Bibliografia ragionata sul tema della “gratuità”
Non è facile tracciare un percorso bibliografico sulla realtà del “gratuito” come coordinata vocazionale. Lo stesso termine gratuità si presenta come una dimensione tipica dell’amore di Dio, particolarmente visibile nell’atto della creazione e dell’incarnazione. Una più attenta considerazione potrebbe svilupparsi attingendo alla realtà stessa del Dio cristiano come dono tripersonale. In questa linea la riflessione sulla gratuità viene a svilupparsi in modo più completo in riferimento alla realtà del “dono” che fissa così una relazione vitale tra le persone. Ci limitiamo in questo contributo bibliografico a segnalare alcune aree di indagine sul tema. Un primo contributo che può rappresentare la base per un approfondimento del tema lo possiamo rintracciare in:
G. Agresti, Elogio della gratuità, Sul Monte della Presenza 2, Paoline, Roma 1980.
Il testo rappresenta lo sforzo di dare consistenza cristiana alla realtà del dono e del gratuito. A partire da alcune rapide sottolineature sulla credibilità del dono nella società contemporanea, maggiormente centrata nell’intersecarsi di domanda ed offerta e strutturata in rapporti tipicamente imperniati sulla logica del “dovuto”, più che del donato, l’Autore, nei successivi capitoli, prende in esame, in chiave spirituale, il messaggio della Bibbia. La figura veterotestamentaria di Dio e le sue promesse, la visione di Cristo, quale dono di Dio e dono fatto all’uomo e la presenza dello Spirito Santo chiamato a vivificare coi suoi doni la Chiesa rappresentano i tre punti di riferimento per una teologia-spiritualità del gratuito. Nella seconda parte del libro il discorso si sposta sull’uomo. Egli si coglie nella sua essenza come dono, chiamato a scoprire dentro questa logica del gratuito la fonte stessa del suo donarsi nella carità.
In chiave spirituale possiamo anche segnalare il fascicolo 5/1992 della rivista Servitium.
La domanda che percorre i vari contributi del numero monografico è sulla configurabilità della gratuità. Si tratta di una virtù soggettiva, di una disposizione interiore, di una categoria utopica, oppure può entrare “in combinazione strutturale con le coordinate della convivenza per dar forma all’esistenza e ai necessari rapporti sociali?”. A partire da questi interrogativi vengono riletti alcuni frammenti del messaggio biblico ed antropologico della gratuità. Viene ripercorsa, così, la pagina della creazione come fondativa di una prassi del dono M. Cuminetti, (pp. 10-14); A. Serra, (pp. 15-39). P. Sequeri (pp. 40-47) coglie, invece, nella relazione fra il dono perfetto e compiuto nella bellezza della contemplazione (vera immagine del gratuito e del non-dovuto), di cui una eco significativa risuona nel vangelo della Trasfigurazione, e l’anticipazione di essa nell’esperienza di fede dell’uomo, la prova della gratuità e la possibilità di trascendere i limiti di una sola ragione strumentale. Un’applicazione “politica” della gratuità è offerta da G. Gaeta (pp. 48-60). In questa prospettiva la gratuità appare garanzia di una prassi di cambiamento a partire non dalle semplici regole del gioco, ma dal cuore della stessa persona. Completa il fascicolo una preziosa testimonianza di p. David Maria Turoldo sulla forza e bellezza dell’amore gratuito (pp. 83-92).
Già da queste due prime indicazioni notiamo come i filoni di indagine sulla gratuità possono essere ricondotti a questi essenziali:
– l’esplorazione del messaggio biblico e della teologia cristiana per cogliere la sottostante logica di gratuità;
– la capacità di plasmare un atteggiamento di gratuità come forma dell’apertura all’altro ed in cui la risposta alla presenza dell’altro non si lascia circoscrivere da logiche diverse da quelle del dono;
– la forza strutturante della gratuità di rapporti sociali di cambiamento. La dimensione della prassi, in questa prospettiva non è giustapposta in modo volontaristico, ma si sviluppa da una comprensione profonda del valore-virtù della gratuità e del dono.
In prospettiva pedagogica possiamo segnalare il numero monografico della rivista Note di Pastorale Giovanile, 1981/1.
L’ottica è quella dell’educazione alla gratuità. Il fascicolo percorre il tema con una certa completezza. Due contributi iniziali colgono alcuni mutamenti socio – culturali che fanno della gratuità un segno debole e perdente in larghi strati della società italiana, ma tuttavia promettente particolarmente tra le giovani generazioni impegnate nelle varie forme associazionistiche e di volontariato M. Pollo, (pp. 4-6); G. Milanesi, (pp. 6-7). Più articolato ed in prospettiva filosofica il contributo di P. Prini (pp. 8-13) in cui vengono posti a confronto l’“essere”, il “fare”, l’“avere” e si formula la tesi della “sostituzione del primato del fare e dell’avere al primato dell’essere”, all’interno del quale si può sviluppare la logica del gratuito. Il percorso teologico e morale sulla gratuità è tracciato da G. Gatti (pp. 14-18) con una particolare sottolineatura alla realtà del perdono come forma peculiare di gratuità, di volontà di far essere l’altro presso di me. In chiave pedagogica i successivi contributi con la sottolineatura di alcune esperienze educanti al gratuito: la passione per la vita, il silenzio contemplativo, la cura per la natura ecc.
Un’espressione particolare della gratuità, quella connessa con l’esercizio di un ministero nella Chiesa, è esaminata nel volume di L. Bianchi, Gratuità tra cronaca e storia, Morcelliana, Brescia 1982.
La gratuità del ministero ecclesiale è descritta nell’esperienza stessa di Gesù ed in quella di Paolo e, successivamente, lasciando spazio alla voci più eloquenti di essa nella storia della Chiesa e del monachesimo in particolare. Il testo si presenta nella forma di una serie di colloqui più che in una riflessione sistematica, ma non manca di suscitare schiettamente problemi e motivi di interesse. Dello stesso autore possiamo segnalare anche: Dialogo sulla gratuità, Morcelliana, Brescia 1975.
Un taglio culturale è invece dato dall’opera dell’antropologo culturale M. Mauss in Saggio sul dono. Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche, in Teoria generale della magia e altri saggi, Einaudi, Torino 1965, 153-292. La riflessione è proseguita nel recente volume di J.T. Godbout, Lo spirito del dono, Bollati Boringhieri, Torino 1993.
Questo ultimo testo sviluppa una fenomenologia del dono (“I luoghi del dono”), uno studio comparativistico (“Dal dono arcaico al dono moderno”) ed una conclusione sulla possibilità sociale del dono. Il testo offre, attraverso il linguaggio dell’antropologia culturale, alcune preziose sottolineature anche per una purificazione della religione per far emergere più chiaramente la logica del dono ad essa sottesa.
La presente nota bibliografica non è esaustiva del tema. Segnala alcuni percorsi in cui la gratuità in prospettiva cristiana sembra allusa più che chiaramente affrontata. Da un punto di vista teologico essa andrebbe completata con la lettura di alcune prospettive di teologia della grazia (rintracciabile nei più comuni dizionari e manuali teologici in uso) che consentono di articolare la gratuità al di là di ogni preciso e puntuale esercizio di volontà, all’interno della logica del dono di Dio all’uomo. Non mancherà da questo percorso la possibilità di progettare itinerari vocazionali centrati proprio sulla dinamica eccedente del dono e del gratuito.