Come un mosaico
Sette parole per accompagnare le vocazioni
È suggestivo leggere i nomi degli autori delle testimonianze raccolte nel Sussidio Come un mosaico. Sette parole per accompagnare le vocazioni e realizzare che vengono dalle isole come dalle Alpi, dai paesini come dalle grandi città, dagli appartamenti come dai seminari, dai monasteri come dalle parrocchie. Racconti di vita, sguardi che si danno dal buco di una serratura per avere un’idea di quanto sia vasto il paesaggio che c’è dietro. Ed è sconfinato: leggere dei modi in cui la vocazione all’amore, l’unica, trovi concretizzazione specifica equivale a scoprire quanto stretta sia la parentela tra la strada terrena di ciascuno e l’eternità.
Non solo: frutto di molte penne sono anche le riflessioni sulla Parola, i suggerimenti di forme di preghiera, di attività comunitarie, di intrattenimento intelligente e di azioni quotidiane forse, chissà, rivoluzionarie. Lo scopo del Sussidio è ricordare che tutte le vocazioni sono sorelle, infinitamente diverse e però simili in alcuni tratti perché figlie di un solo Battesimo. Ecco cosa sono le sette parole: i tratti comuni di ogni vocazione. Perché ogni vocazione nasce come sogno, e sembra tanto, troppo grande, eppure è già nascosta nelle pieghe del reale, un tesoro che richiede di essere custodito, che tesse legami, per cui vale la pena fare quel salto nel vuoto che fa così tanta paura, che domanda così tanto coraggio e che è il donare sé stessi. Ma quel salto non è per la morte, è per la vita propria e di tutti gli altri, per l’intero mosaico agitato di colore che è la Chiesa.