Parole stabili e sicure
«È imperioso il bisogno di evangelizzare le culture per inculturare il Vangelo» (Francesco, Evangelii Gaudium, 70). L’espressione di papa Francesco sembra un paradosso eppure è proprio ciò che accade in ogni storia vocazionale, quando una parola di Dio lentamente inizia a lavorare nel profondo di una persona e a plasmarne la vita.
Non esiste una cultura refrattaria al Vangelo, lo può essere più o meno ma l’immagine che viene descritta nel libro dell’Apocalisse (Ap 3,20) è vera per ogni uomo e per ogni tempo. Là, fuori dalla porta di ciascuno, c’è il Signore che bussa, senza fare violenza, senza imporre nulla, solo con l’unica insistenza di chi ama. Dentro, chiuso nella propria casa l’uomo, da sempre chiamato, invitato all’incontro personale con Gesù. È splendida, la vocazione! Fatta di mille inviti è la scoperta di essere riconosciuti personalmente, la possibilità di tessere con Dio un dialogo, come tra amici (DV 2), la mirabile scoperta della possibilità di accogliere un invito ad uscire, a risorgere, ad alzarsi, a ‘venire fuori’ con le proprie potenzialità per sognare oggi, con Dio, il domani da costruire insieme agli altri.
La nostra «più che un’epoca di cambiamento e un cambiamento d’epoca» (Francesco, Firenze, 10 novembre 2015) nella quale assistiamo ad una sorta di mutazione antropologica (cf. Benedetto XVI, Serra san Bruno, 9 ottobre 2011). E se è vero che ogni mutazione si definisce come una modifica strutturale, stabile e irreversibile – come dire che nella struttura stessa dell’uomo c’è qualcosa che cambia e si trasforma – è necessario ricordare la forza dello Spirito e l’universalità della Parola che è capace di fecondare la vita di ogni uomo, di ogni tempo.
Solo questa certezza ricorda a chi accompagna l’esigenza di aprire gli occhi, di entrare in contatto, riconoscere gli sviluppi di tale cambiamento riappropriandosi di quella sapienza antica che spinge a impastarsi con la realtà, la bellezza e le contraddizioni della vita umana, consapevoli che soltanto attraverso di esse passa l’annuncio della salvezza e della vocazione.
In questo cambiamento d’epoca è necessario ritrovare la sintonia con le parole della Scrittura, che sono stabili e sicure, nei tempi che passano (Mt 24,35). Vocazione è una di queste e il nostro lavoro di adulti e accompagnatori è diventarne famigliari per poterle ridare fiducia e riconoscerne così la forza che viene dalla sua sorgiva capacità di coniugarsi con la storia e la vita di ogni uomo. Tutta la Scrittura è così: l’invito che viene dalla Parola e dalla storia rinnova la vita, accende promesse, illumina e muove passi di singoli e di popoli. E questo accade ancora oggi, come allora!