N.06
Novembre/Dicembre 2007

Proseguiamo nella continuità dell’ascolto e della comunione il nostro servizio vocazionale!!!

Carissime lettrici e cari lettori di “Vocazioni”, con questo numero che conclude la serie di proposte della nostra rivista del CNV per questo anno 2007, mi avvicendo al caro don Luca Bonari nella stesura di questo Editoriale.

A don Luca, per questi ultimi dieci anni, a Mons. Italo Castellani per tutti gli anni precedenti, sento importante esprimere, a nome di tutti voi, un “pensiero denso di fraternità e gratitudine” perché ci viene lasciata una eredità preziosa e importante, legata ad una storia di tanti cammini insieme condivisi.

Ad entrambi, quindi, e a tutti coloro che con lui hanno collaborato in questi anni, il nostro augurio e il ricordo più affettuoso, per avere prima iniziato e poi portato avanti con intelligenza e saggezza, oltre che con una costante attenzione alle tematiche attuali della Pastorale Vocazionale, questa rivista che oramai si pone come preciso punto di riferimento, sia nel panorama della Chiesa italiana, sia a livello internazionale, per quanto riguarda tematiche di studio, approfondimenti teorici e pratici di aspetti importanti e attuali della Pastorale vocazionale, e circolazione di esperienze dei CRV e dei CDV diocesani, che spesso mettono in cantiere delle realtà davvero vive ed innovative.

Tutto ciò ha rappresentato, nel cammino di questi anni, un contributo appassionante e sempre più qualificato, per creare una mentalità propositiva e insieme comunionale nella crescita di una “cultura vocazionale” capace di andare oltre a logiche (spesso latenti e mai del tutto sopite!) di carattere più efficientistico e/o di conservazione di uno status quo che mostra inevitabilmente le crepe di uno stile vocazionale perlomeno “riduttivo”.

Se volessimo usare una icona ben conosciuta del Vangelo, credo che potremmo dire, con umiltà ma anche con profondo senso di convinzione, che si è cercato di dare fondamenta solide e robuste alla costruzione della “casa vocazionale”, cercando uno stile di pensare ed un modo di agire che ci portasse, in un cammino concreto, a non fondare la nostra casa sulla sabbia, ma a credere che essa debba essere saldamente ancorata innanzitutto sulla roccia della Parola di Dio, e di conseguenza anche sulla solidità della “traditio apostolica” presente negli orientamenti dei nostri Vescovi.

Con questo sguardo attento al grande Libro della Parola e alla mediazione e testimonianza della Chiesa, anche il momento attuale della Pastorale vocazionale, che risulta più un tempo di “venti forti e di mare forza 5”, non ci fa paura, ma semmai ci porta a guardare con consapevolezza e con grande fiducia al cammino nel presente e nel futuro che ci attende.

Vorrei riproporre in questo “editoriale”, quanto sentivo la necessità di esprimere appena qualche tempo fa, anche ai nostri più stretti interlocutori quali sono i Direttori dei CRV e dei CDV diocesani; sono le stupende parole che S. Paolo usa nella 2a lettera alla Comunità di Corinto (1,19-20;24):

“Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu “sì” e “no”, ma in lui c’è stato il “sì”. E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute “sì”. Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro “Amen” per la sua gloria. Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi”.

Credo sia questo il “compito–sfida” che oggi attende ciascuno di noi: far trasparire dalla nostra vita l’esperienza viva e assolutamente personale che, seppur in mille modi diversi, “tutte le promesse di Dio in Gesù diventano un “grande Sì”, perché a nostra volta possiamo aiutare coloro che a noi sono affidati (e penso in particolare ai giovani!), nel vivere la ricerca di senso nella propria vita, la ricerca della peculiarità della propria esperienza cristiana e, finalmente, la chiamata alla Santità e alla Missione come un “grande e gioioso SI’ da dire al Signore Gesù”.

E allora anche il nostro compito di testimonianza e di proposta vocazionale si semplifica: non tocca a noi trovare i tempi e i modi della maturazione spirituale dei nostri giovani, ma tocca sicuramente a noi “collocarci accanto nella prossimità” per far loro sentire una “compagnia amica e solidale” nel divenire insieme cercatori e collaboratori della loro gioia.

È in questa prospettiva che sento anch’io di condividere con Voi il cammino del mio impegno e servizio nel Centro Nazionale Vocazioni, in un atteggiamento di ascolto e di recettività di quanto vorrete far pervenire a me e ai più diretti collaboratori, che insieme operano in questa realtà di riferimento della Chiesa italiana.

Tutti i vostri suggerimenti ci saranno preziosi ed utili per migliorare non tanto una efficienza, che per molti aspetti è già efficace e collaudata, ma piuttosto una “intesa reciproca” in un cammino che ci vede esposti in prima persona nell’essere testimoni e collaboratori, perché il cuore dei nostri giovani riprenda a sognare in grande e a vivere oltre le nebbie o il crepuscolo della malinconia, della tristezza, del non senso, della violenza assurda e ingiustificata che spesso vediamo presente in tante immagini dei giornali o dei TG, per tornare a scrutare l’orizzonte e vedere in esso un “arcobaleno di Gioia, di Dono e di Amore”, per scrutare nella trasparenza dei suoi colori, tutta la bellezza del Volto del Signore.

In questo ultimo numero del 2007, troverete riportati gli Atti del Forum per la Vita Consacrata che abbiamo vissuto a Sassone-Ciampino dal 25 al 27 Ottobre u.s.

È stato un momento di grande fraternità, ma anche di profondo lavoro comunionale, che dice la bellezza dell’essere Chiesa portando la ricchezza e la varietà di carismi e spiritualità diversi e insieme convergenti.

Ci siamo interrogati sul senso e sulla modalità dell’Ac­compagnamento vocazionale all’interno delle nostre Chiese locali: senza nasconderci dietro ad un dito, ci siamo detti che non sempre questa è una realtà facile da vivere e da testimoniare.

Essa si scontra ancora con delle persistenti tentazioni di individualismi, con reticenze e particolarismi che tendono a privilegiare il “risultato” immediato del nostro lavoro.

Ci siamo confrontati con la immediatezza e la sincerità di alcuni giovani che (come vedrete nelle pagine dedicate alla “tavola rotonda”), ci hanno provocato ad un cammino da fare insieme per incontrare le loro vite, i loro desideri, le loro esigenze e istanze profonde del cuore.

Ci hanno detto senza mezzi termini che “non vogliono essere strattonati un po’ di qua e un po’ di là, in una miriade di proposte che non possono essere elaborate poi in un cammino di sintesi e discernimento personale”.

Il loro SOS è stato chiaro: “Abbiamo bisogno del vostro aiuto, delle vostre scelte già compiute, dei vostri Sì preziosi e personali, per dire anche a noi che la vita può diventare un Grande Sì totale e radicale, ma solo ad una condizione esenziale e indispensabile: che voi siate credibili e convinti della vostra scelta e che la viviate nella gratuità piena, cercando il nostro bene e non il compimento di qualche vostra aspettativa o progetto”.

Parole chiare “parole forti” soprattutto, parole vere.

Questo ci ha dato delle opportunità preziose di prendere in mano, per la prima volta, il Vademecum dedicato ai Direttori dei CDV per una proposta vocazionale nella Chiesa locale che sia realmente condivisa e vissuta insieme, da tutti gli animatori e animatrici vocazionali.

Forse, dovremmo anche noi riscoprire il motto che il romanziere Alessandro Dumas metteva in bocca ai suoi 4 simpatici moschettieri: “Tutti per uno, Uno per tutti”.

Spero di non essere irriverente e irriguardoso con nessuno di voi, augurandovi di essere, nelle nostre realtà di vita, “i moschettieri della proposta vocazionale”:

“Tutti per uno, Uno per tutti”.

 

A buon rendere, amici cari; sono certo che non resteremo delusi.