalla morte.
L’Agnello è l’immagine della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, ma è anche la figura del servo di Jahvé di cui parla il profeta Isaia. Nel popolo di Israele era forte questa attesa del Messia, desiderato, anelato, sognato.
Il Battista riconosce in Gesù colui che può liberare da ogni forma di schiavitù, che può liberare l’uomo dalla più grande paura, quella della morte. L’unico che può dare risposta alle domande di ogni uomo.
E forse i nostri giovani non hanno il desiderio di Cristo perché non ne comprendono il valore? E soprattutto non hanno guide che sappiano indicare il Cristo come modello di Vita, come colui che fa sognare una vita piena di senso e di felicità?
La guida, Giovanni il Battista, lo sa indicare perché sa fissare lo sguardo su Gesù.
Il verbo greco tradotto con “fissare lo sguardo” significa letteralmente “guardare dentro” e in Gesù che passa il Battista sa vedere la sua più profonda interiorità e in essa le attese e i desideri di ogni uomo. Mostra così la realtà profonda di quell’uomo, il suo essere dono. Lui è la verità, l’unico che può scaldare il cuore, l’unico che dà un senso all’esistenza, che donerà la sua vita per noi.
Lo cerchiamo e lo seguiamo, come fecero i primi discepoli, quando di lui comprendiamo questa realtà.
Nel quadro di Ivanov possiamo vedere il momento dell’incontro con i discepoli e immaginare i passi successivi, le domande e le risposte; nel Vangelo di Giovanni possiamo constatare l’evangelista che, da vero innamorato, riporta l’ora dell’incontro – «erano le quattro del pomeriggio» – come per dire: è stato un momento talmente importante e decisivo per la sua vita che, dopo tanti anni, ne ricorda e porta nel cuore l’ora precisa.
È un invito a scoprire la bellezza dell’incontro con Gesù e a custodire la memoria nel nostro cuore.
Preghiera
Signore,
Giacomo e Giovanni,
i primi discepoli,
erano in attesa di te
e il Battista da buona guida
ha saputo indicarti come l’Agnello di Dio,
colui che distrugge la morte
e dona la vita per sempre.
Ti chiediamo di porre
al nostro fianco guide
che sappiano rivelarti,
far conoscere te.
Tu che sazi i desideri di ogni uomo,
fa’ che possiamo fidarci e affidarci
e custodire nel cuore
il ricordo dell’ora
dell’incontro con l’amore, con te.
NOTE
1 Lettera del Santo Padre Francesco ai giovani in occasione della presentazione del documento preparatorio della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi
Aleksandr Andreevic Ivanov
L’apparizione del Messia al popolo
1836-1857, 540x750cm, Mosca – Galleria Tret’jakov