Uno sguardo puro
Un colpo di fulmine. Yvon ha 19 anni, è marinaio e rimane folgorato dallo sguardo di una giovane carmelitana: si innamora. Non di lei, ma di Dio.
Dio continua a parlare nelle persone che incontriamo, che Lui pone come doni inestimabili sul nostro cammino… e, anche per mezzo loro, ci attira a sé.
Riportiamo un passo tratto dal libro Passione estrema per l’assoluto.
Era il tredicesimo di quattordici figli. Si chiamava Yvon. Una volta ottenuto il diploma di scuola elementare, il suo solo diploma, e come bagaglio religioso ciò che si chiama una «fede di tradizione», si era impegnato a sedici anni e mezzo alla scuola dei mozzi a Loctudy. Per sette anni viaggiò sul Richelieu o sul Jean Bart, ma non aveva ancora trovato una «fede di convinzione». A Tolone, il 23 agosto 1955 scoppia un incendio in una pineta in prossimità di un Carmelo. Il quartiermastro capo Yvon si precipita e arriva prima dei pompieri. Per lui il Carmelo più celebre non è a Lisieux, è a Tolone e si è spesso posto delle domande sulla vita che vi si conduce. L’incendio si propaga, il fumo si alza già dietro al grande muro delle religiose: non è l’occasione di superarlo? «Che fortuna!» pensa «Nessuna esitazione. Finalmente saprò cosa fanno quelle zitelle nascoste in monastero». Sale sul muro, salta dentro e si trova faccia a faccia con tre carmelitane. Ne nota solo una molto carina che sembra avere una ventina d’anni. I loro sguardi si incrociano. Ne è sconvolto. «Ho capito cos’è uno sguardo puro» dice. «È stata la mia via di Damasco. Una ragazza così bella che avrebbe potuto sposarsi… In quel momento preciso ho creduto che Dio esisteva e che valeva la pena di darsi a lui come faceva lei.» Il marinaio di diciannove anni non aveva solo superato un muro, ora si trovava lui ai piedi di un muro e doveva dare una risposta. Era già stato attirato da Dio e gli era venuta l’idea di darsi a lui… forse all’età della pensione! Nell’attesa si sarebbe piuttosto orientato verso il matrimonio, convinto di essere fatto per avere moglie e figli. Già fidanzato scopre la trappa. La chiamata di Dio si precisa, ne parla con la sua fidanzata e le annuncia un giorno che intende lasciare la marina per la trappa. Lei accetta generosamente di «cancellarsi» e, non senza dolore, gli rende la sua libertà. Lui “assale”, per così dire, Dio perché gli manifesti la sua volontà. «Non so se tu mi chiami alla trappa» dice nella sua preghiera «ma se non l’hai ancora fatto, deciditi, perché ci vado.» Diventa fratel François.
(Dom Marie-Gérard Dubois, Passione estrema per l’assoluto, Piemme 1997, p. 256)