Un abbraccio che rincuora e dona fiducia
Il secondo numero di «Vocazioni» raccoglie gli Atti del Convegno Nazionale 2009, che abbiamo vissuto insieme a Roma dal 3 al 5 gennaio u.s. e che permette a tanti lettori e lettrici della nostra rivista di poter accedere ad un materiale straordinario come ricchezza e forza propositiva.
È stato un Convegno che non ha cancellato o nascosto le nostre trepidazioni e paure, ma che sicuramente ha rianimato il lucignolo, talvolta fumigante, della nostra testimonianza vocazionale. In questa cultura narcotizzata e satura, stanca e insieme frenetica, ci siamo sentiti “dolcemente accompagnati” ad essere profeti e seminatori di fiducia. E questo è un grande dono!
Talvolta le nostre aspettative ci porterebbero a cercare di individuare e raccogliere ricette e suggerimenti immediati, che ci aiutino ad interpretare le vie giuste per rendere più efficace e gratificante un servizio, spesso arduo e difficile, come la semina del Vangelo della Vocazione.
Purtroppo, o per Grazia, non abbiamo a portata di mano la “lampada di Aladino”…!
L’unica certezza che portiamo in noi è questa: la pastorale vocazionale ha davvero bisogno di animatori più coraggiosi ed espliciti, e tali perché più fiduciosi. L’animazione vocazionale ha bisogno di nuovo slancio vitale ed evangelico, di rinnovata creatività, di più voce e più dinamismo, di maggiore attenzione alla qualità della sua presenza nella Chiesa. In una parola, di una più grande fiducia: in se stessa, nella Chiesa, nei giovani, in Dio Mistero buono.
Essa sa, o dovrebbe sapere, “a chi ha dato la sua fiducia”!
Ricordate la pagina del Vangelo di Matteo (14,22-33): Pietro affonda nelle acque del lago, ma nella notte c’è un abbraccio che lo salva. Così è per noi: se guardiamo al Signore e alla sua Parola, avanziamo anche nella tempesta; se invece guardiamo a noi stessi, ai nostri limiti e alle mediocrità, iniziamo la discesa nel buio.
Eppure il Signore verrà: verrà dentro la nostra poca fede, la nostra piccola e debole fiducia in Lui, per salvarci da tutti i naufragi.
E il nostro grido diverrà abbraccio che rincuora e che salva.