N.05
Settembre/Ottobre 1995

Il P.P.V. nel servizio di animazione vocazionale di alcuni Istituti di vita consacrata

 

 

CARMELITANI

 

Non è facile “narrare” come il Piano Pastorale per le Vocazioni (P.P.V.) in questi dieci anni sia stato punto di riferimento e di stimolo nel lavoro di studio, di animazione e di programmazione del nostro “progetto vocazionale”. Ci provo.

Una delle mie prime preoccupazioni, da quando i miei superiori mi diedero l’incarico di animatore vocazionale, è stata quella di accogliere il P.P.V. non come un documento tra i tanti, ma come un dono dello Spirito Santo, affidatoci per la necessaria mediazione e incarnazione.

Studiando il Documento è subito emersa la scelta di fondo che esso fa: una pastorale vocazionale profetica, non fondata sulla “novità” ad ogni costo, ma fondata sulla “profezia” intesa, secondo me, come “amore alla vita”. Insomma, una pastorale delle vocazioni profetica che ha per base la vita amata e vissuta che sola “genera vita”, come dice Giovanni Paolo II.

Mi sembra che una pastorale vocazionale profetica interpelli gli istituti religiosi a superare i momenti di crisi, e in modo particolare ci siamo sentiti interpellati noi Carmelitani, che abbiamo nel profeta Elia il modello ispiratore del nostro carisma e che ci possiamo definire “profeti di fraternità”[1].

Ma come ci siamo sentiti interpellati? Sicuramente rinnovando la crescita della nostra coscienza vocazionale (come singoli e come comunità, almeno quelle più direttamente coinvolte) per soddisfare e rendere più limpide le tre dimensioni della vita religiosa: spirituale, fraterna e apostolica (cfr. P.P.V., 19). Perché il “primo contributo che i religiosi offrono alla comunità credente deriva dal loro essere religiosi” (P.P.V., 34).

Poi ci siamo impegnati a darci un “piano pastorale per le vocazioni” a livello di Provincia e Province in Italia, non solo un “piano d’azione”, ma soprattutto di “coscienza vocazionale” rinnovata. Un “piano pastorale” in cui si descrive non soltanto ciò che si deve fare, ma un piano in cui si racconta “chi siamo” in quanto religiosi con uno specifico carisma, e come ci si rapporta a Dio, tra i membri delle comunità, con il mondo, con le proprie opere.

Tutto questo costituisce il “nucleo” del nostro piano pastorale; la forza della testimonianza per l’annuncio proposta e l’accompagnamento vocazionale; la base del lavoro della nostra pastorale vocazionale. Ma non solo. Lavorando in molte parrocchie, ci siamo sentiti interpellati da una pastorale profetica anche come operatori pastorali: dal parroco ai laici, in “un continuo rinnovamento di tutta la pastorale secondo gli orientamenti dell’ecclesiologia del Vaticano II”, coscienti che “nella pastorale ordinaria di una comunità parrocchiale la dimensione vocazionale non è un ‘qualcosa in più da fare’ ma è l’anima stessa di tutto il servizio di evangelizzazione che essa esprime” (P.P.V., 26).

Ancora. In una pastorale delle vocazioni profetica l’attenzione è soprattutto per i giovani, definiti dal Documento “Segni dei tempi” (P.P.V., 20). Nella nostra pastorale giovanile, per essere profetica e quindi vocazionale, il primo interesse è stato il metterci in ascolto di questo grande “segno”, che sono i giovani nella storia. Ed abbiamo sempre visto il mondo giovanile carico di elementi positivi “a cui guardare con discernimento per far crescere ciò che in esso c’è di positivo e di profetico” (P.P.V., 20). Inoltre, sempre più convinti che “la pastorale giovanile e la pastorale vocazionale sono complementari”[2], ci siamo dati da fare perché in tutti i nostri incontri giovanili potesse emergere l’amore alla vita, perché crediamo che la vita è il luogo dove Dio si fa presente.

Ed è così che, da queste coordinate, è nato il Movimento Carmelitano. Esso è l’insieme di persone (preadolescenti, adolescenti, giovani e giovani adulti), che, a contatto con il Carmelo Istituzionale, si impegnano per un cammino di formazione spirituale ispirato ai valori della Spiritualità Carmelitana e promosso dal Centro di Coordinamento Vocazionale e Giovanile di tutta la Famiglia Carmelitana presente in Italia. Questo cammino si basa sull’approfondimento annuale del tema della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, letto in chiave carmelitana e mediato mensilmente da una scheda di lavoro chiamata “Kerit”[3]. Per questo il Movimento è da noi considerato “Movimento Vocazionale” per la crescita nella dimensione vocazionale della vita cristiana, l’approfondimento dei valori carmelitani e la maturazione di scelte concrete o per la vita consacrata o per l’impegno laicale nel Carmelo per la Chiesa.

Tutto questo è supportato dal “mezzo” essenziale comandato dal Signore che è la preghiera in tutte le sue forme, ed in particolare la lectio divina, che impegna i giovani, le comunità religiose ed ecclesiali; dagli incontri settimanali; dai ritiri mensili; dal convegno annuale; dai campi-scuola; dalle settimane vocazionali; dalle esperienze concrete di servizio nelle molte forme di volontariato.

Non so se sono riuscito a “narrare” quanto il P.P.V. sia stato di riferimento nella nostra animazione vocazionale, ma una cosa è certa: il P.P.V. è stato uno stimolo continuo di orientamento e di confronto contribuendo a creare una vera coscienza vocazionale, nei singoli religiosi e nel servizio svolto dalle nostre comunità.

Mimmo Meloni O. Carm.

 

 

 

 

FRATI MINORI

 

La pubblicazione del Piano Pastorale per le Vocazioni ha dato senz’altro una spinta decisiva al servizio degli Animatori vocazionali OFM d’Italia. Il cammino unitario di questo settore nell’insieme delle 18 Province italiane è ormai consolidato da 23 anni di esperienza. Prima che in altri ambiti, è qui che i Frati Minori italiani hanno appreso lentamente l’arte del progettare e lavorare insieme.

Il Piano è giunto in un momento di approfondimento di questa nostra storia. Esso ha aiutato gli Animatori a precisare il quadro di riferimento ideale del loro servizio. Allo spirito pionieristico degli inizi, forse troppo assorbito dal “che cosa” e dal “come” fare, è subentrata l’esigenza della formazione e dei contenuti forti. Certamente lo spirito francescano, riscoperto in questi anni, è stato un punto qualificante di questo lavoro di approfondimento. Il Piano ci ha poi aiutato a mettere a fuoco alcuni punti nevralgici.

Il primo cerchio è quello dello studio: dopo il Piano gli Animatori hanno messo in cantiere il loro Piano (Linee per un Piano Pastorale Francescano delle Vocazioni). Il comune sforzo per redigere questo Piano particolare ha imposto ritmi e tempi di riflessione e di studio sul lavoro che si andava svolgendo a livello nazionale e provinciale. Questo passo ha segnato la crescita qualitativa dell’autocoscienza del servizio di animatori vocazionali, altrimenti preda dell’improvvisazione emotiva e dalle limitate traiettorie.

In particolare il Piano è stato un prezioso stimolo per leggere con più attenzione la condizione giovanile e per meglio saldare Pastorale giovanile e vocazionale, passaggio che ancora sentiamo carico di cammino da fare.

Il Piano ci ha poi condotto per mano ad esprimere meglio la dimensione ecclesiale della vocazione, radicando meglio e di più il nostro lavoro nella Chiesa e per la Chiesa, attenti al cammino della nostra Chiesa italiana e alle realtà locali in cui siamo inseriti come religiosi. Attenti poi allo specifico francescano della Fraternità, particolarmente prezioso nell’accompagnamento e discernimento vocazionale, ne abbiamo potuto meglio accentuare il carattere ecclesiale. Inoltre abbiamo proficuamente accolto lo stimolo ad elaborare un preciso itinerario vocazionale, che partendo dall’annuncio e passando per la proposta, approdasse all’accompagnamento. La Fraternità resta il luogo privilegiato di questi tre momenti. Da essa e in essa si sviluppa il lavoro di animatori vocazionali che non possono essere dunque “battitori liberi”. Da questo momento l’idea forte di itinerario vocazionale si è imposta sempre più decisamente, portando ad un progressivo superamento della frammentarietà di proposte e cammini spesso parziali, individuali e largamente incompleti. In particolare è dei primi anni ‘90 la messa in opera di precisi itinerari vocazionali sostanziati di Scrittura e di attualizzazione francescana; itinerari che si sono sperimentati e verificati insieme.

Da questo lavorio sono scaturiti anche alcuni nostri Convegni nazionali, attenti alla direzione-accompagnamento spirituale e alla definizione più precisa di Fraternità d’Accoglienza (non Casa!). Questo lavoro è stato essenzialmente svolto a livello del Coordinamento Nazionale. Ha poi orientato il cammino delle Province, che conoscono livelli diversi di assorbimento e di messa in opera. Abbiamo potuto sperimentare come il cammino unitario sul piano nazionale conduca poi le singole entità a notevoli salti di qualità, incoraggiando e animando realtà locali, spesso piccole e difficili.

Il frutto migliore di questo coordinamento nazionale e provinciale è stata la gestazione e poi la nascita di una serie di 4 iniziative vocazionali nazionali, espressione dell’intero corpo degli Animatori. Il tono delle iniziative è andato crescendo man mano che si chiarivano i contenuti di cui il Piano si è fatto portavoce.

Si è così studiata una scaletta precisa di obiettivi, destinatari e metodologie per ognuna delle iniziative. Se la Marcia Francescana del Perdono (25 luglio – 4 agosto) è un primo annuncio aperto ad un vasto pubblico giovanile, i tre giorni natalizi di Emmanuel a Greccio (27-30 dicembre) si propongono come un passo in avanti nell’accostamento del mistero dell’Incarnazione nella prospettiva francescana; Marta e Maria alla Verna (11-17 settembre), esperienza di preghiera e lavoro, si offre come l’accostamento al mistero della Passione in Francesco, per sostenere il giovane in una risposta generosa. Le ultime due iniziative hanno accolto lo stimolo al legame tra Liturgia e Vocazioni richiamato dal Piano. Emmanuel si è strutturato intorno alla Liturgia natalizia e ai racconti dell’Infanzia di Lc e di Mt, mentre Marta e Maria si raccoglie in un itinerario giovanneo, tenendo presente la festa dell’Esaltazione della Croce e delle Stimmate di S. Francesco.

La quarta iniziativa è Adolescenti verso Assisi, un itinerario vocazionale per questa fascia di età condotto insieme alla Gioventù Francescana italiana (GI.FRA.). Questa è stata anche l’occasione per aprire il servizio di animazione vocazionale alla collaborazione con questa fondamentale realtà laicale francescana. Si tratta di una sfida lanciata dal Piano e che ci trova in attesa di risposte più coraggiose e capaci di osare.

In conclusione si può senz’altro ribadire l’apporto prezioso che il Piano del 1985 ha fatto confluire nel pensiero e nella prassi pastorale dei Frati Minori in Italia. Sentiamo oggi più che mai urgente la necessità di non stancarci appunto nel “ripensare” in modo forte le coordinate del nostro servizio, tanto esposto alla mutevolezza dei tempi e al sovraccarico degli impegni. Resta una sfida aperta e ineludibile, per non scivolare nelle secche di un pragmatismo inquietante.

Massimo Fusarelli ofm

 

 

 

 

SERVE DI MARIA RIPARATRICI

 

La Congregazione delle Serve di Maria Riparatrici, alla quale appartengo, è stata fondata da M. Elisa Andreoli agli inizi del ‘900 a Vidor (Treviso). La spiritualità delle origini è segnata dalla nota evangelica e agostiniana dell’amore di Dio e del prossimo ed è caratterizzata dallo spirito proprio dell’Ordine dei Servi di Maria, che in quel periodo storico si riassume nel meditare i dolori di Gesù e Maria e nel diffondere questa devozione. Accanto alla contemplazione si unisce l’impegno d’imitare la Madre dei Dolori con uno zelo ardente per le anime e una tenera compassione per le miserie spirituali e corporali del prossimo che si concretizza nell’educazione della gioventù, nella cura delle orfanelle e altre opere di carità. La rilettura delle origini e della tradizione nostra e dell’Ordine, riproposta nel nuovo testo costituzionale, ci porta ad esprimere, oggi, la nuova identità in questi termini: inserite nella grande famiglia dei Servi, testimoniamo il Vangelo in comunione fraterna; siamo al servizio di Dio e del prossimo; ci ispiriamo costantemente a Maria, Madre e Serva del Signore, con l’impegno di cooperare e riparare perché si anticipi la totale riconciliazione dell’uomo e dell’universo con Dio. Oggi la Congregazione è presente con 80 fraternità in Italia, Brasile, Portogallo, Argentina, Costa D’Avorio, Bolivia, Albania. Fedele al carisma iniziale cerca di prolungare nella Chiesa la presenza attiva di Maria esprimendo il proprio servizio nella lode orante e contemplativa, nell’annuncio gioioso e liberante del messaggio evangelico, nella comprensione e nel sollievo delle umane sofferenze, e nella partecipazione attiva alla vita e alla missione della Chiesa.

La Congregazione sensibile al cammino della Chiesa, particolarmente dopo il Concilio Vaticano II ha cercato anche nel settore dell’animazione vocazionale di imprimere alla propria animazione, un impulso con un respiro più ecclesiale. Gli strumenti che vengono messi in atto sono la preghiera sia personale che comunitaria e accanto ad essa vengono individuati alcuni strumenti di azione per aiutare le giovani a discernere e accogliere la chiamata di Dio. Tra le attività vengono privilegiate quelle rivolte alle suore particolarmente impegnate in questo settore attraverso circolari, partecipazione a convegni, settimane di studio a livello congregazionale ed ecclesiale, mentre per le giovani vengono realizzate giornate e corsi di orientamento.

La svolta decisiva, nella pastorale vocazionale fu tuttavia segnata da due fatti: la celebrazione del Capitolo Generale (1972) che dedicò particolare attenzione a questo settore e stimolò sorelle e comunità ad approfondire la propria vocazione per vivere e testimoniare la gioia della propria scelta e la collaborazione tra le varie incaricate a livello vocazionale; l’approvazione del “Piano pastorale per le vocazioni in Italia” (1973) che dà un’impostazione nuova a tutta l’animazione vocazionale.

Le nuove direttive della Chiesa provocano infatti anche all’interno degli Istituti un nuovo modo di fare pastorale, non più a servizio di posti vuoti da riempire ma di Cristo che chiama e di ogni persona che è chiamata. Questo delinea il servizio della delegata che si sente chiamata a offrire il proprio servizio di animazione non solo alla propria Congregazione ma anche ad altre attraverso un impegno intercongregazionale e all’interno della chiesa locale nei vari organismi diocesani e regionali.

Negli anni ‘85 la delegata seguendo le linee del nuovo “Piano Pastorale per le Vocazioni” iniziò a collaborare nella realizzazione di giornate vocazionali promosse dai Centri Diocesani e cercò di animare le comunità con sussidi appropriati.

Durante l’esperienza degli anni ‘85-‘90 nel tentativo di realizzare quanto la Chiesa proponeva, si prese coscienza delle numerose possibilità che venivano offerte per compiere un’autentica animazione vocazionale, attraverso la preghiera, lo studio, gli scambi fraterni, la catechesi, l’insegnamento scolastico, la diffusione di stampa formativa e non ultimo l’accoglienza delle giovani che desideravano condividere la nostra vita.

Illuminate dal Piano Pastorale per le Vocazioni si comprende sempre più, la necessità di un lavoro di équipe per cui anche all’interno della Congregazione si inizia un tipo di animazione che vede protagonista l’intera comunità, la quale a tempo pieno studia, ricerca, approfondisce e si apre ad una collaborazione anche nel campo missionario. Iniziò così un cammino di collaborazione a livello vocazionale e missionario attraverso la costituzione di équipe, che elaborando i progetti dei Centri Diocesani e Regionali li mediavano per le varie realtà con le seguenti linee di programmazione: formazione delle animatrici comunitarie, realizzazione di giornate, campi scuola, giornate di ritiro, realizzazione di comunità di accoglienza, incontri periodici e costanti per giovani in ricerca, preparazione di materiale come depliant, diapositive, documentari, fumetti, ecc.

Il servizio di animazione vocazionale attento alle direttive del Piano Pastorale Vocazionale e attento alla nostra identità carismatica si è andato sempre più esprimendo come elemento intrinseco della nostra vita religiosa e come un servizio in favore dei giovani perché conoscano il Signore e rispondano al piano d’amore che Dio ha segnato per ciascuno di loro. A questo scopo furono sottolineati alcuni aspetti, quali: una pastorale vocazionale unitaria il cui scopo consiste nel presentare i vari modi di seguire Cristo in modo che ciascuno risponda alla propria chiamata; l’inserimento nella pastorale organica a livello di parrocchia e diocesi, convinte che un lavoro organico a livello ecclesiale avrebbe testimoniato un grande passo nella comunione e nella collaborazione; la preghiera per le vocazioni considerata come valore e come stimolo, perché le giovani interroghino se stesse e scoprano la propria vocazione (attraverso giornate di spiritualità, scuole di preghiera o di “Lectio divina” nei tempi forti liturgici, corsi di Esercizi spirituali per giovani, preghiera notturna per le vocazioni da parte delle comunità religiose e gruppi di laici); l’accompagnamento individuale e di gruppo per un cammino di discernimento e di direzione spirituale e per un graduale cammino di fede comunitario. Questi due aspetti sono per noi oggi punti fermi per aiutare le giovani a fare una scelta vocazionale matura; la pastorale giovanile come spazio vitale perla pastorale vocazionale, infatti la prima non potrebbe essere completa senza la seconda. La pastorale fra i giovani è un impegno molto sentito, anche se non sempre trova una risposta, data la problematica giovanile e l’età delle sorelle.

Dopo vari tentativi a livello concreto si è vista la necessità di avere in Congregazione un proprio Piano di Pastorale Vocazioni che tenesse conto delle linee generali del P.P.V. Tale documento richiama i principi e le linee fondamentali di una pastorale che mira a far scoprire ad ognuno la propria vocazione, il disegno e le attese di Dio, con le caratteristiche specifiche del carisma delle Serve di Maria Riparatrici.

Il documento dopo aver ripreso le linee generali emerse dal P.P.V., esplicita gli aspetti più specifici: “In questo cammino di ricerca e di ascolto… la cui meta è la gioia piena di una generosa risposta della persona, noi Serve di Maria Riparatrici riconosciamo quattro momenti fondamentali: l’annuncio, la proposta, l’accompagnamento vocazionale, il discernimento vocazionale” (P.P.V., 17): l’annuncio che ciascuna di noi è chiamata a dare attraverso la nostra vita vissuta con coerenza a livello personale e comunitario; la proposta che viene fatta ai giovani perché possano conoscere la loro vocazione nella Chiesa, si aprano al dialogo con Cristo e si impegnino nel servizio ecclesiale. La proposta che avviene in un rapporto personale con i giovani, inseriti in un itinerario di fede, di dialogo e di confronto; l’accompagnamento vocazionale che ha come scopo di aiutare la giovane a passare dalla proposta alla risposta, camminandole accanto come fece Gesù con i discepoli di Emmaus, con un grande rispetto per la persona e per il progetto di Dio su di Lei. Esso tiene presente due aspetti molto importanti, uno personale e uno comunitario, che diventano spazio di discernimento e di verifica; il discernimento vocazionale che ha una notevole importanza nei momenti iniziali del cammino vocazionale, quando la giovane manifesta disponibilità alla chiamata del Signore nella vita religiosa delle Serve di Maria Riparatrici. Durante questo periodo la giovane è aiutata a crescere a livello umano e spirituale, approfondendo i valori della vita religiosa e verificando se ha attitudini per vivere il carisma dell’Istituto.

Questi anni di cammino guidate dal P.P.V. sono stati un itinerario illuminato da valori e stimolazioni alla luce delle direttive della Chiesa. I frutti vocazionali sono dei piccoli germi che si stanno affacciando per ridonare alla Chiesa e alla nostra famiglia un nuovo vigore spirituale e speranza nel Dio che chiama. Il frutto più fecondo, secondo me è la coscientizzazione da parte delle nostre comunità che tutte siamo chiamate ad essere proposta vocazionale dove il Signore ci chiama, con la nostra testimonianza gioiosa, con la preghiera incessante al Padre, con l’offerta della quotidiana sofferenza.

Laura De Santis

Serve di Maria Riparatrici

 

 

 

 

Note

[1] Cfr B. SECONDIN (ed.), Profeti di fraternità, EDB.

[2] Così ci ha ricordato il Papa anche nel suo ultimo messaggio per la XXXII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.

[3] Nome del torrente presso il quale il profeta Elia si dissetava, cfr. 1Re 17,3-5.