N.06
Novembre/Dicembre 1999

L’“eccomi” di Maria, con tutta se stessa, modello di ogni sì

Nella riflessione sul tema della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni dallo slogan “Con tutto me stesso”, non può mancare una riflessione su colei che con il suo SI incondizionato ha permesso al Verbo di diventare Carne, al Figlio di Dio di piantare la sua tenda in mezzo a noi (Cfr. Gv1,1ss). Questa mio studio vuole essere un semplice contributo alla riflessione, uno stimolo ad approfondire all’interno della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni del Grande Giubileo del 2000, Giubileo dell’incarnazione, la figura di colei che ha permesso donando tutta se stessa che questo evento accadesse.

 

Maria di Nazareth, donna del “sì”

“Maria non è un mito, ma una donna vera, con una storia personale”[1]; ognuno di noi, nel proprio cammino di fede, fa esperienza di momenti di forza e di debolezza, di paure e di scelte coraggiose, “la Vergine Maria ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce”[2]. Nell’annunciazione, Maria ascolta la Parola di Dio e si consegna come docile strumento nelle sue mani.

L’esperienza vocazionale di Maria di Nazareth va collocata nell’ambito del dialogo tra la libertà di Dio e la libertà della creatura, il piano di Dio si realizza secondo i ritmi della storia dell’uomo, assumendo le dimensioni temporali e spaziali che caratterizzano ogni vicenda umana (Cfr. Lc 1,26-27). Questo è lo stile di Dio, il modo secondo il quale ama rivelarsi e comunicarsi a noi. Lo stesso Luca nel comporre il racconto dell’incarnazione del Figlio di Dio lo colloca all’interno della tradizione biblica sia attraverso lo schema, ricalcando i racconti di annunciazioni gia presenti nell’AT, sia presentando Maria come la donna su cui Dio ha riversato l’abbondanza del suo amore per portare a compimento il suo progetto di redenzione dell’umanità segnata dalla colpa antica (Gn 3).

Dinanzi alle parole dell’Angelo che manifesta la buona notizia: il progetto di Dio-Padre, la reazione umana è, nella Bibbia, il timore; Maria vive questa esperienza! Ella è invitata a lasciare ogni timore, a guardare alla sua vita, al suo futuro con serenità e speranza perché il progetto di Dio va ben al di là delle paure, dei timori, degli ostacoli umani. L’affermazione dell’Angelo “nulla è impossibile a Dio” porta Maria all’interno dell’esperienza di fede del popolo di Israele in quanto richiama la prima concezione prodigiosa narrata nella Torah, quella vissuta da Abramo alle Querce di Mamre: l’annuncio della nascita di Isacco (Gn 18,14).

Ecco la serva del Signore”  è la risposta di Maria. L’eccomi della Vergine di Nazareth sgorga dalla sua fede fondata sulla certezza della fedeltà di Dio e sull’efficacia della sua Parola che quello che annuncia realizza. Con un atto di obbedienza e di fede è iniziata la storia di Israele (Gn  12,1ss), con un atto di fede e di obbedienza si compie la redenzione dell’uomo. Maria è l’immagine della scelta divina d’ogni creatura, scelta che è fin dall’eternità e sovranamente libera, misteriosa ed amante. Scelta che va ben al di là di ciò che la creatura può pensare di sé: che le chiede l’impossibile e le domanda solo una cosa, il coraggio di fidarsi[3].

 

Maria tipo della risposta totale

Nel vivere la sua avventura vocazionale Maria è l’immagine riuscita del sogno di Dio sulla creatura e noi vedendo lei possiamo, con maggiore coraggio, accogliere la Parola, affinché si compia in noi[4]. Maria può e deve essere proposta come tipo della sequela di Cristo a tutti i membri del Popolo di Dio; Ella è esempio per tutte le vocazioni personali nella radicalità, nella pienezza, nell’integralità della sua risposta vocazionale; ciò significa che sull’esempio di Maria le singole vocazioni personali di tutti i Cristiani ricevono la sfida-provocazione a dare una risposta radicale piena ed integrale a Dio che chiama[5]. Maria di Nazareth, in quanto tipo di ogni vocazione, è la rappresentazione viva, eminente e concreta della relazione libera e totale che Dio propone ad ogni persona. 

Quando nel Congresso Europeo si afferma che Maria, libera di dire il suo “sì”, libera di incamminarsi lungo il pellegrinaggio della fede, che sarà anche il pellegrinaggio della sua vocazione di donna chiamata ad essere Madre del Salvatore e Madre della Chiesa” è modello della libertà umana, propongono l’avventura vocazionale personale come piena realizzazione della Libertà[6]. La Pastorale vocazionale nel proporre Maria come tipo di ogni vocazione, non può, quindi, non essere che una provocazione alla libertà. 

Incontrare e conoscere Gesù via, verità e vita che invita alla sequela è fare un’esperienza profonda di libertà; quando, come l’Angelo Gabriele, la comunità cristiana è invitata a proclamare il vangelo della vocazione, annuncia la verità sull’uomo, sulla persona; questa verità non può che essere, come lo è stato per Maria, che una: Dio ti ama di un amore eterno, ti chiama per nome e si dona tutto a te perché tu possa generare al mondo Gesù Cristo. Questa verità ci rende liberi (Cfr. Gv 8,31) di poter dire come Maria: con tutto me stessoeccomi sono la serva del Signore.  

 

Maria madre delle vocazioni

“La maternità divina di Maria verso Cristo si dilata nella maternità universale. In virtù dello Spirito Santo, diventa per noi madre nell’ordine della grazia”[7]: questa maternità, insegna il Concilio Vaticano II, consiste nella cooperazione, avvenuta in modo del tutto speciale all’opera del Salvatore, al fine di restaurare la vita soprannaturale delle anime[8]. Maria, in altre parole, partecipa all’opera di Cristo e alla nascita del corpo mistico. La vergine non si è dunque tirata da parte, contenta di quello che ha fatto per noi sulla terra; non ha deposto la sua funzione di salvezza e non ha cambiato l’atteggiamento di servizio fedele e generoso al piano di Dio abbracciato il giorno dell’annunciazione. Maria continua ad essere madre di tutti i rigenerati alla vita divina[9].

Maria “Ai piedi della croce, attraverso un ‘sì’ ancor più misterioso e doloroso che la renderà pienamente madre, e poi nel cenacolo genera e continua ancor oggi a generare, con lo Spirito la Chiesa e ogni Vocazione”[10], fa di ogni credente generato nella Chiesa “madre di vocazioni perché le fa nascere dal suo interno, le nutre e le sostiene”[11], un suo figlio da Lei guidato a cogliere la modalità, l’universale chiamata all’amore sia esso verginale sia esso sponsale. Maria nell’accogliere il progetto di Dio-Padre raggiunge la perfetta realizzazione di se stessa vivendo la perfetta sintesi del suo essere donna e della fantasia di Dio-Spirito Santo che nel suo seno genera Dio-Figlio-Uomo.

In Lei ogni persona ritrova la sua vocazione di vergine, di sposa, di madre.  Nell’eccomi di Maria di Nazareth ogni credente è generato nella fede per essere membro vivo del corpo di Cristo e in Lei, la creatura che più di tutte ha vissuto la piena verità della vocazione, ogni chiamato trova l’incoraggiamento a rispondere al progetto di Dio con tutto se stesso, perché nessuno come lei ha risposto con un amore così grande all’amore immenso di Dio.

 

 

 

 

Note

[1] CEI, La verità vi farà liberi, CdA, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1995, n. 757.

[2] LG 58.

[3] NVNE 23; Cfr., LG 56.

[4] Cfr. NVNE 23 .

[5] Cfr. M. G. MASCIARELLI, Maria tipo dell’esistenza laicale, in Nuovo Dizionario di Mariologia, a cura di S. De Fiores e S. Meo, EP, Torino 19862 , pp. 728ss.

[6] Cfr. NVNE 23.

[7] CdA 783.

[8] LG 61.

[9] S. DE FIORES, Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa, ed. Monfortane, Roma 19954, p. 116.

[10] NVNE, 23.

[11] NVNE, 19d.