E il piccolo seme diviene un grande albero…
C’è una bellissima parabola, raccontata in Mt 13,31-32, che può ben collegarsi alla pubblicazione degli Atti del Congresso Nazionale Europeo (EVS), che si è svolto a Roma dal 2 al 5 luglio u.s.:
«Gesù espose loro un’altra parabola, dicendo: “Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami”».
Questa parabola è ben commentata dal dipinto in copertina, realizzato dal tedesco August Macke, il quale ci accompagna nelle cover di questo anno 2009, non solo per portare un tocco di colore, ma anche per introdurre i vari argomenti della rivista «Vocazioni»: L’albero nel campo di grano (1907).
C’è anche una piccola novità editoriale: a partire da questa cover abbiamo voluto che, seppur in formato ridotto, il quadro scelto come sfondo per il numero fosse riprodotto nella quarta di copertina, per averne un’idea complessiva e coglierne la bellezza di significati che esso sottende.
Questa è la forza dell’arte: essa può tradurre con un’emozione, in un battito di ciglia, tutta la complessità di un tema che richiederebbe, altrimenti, ben altra articolazione.
Vorrei ricordare che il pittore a cui ci ispiriamo, August Macke, nacque il 3 gennaio 1887 a Meschede (Germania), nei paraggi di Dusseldorf. Nel 1906 iniziò a viaggiare per approfondire le sue conoscenze artistiche. Visitò l’Italia, l’Olanda, il Belgio, Londra, ma fu a Parigi, nel 1907, che scoprì l’Impressionismo. Questa scoperta modificò il suo approccio alla pittura e la sua sensibilità, che questo quadro mirabilmente rappresenta. Di ritorno a Bonn, scelse di lavorare all’aperto. Influenzato dalla pittura impressionista, ma anche da Seurat, Cézanne e Matisse, nel 1907 realizzò questo schizzo ad olio: L’albero nel campo di grano.
Potremmo così motivare la nostra scelta: di certo esso ricorda direttamente l’EVS 2009, il logo del Congresso Europeo era, infatti, l’immagine del Seminatore di Van Gogh, che non era però utilizzabile per la pubblicazione sulla rivista.
In realtà, guardando a questa immagine, essa ci ricorda qualcosa che è temporalmente trascorso, ma credo possa accompagnare ciascuno di noi in questo periodo di fine estate, in cui portiamo nel nostro cuore immagini e ricordi di attività, proposte, campi scuola e, magari, anche di un po’ di relax rigenerante a contatto con la natura…
Questo che stiamo vivendo è il tempo della ripresa dei lavori; il tempo delle ferie è già un ricordo e invece, ineluttabili, gli impegni e le responsabilità ci richiamano all’ordine. Così, quel contadino che sta raccogliendo il grano può portarci a pensare che in realtà il nostro “impegno” di annuncio vocazionale non si interrompe mai; e che la semina e il raccolto non sono gesti da compiere “una volta all’anno”, ma sono un servizio quotidiano e richiedono un’operosità da “contadini”, costante e gioiosa, umile e legata alle piccole cose, in cui Dio è lì accanto a noi, solido e rigoglioso di frutti, come un grande albero che fa ombra al nostro sudore e dona ristoro alle nostre fatiche.
Queste stupende riflessioni, che ho avuto modo di scambiare con Serena, mi sembrano il modo migliore per invitarvi a gustare la bellezza e anche la robustezza di questo numero di «Vocazioni».
Sono gli Atti di un Congresso Europeo in cui abbiamo cercato di profondere il massimo del nostro impegno, perché chi veniva a trovarci e a condividere questo momento, potesse tornare al proprio lavoro con la convinzione che il piccolo seme della Parola non è un colpo di bacchetta magica alla Harry Potter, non è il Genio “risolvi-tutto” della lampada di Aladino, ma è una bussola per orientare la vita, per non perdere le coordinate del nostro viaggio, per sentire che le parole che un giorno Gesù disse a Giairo, capo della sinagoga di Cafarnao, ma soprattutto padre sull’orlo della disperazione, perché la sua piccola figlia stava morendo, quelle parole sono vere, forti e sacre per ciascuno di noi: «Non temere, continua solo ad avere fede in me» (Mc 5,36).