Giovani e vocazioni: da una indagine realizzata a Malta
“Non basta che si presenti ai giovani un’ideale sacerdotale. Occorre innanzi tutto aiutarli a diventare discepoli di Gesù: veri cristiani prima che sacerdoti”. Ho detto questo nel mio discorso al Sinodo dei vescovi 1990 in cui ho partecipato come uditore. Ma questo è ancora una volta il risultato di uno studio che ho fatto delle due Esortazioni Apostoliche, Christifideles Laici e Pastores Dabo Vobis. La CfL ha chiesto la presenza di sacerdoti e sacerdoti santi e per ciò è venuto fuori il Sinodo sulla Formazione dei Sacerdoti nelle circostanze attuali. Ma senza la formazione cristiana dei laici non si può avere i sacerdoti.
È per questo che sono venuto alla conclusione che la Pastorale vocazionale non è altro che la formazione dei laici formando i ragazzi, gli adolescenti ed i giovani sulla strada del Vangelo. Questo è anche il risultato di una indagine che ho fatto tra quelli che da 17 anni hanno partecipato agli incontri vocazionali presso il Centro Diocesano delle Vocazioni del Seminario di tal Virtù a Malta. Con questa indagine volevo constatare quali sono i contesti socioculturali ed ecclesiali delle vocazioni sacerdotali a Malta.
Erano 446 che hanno risposto al questionario, dei 720 interpellati cioè il 61%. Risulta che l’8% sono già sacerdoti e il 5% sono seminaristi. Ma la Pastorale vocazionale non si limita a fare i preti. “L’importante è vivere: vivere il Vangelo, farne esperienza in prima persona”, ho detto al Sinodo. Ma anche la Pastores Dabo Vobis vuole che i giovani passino ad una “mentalità cristiana” (n. 37). Questa Pastorale vocazionale dà tutta la libertà a quelli che ne partecipano. Dall’indagine risulta che l’11% sono sposati e che, invece, il 76% che sono ancora di età giovanile hanno detto che devono ancora cercare la volontà di Dio per loro.
Il contesto
Dove hanno vissuto queste persone, cioè quali sono i contesti socioculturali ed ecclesiali in cui hanno vissuto o in cui vivono ancora?
L’ambiente famigliare è un ambiente in cui il padre fa un lavoro tecnico o clericale e la madre è una casalinga. Sono poche le famiglie in cui c’è un figlio solo; il 68% abitano in una famiglia che ha tra 2 e 4 figli/e; e il 23% hanno più di 4 figli/e. Sono famiglie (98%) in cui i genitori sarebbero contenti se un figlio mostra il desiderio di diventare sacerdote.
Il 29% di quelli che hanno risposto al questionario frequentavano il Seminario Minore, che è una scuola cattolica, e il 50% frequentavano le altre scuole cattoliche. Da queste scuole viene il 22% dei seminaristi maggiori di quest’anno (1995). Anche se il Seminario minore è una scuola di 300 studenti da essa viene l’11% dei seminaristi maggiori.
Dall’indagine risulta che il 68% ha detto che la scuola li ha aiutati per vivere una vita cristiana con: un ambiente religioso (26%), la disciplina (26%) e la preghiera (12 %). Il 50 % ha detto che la scuola li ha aiutati nella loro vocazione sacerdotale perché si facevano incontri vocazionali (45%) e gli insegnanti sono stati di grande aiuto (39 %).
È interessante notare nei risultati dell’indagine che i membri del CDV hanno trovato un modus vivendi con la cultura odierna. Loro hanno cercato ambienti di sport e di divertimento che li hanno aiutati a crescere e sviluppare la loro personalità. L’86% ha partecipato nelle associazioni cattoliche tradizionali e il 14% ha partecipato nei Movimenti di vita cristiana. È questo ambiente che li ha aiutati a mantenere una vita di preghiera (25 %), di incoraggiamento (23%) e di istruzione religiosa (16%). Invece, il 39% ha trovato in quest’ambiente un aiuto per la loro vocazione e il 27% ha trovato una guida spirituale.
La Pastorale vocazionale si svolge in tutte le parrocchie e s’incomincia con i ragazzi che dall’età di 10 anni ricevono il sacramento della Confermazione. È importante notare che il Santo Padre nella PdV considera “i ragazzi, gli adolescenti ed i giovani” come destinatari della Pastorale vocazionale.
L’annuncio
Dall’indagine risulta che i preti (36%) sono i protagonisti della Pastorale delle vocazioni perché sono loro che incoraggiano i ragazzi a partecipare ai corsi vocazionali. Poi ci sono gli amici (27%) ed i genitori (16%). Ma la vocazione sacerdotale è presa sul serio dai membri del CDV perché il 49% ha detto che andavano al CDV per “sapere di più sulla vocazione al sacerdozio”; oltre questi, il 64% preferivano frequentare i corsi vocazionali anche se avevano qualche altra cosa da fare.
L’ambiente ecclesiale o si può dire clericale rivela quale impressione lascia sui ragazzi, gli adolescenti ed i giovani la presenza del sacerdote. L’89% ha detto che c’erano sacerdoti che li hanno impressionati favorevolmente e specialmente con le loro virtù (40%) o la loro dedicazione pastorale (35%). Ma il 48% ha detto che erano impressionati negativamente dai sacerdoti ed in modo speciale dalla loro superbia (37%), dal loro gridare (15%) e dal fatto che non sono “al corrente” con la vita di oggi (15%).
Il cammino
“Gesù, prima di chiamare ad un particolare compito, chiama a seguirlo. Invita a posporre tutto per vivere in profonda comunione con Lui e con gli altri discepoli. Ed era questa la scelta decisiva da fare”, ho detto al Sinodo del 1990. La vita cristiana costruita sulla Parola di Dio è l’anima dei corsi vocazionali svolti dal CDV. E il 36% ha detto che loro pregano sulla Parola di Dio. La frequenza alla messa quotidiana sale al 40% di quelli che hanno risposto al questionario; invece il 56% partecipa spesso alla messa. Questo modo di partecipare alla vita cristiana e spirituale costruisce i valori evangelici nei ragazzi, negli adolescenti e nei giovani. Il 67% dà, di quello che ha, agli altri: il 59% fa un lavoro di volontariato e l’87% perdona gli altri.
Sulla via di mettere Dio al primo posto nella loro vita, il 77% ha detto che non è difficile per loro a distaccarsi dal denaro; il 59% non trova difficile distaccarsi da una carriera; e il 35% non trova difficoltà a distaccarsi dall’idea di avere una famiglia propria.
Solo così la pastorale vocazionale è fondata sulla roccia, secondo quella parola di Gesù che dice: “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Mt 7,24).