Veglia di preghiera
«La santificazione è un cammino comunitario, da fare a due a due» (GE 141)
Sebbene ciascuno di noi sia chiamato a rimanere fisicamente isolato a causa della pandemia, vogliamo ugualmente condividere uno dei momenti più significativi del Convegno. Tuttavia, non vogliamo ‘trasmettere in diretta streaming’ la veglia di quest’anno, non vogliamo ‘assistere’ ad un momento di preghiera, ma pregare insieme, ciascuno nella propria casa partecipando attivamente, pregando davvero tutti nello stesso momento, guidati dallo scorrere dei testi e dei racconti che vi proporremo.
Così, vi invitiamo a preparare il luogo della preghiera mettendo sul tavolo o sulla scrivania una Bibbia aperta, una icona e una candela accesa. Se siete in comunità, vi suggeriamo di disporre le sedie in semicerchio davanti allo schermo in modo che le immagini possano abitare tra voi come se fossero degli invitati accolti nella vostra casa. Se siete soli, disponetevi comodi, come per una serata di incontro tra amici, una chiacchierata fraterna, un momento intimo di condivisione tra chi si vuole bene.
Insieme ai testi che potrete ascoltare e le storie che vi racconteremo attraverso alcuni filmati, saremo accompagnati da alcuni canti della tradizione natalizia che vi invitiamo non soltanto ad ascoltare ma a cantare insieme in modo da partecipare ancora di più alla preghiera comune.
Qualora, per difficoltà di connessione o limitatezza del segnale non riusciste a rimanere connessi alla piattaforma Webex, potrete seguire la veglia attraverso questa pagina affidando a qualcuno/a di voi la lettura dei testi (se siete in comunità) oppure leggendoli a voce alta se siete da soli e proseguendo passo passo cliccando di volta in volta sui diversi momenti della preghiera.
Canto: Adeste fideles
Invocazione allo Spirito Santo
Iniziamo la preghiera e invochiamo lo Spirito nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Dio, nostro Padre,
manda su di noi il tuo Spirito Santo
perché spenga il rumore delle nostre parole,
faccia regnare il silenzio dell’ascolto
e accompagni la tua Parola
dai nostri orecchi fino al nostro cuore:
così incontreremo Gesù Cristo
e conosceremo il suo amore
che ci fa riconoscere e sostiene
la nostra vocazione.
Amen.
Liberamente adattata dalla Liturgia di Bose
Da Fratelli Tutti
«Un essere umano è fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa e non può trovare la propria pienezza «se non attraverso un dono sincero di sé». E ugualmente non giunge a riconoscere a fondo la propria verità se non nell’incontro con gli altri: «Non comunico effettivamente con me stesso se non nella misura in cui comunico con l’altro». Questo spiega perché nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare. Qui sta un segreto dell’autentica esistenza umana, perché «la vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà. Al contrario, non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte». Dall’intimo di ogni cuore, l’amore crea legami e allarga l’esistenza quando fa uscire la persona da sé stessa verso l’altro. Siamo fatti per l’amore e c’è in ognuno di noi «una specie di legge di “estasi”: uscire da se stessi per trovare negli altri un accrescimento di essere». Perciò «in ogni caso l’uomo deve pure decidersi una volta ad uscire d’un balzo da se stesso» (Francesco, Fratelli tutti, 87-88).
Dal Vangelo di Marco
«Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui» (Mc 1,16-20).
Preghiamo per le Vocazioni
Affidiamo al Signore tutti i consacrati e le consacrate, i nostri amici frati, suore e membri degli istituti secolari.
Custodiscili, Signore, nel tuo amore.
Affidiamo al Signore tutte le monache e i monaci, i nostri amici e le nostre amiche che vivono nelle comunità di vita contemplativa maschili e femminili.
Custodiscili, Signore, nel tuo amore.
Affidiamo al Signore tutti gli sposi cristiani, le nostre famiglie e i laici che hanno scelto di vivere il battesimo nel celibato.
Custodiscili, Signore, nel tuo amore.
Padre Nostro
Dal Messaggio per la 56a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni
«Come nella storia di ogni chiamata, anche in questo caso accade un incontro. Gesù cammina, vede quei pescatori e si avvicina… È successo così con la persona con cui abbiamo scelto di condividere la vita nel matrimonio, o quando abbiamo sentito il fascino della vita consacrata: abbiamo vissuto la sorpresa di un incontro e, in quel momento, abbiamo intravisto la promessa di una gioia capace di saziare la nostra vita. Così, quel giorno, presso il lago di Galilea, Gesù è andato incontro a quei pescatori, spezzando la «paralisi della normalità» (Omelia nella XXII Giornata Mondiale della Vita Consacrata, 2 febbraio 2018). E subito ha rivolto a loro una promessa: «Vi farò diventare pescatori di uomini» (Mc 1,17). La chiamata del Signore allora non è un’ingerenza di Dio nella nostra libertà; non è una “gabbia” o un peso che ci viene caricato addosso. Al contrario, è l’iniziativa amorevole con cui Dio ci viene incontro e ci invita ad entrare in un progetto grande, del quale vuole renderci partecipi, prospettandoci l’orizzonte di un mare più ampio e di una pesca sovrabbondante. Il desiderio di Dio, infatti, è che la nostra vita non diventi prigioniera dell’ovvio, non sia trascinata per inerzia nelle abitudini quotidiane e non resti inerte davanti a quelle scelte che potrebbero darle significato. Il Signore non vuole che ci rassegniamo a vivere alla giornata pensando che, in fondo, non c’è nulla per cui valga la pena di impegnarsi con passione e spegnendo l’inquietudine interiore di cercare nuove rotte per il nostro navigare. Se qualche volta ci fa sperimentare una “pesca miracolosa”, è perché vuole farci scoprire che ognuno di noi è chiamato – in modi diversi – a qualcosa di grande, e che la vita non deve restare impigliata nelle reti del non-senso e di ciò che anestetizza il cuore. La vocazione, insomma, è un invito a non fermarci sulla riva con le reti in mano, ma a seguire Gesù lungo la strada che ha pensato per noi, per la nostra felicità e per il bene di coloro che ci stanno accanto.
Dal Vangelo di Luca
«C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni» (Lc 8,1).
Preghiamo per le Vocazioni
Affidiamo al Signore i seminaristi, i novizi e le novizie, i fidanzati, tutti i nostri amici e le nostre amiche che hanno iniziato un cammino di discernimento sulla propria vocazione.
Custodiscili, Signore, nel tuo amore.
Affidiamo al Signore tutti i bambini, gli adolescenti e i giovani.
Custodiscili, Signore, nel tuo amore.
Affidiamo al Signore tutti i malati e i morti di questo tempo, gli operatori sanitari, i medici, gli infermi e tutti coloro che si prendono cura.
Custodiscili, Signore, nel tuo amore.
Padre nostro
Dal Messaggio per la 51a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni
«È Cristo che continuamente ci interpella con la sua Parola affinché poniamo fiducia in Lui, amandolo «con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza» (Mc 12,33). Perciò ogni vocazione, pur nella pluralità delle strade, richiede sempre un esodo da se stessi per centrare la propria esistenza su Cristo e sul suo Vangelo. Sia nella vita coniugale, sia nelle forme di consacrazione religiosa, sia nella vita sacerdotale, occorre superare i modi di pensare e di agire non conformi alla volontà di Dio. E’ un «esodo che ci porta a un cammino di adorazione del Signore di servizio a Lui nei fratelli e nelle sorelle» (Discorso all’Unione Internazionale delle Superiore Generali, 8 maggio 2013). Anche oggi Gesù vive e cammina nelle nostre realtà della vita ordinaria per accostarsi a tutti, a cominciare dagli ultimi, e guarirci dalle nostre infermità e malattie. Mi rivolgo ora a coloro che sono ben disposti a mettersi in ascolto della voce di Cristo che risuona nella Chiesa, per comprendere quale sia la propria vocazione. Vi invito ad ascoltare e seguire Gesù, a lasciarvi trasformare interiormente dalle sue parole che «sono spirito e sono vita» (Gv 6,62). Maria, Madre di Gesù e nostra, ripete anche a noi: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!» (Gv 2,5). Vi farà bene partecipare con fiducia ad un cammino comunitario che sappia sprigionare in voi e attorno a voi le energie migliori. La vocazione è un frutto che matura nel campo ben coltivato dell’amore reciproco che si fa servizio vicendevole, nel contesto di un’autentica vita ecclesiale. Nessuna vocazione nasce da sé o vive per se stessa. La vocazione scaturisce dal cuore di Dio e germoglia nella terra buona del popolo fedele, nell’esperienza dell’amore fraterno. Non ha forse detto Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv13,35)?
Dal Vangelo di Luca
«Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai» (Lc 10,24).
Preghiamo per le vocazioni
Affidiamo al Signore i politici, gli amministratori, gli insegnanti e tutti i lavoratori.
Custodiscili, Signore, nel tuo amore.
Affidiamo al Signore tutti gli sposi, i presbiteri, i cossacrati e le consacrate che faticano nella loro vocazione o che l’hanno abbandonata.
Custodiscili, Signore, nel tuo amore.
Affidiamo al Signore i poveri, i carcerati, i migranti, coloro che sono sfruttati.
Custodiscili, Signore, nel tuo amore.
Padre nostro
Da Nuove Vocazioni per una Nuova Europa
«L’ascolto profondo dello Spirito è il nuovo respiro di ogni azione pastorale della comunità ecclesiale. Il primato della vita spirituale è la premessa per rispondere a quella nostalgia di santità che attraversa pure questo tempo della Chiesa d’Europa. La santità è la vocazione universale di ogni uomo, è la via maestra in cui convergono i tanti sentieri delle vocazioni particolari. Pertanto il grande appuntamento dello Spirito per questa curva di storia postconciliare è la santità dei chiamati […]. Ma il tendere efficacemente verso questa meta significa aderire all’azione misteriosa dello Spirito in alcune precise direzioni, che preparano e costituiscono il segreto di una vera vitalità della Chiesa del duemila […]. È proprio nello Spirito, infatti, che ogni cristiano scopre la sua assoluta originalità, l’unicità della sua chiamata e, al tempo stesso, la sua naturale e incancellabile tendenza all’unità. È nello Spirito che le vocazioni nella Chiesa sono tante e assieme sono una stessa unica vocazione, all’unità dell’amore e della testimonianza. È ancora l’azione dello Spirito che rende possibile la pluralità delle vocazioni nell’unità della struttura ecclesiale: le vocazioni nella Chiesa sono necessarie nella loro varietà per realizzare la vocazione della Chiesa, e la vocazione della Chiesa — a sua volta — è quella di rendere possibili e praticabili le vocazioni della e nella Chiesa. Tutte le diverse vocazioni sono dunque protese verso la testimonianza dell’agape, verso l’annuncio di Cristo unico salvatore del mondo. Proprio questa è l’originalità della vocazione cristiana: far coincidere il compimento della persona con la realizzazione della comunità; ciò vuol dire — ancora una volta — far prevalere la logica dell’amore su quella degli interessi privati, la logica della condivisione su quella dell’appropriazione narcisistica dei talenti (cfr. 1 Cor 12-14). La santità diventa pertanto la vera epifania dello Spirito santo nella storia.
Dalla lettera agli Efesini
«Io dunque, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4,1-6).
Preghiera per la 58a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni
Ti lodiamo Dio,
Padre buono,
perché hai voluto la vita dell’uno
legata alla vita dell’altro;
creandoci a tua immagine
hai depositato in noi
questo anelito alla comunione
e alla condivisione:
ci hai fatti per Te
e per andare con Te
ai fratelli e alle sorelle,
dappertutto!
Ti lodiamo Dio,
Signore Gesù Cristo,
unico nostro Maestro,
per esserti fatto figlio dell’uomo.
Ravviva in noi
la consapevolezza
di essere in Te un popolo di figlie e figli,
voluto, amato e scelto
per annunciare
la benedizione del Padre verso tutti.
Ti lodiamo Dio,
Spirito Santo,
datore di vita,
perché in ognuno di noi
fai vibrare la tua creatività.
Nella complessità di questo tempo
rendici pietre vive,
costruttori di comunità,
di quel regno di santità e di bellezza
dove ognuno,
con la sua particolare vocazione,
partecipa di quell’unica armonia
che solo Tu puoi comporre.
Amen.
[…] Veglia di preghiera vocazionale […]