Il CNV realtà in ascolto
La bellezza dell’ascolto reciproco e del cammino condiviso
Incontro dei Direttori dei Centri Diocesani Vocazioni del Centro Italia
Il 15 settembre 2008, come da programma, nella Casa S. Omobono – ex Rosminiane sulla via Aurelia a Roma – si è svolto il primo incontro dei Direttori dei Centri diocesani Vocazioni del Centro Italia. Tutte le regioni coinvolte (Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio, Sardegna) erano presenti con una buona rappresentanza di Direttori Regionali e Diocesani dei Centri Vocazioni.
In un’atmosfera di attesa e di curiosità per ciò che ci saremmo detti, abbiamo tutti ascoltato con attenzione l’introduzione ai lavori fatta da don Nico Dal Molin.
Lo scopo dell’incontro – ci ha detto – è triplice:
– favorire la crescita di una cultura vocazionale nelle nostre Diocesi;
– favorire lo scambio di esperienze e di suggerimenti per rendere il CNV una realtà in ascolto;
– confrontarci per delineare meglio una pastorale vocazionale fondata sulla Parola e sugli orientamenti dei nostri vescovi.
Dalle sue parole, e soprattutto dall’entusiasmo che esse tradivano, si percepiva quanto seriamente don Nico creda al CNV come “realtà in ascolto” e voglia dare al già eccellente lavoro, svolto negli anni passati dalla Direzione del Centro guidata da don Luca Bonari, un tocco particolare: fare del CNV un centro che, posto a servizio delle realtà regionali e diocesane sia allo stesso tempo in grado di raccogliere, nella sua posizione privilegiata, le istanze, le esigenze, le proposte e le intuizioni di chi è chiamato a lavorare in prima persona a contatto con i singoli giovani raggiunti dalle pastorali diocesane.
Questo tocco di direzione e il suo tornare sulla “realtà in ascolto”, se sono sincero, per me che, si può dire, sono cresciuto partecipando “fedelmente” agli appuntamenti proposti dal Centro Nazionale in questi anni (da circa 5), è estremamente stimolante.
Nell’incontro quindi ci siamo ascoltati, in gran parte condividendo ciò che si è cercato di realizzare negli ambiti di competenza territoriale. Ma c’è stato anche chi ha aperto un confronto rispondendo alle seguenti tracce di lavoro, che ci aveva delineato don Nico:
– come curare la dimensione formativa dei Direttori CRV e CDV;
– come rendere più significativi gli appuntamenti;
– come migliorare le modalità del nostro incontrarci.
Per chiarire l’ambito del confronto ci è sembrato allora opportuno in primo luogo rifocalizzare lo specifico del CNV, la sua vocazione. Esso è chiamato ad offrire alle pastorali locali un servizio di formazione degli operatori, ma anche a porsi come realtà di coordinamento e come strumento di collegamento efficace, alla maniera dei “vasi comunicanti”, tra le realtà regionali e diocesane.
Il CNV ha però anche il compito di mediare le indicazioni dei nostri vescovi con le realtà territoriali regionali e diocesane, favorendo una certa omogeneità nella concretizzazione dei progetti vocazionali, pur nel rispetto delle peculiarità locali. Questa mediazione però non è a senso unico, ma si attiva anche nella direzione base-vertice, per cui è indispensabile per il CNV diventare sempre di più quella “realtà in ascolto” di cui ci parla spesso don Nico, per essere così in grado di veicolare gli stimoli raccolti a chi è chiamato ad elaborarli in un progetto pastorale a grande respiro. Come sta già avvenendo per la pastorale giovanile, con il grande progetto dell’Agorà, sarebbe, infatti, possibile anche per la pastorale vocazionale aprirsi ad una progettazione nazionale ed internazionale per scendere poi a quella regionale, diocesana e parrocchiale.
Buona l’iniziativa di Avvenire con la rubrica del Dott. Andreoli che, oltre ad aver approfondito il tema proposto dal professore, ha corredato la pagina con testimonianze vocazionali belle ed interessanti. Quale pastorale progettare con i mezzi nazionali che avremo a disposizione (penso al canale satellitare Sat2000, per esempio), attraverso i quali raccogliere le ricchezze locali, aprirle alla dimensione universale e lanciarle nel mondo tanto complesso della realtà giovanile? Ci sono, infatti, gruppi di giovani artisti che a volte sono in grado di produrre “musical” o altro, con grandi contenuti e buona efficacia, ma che restano poco conosciuti e riservati al gruppo di giovani che in quella parrocchia o diocesi si è riuscito ad interessare.
E qui entriamo nell’ambito complesso della nostra società giovanile, che spesso getta noi operatori di pastorale in grande difficoltà per la mancanza di tempo, di competenze specifiche e di creatività che esso richiederebbe. Mi riferisco alla nostra difficoltà di ricercare continuamente linguaggi comprensibili alle nuove generazioni di giovani, che allo stesso tempo però non cadano nel “giovanilismo” da cui ci si mette in guardia nei nostri incontri formativi; alla necessità di accedere facilmente a materiale mediatico efficace ed accessibile, che spesso siamo costretti ad acquistare, per poi renderci conto che non era proprio ciò che sarebbe stato buono per i nostri ragazzi, ecc.
Quali le proposte allora?
Innanzitutto ciò che don Nico ci sta proponendo, stimolando i direttori e gli altri operatori vocazionali alla collaborazione: “spero vivamente di avere in voi – ci ha scritto nella lettera di invito – dei “buoni alleati” per una capillare diffusione di queste proposte nelle nostre realtà di parrocchie e di gruppi ecclesiali, al fine di far maturare, passo dopo passo, quella reale “cultura vocazionale” di cui spesso si parla, ma che richiede pazienza e capacità di lettura dei segni dei tempi. Altri obiettivi sono in cantiere, da discutere e valutare negli incontri che vivremo insieme: come rendere incisiva e formativa la nostra rivista “Vocazioni”, come far sì che il sito web del CNV sia veramente un’opportunità di aiuto e di scambio esperienziale tra i vari CRV e CDV, quali opportunità cogliere per far maturare e crescere un dialogo fraterno e significativo con la vita consacrata… Ecco l’importanza del nostro incontro a Roma!
Un’altra proposta è quella di accrescere il numero dei collaboratori del CNV, arricchendo la già molto efficace ed oberata segreteria di figure specializzate nel mediatico, i quali possano dedicarsi a tempo pieno nel lavoro in rete, che rappresenta senza dubbio uno degli orecchi di cui il CNV si dovrà servire per adempiere alla volontà di essere “realtà in ascolto”. E poi continuare a trasmetterci quell’entusiasmo contagioso che si respira ad ogni nostro incontro.
Certamente è la preghiera a permettere allo Spirito di operare le grandi cose di Dio nella nostra povera realtà umana, ma è proprio grazie ad essa, sempre pregnante nei nostri incontri, che ogni volta ci sentiamo più motivati ad andare avanti nel lavorare per le vocazioni, coscienti che
“solo in un terreno spiritualmente ben coltivato fioriscono le vocazioni al sacerdozio ministeriale ed alla vita consacrata”
(Benedetto XVI, messaggio per la 45a GMPV).