Vento in poppa
Diversamente in cammino/12
Questo bimestre Vocazioni si interroga sulla beatitudine e se questa pienezza e compimento della vita sia possibile già in questa esistenza terrena o solo nell’aldilà.
Come persona autistica io direi che la vita umana su questa terra non può avere stati stabili perché essere vivi non è uno stato o condizione ma l’essere inseriti in un percorso che si dispiega lungo il tempo. La vita non sopporta stati perché la vita è divenire ed è quindi la condizione della perenne trasformazione.
Se pensiamo a due sposi che escono dalla chiesa del loro matrimonio, facilmente possiamo immaginare sui loro volti la pace e la gioia di una pienezza di vita, quindi una beatitudine, ma tutti sappiamo che verrà il giorno in cui questa beatitudine cederà il passo alla fatica ed alle difficoltà che anche loro saranno chiamati ad affrontare.
Pensare a qualsiasi realtà della vita umana come uno stato, quindi, nega la natura stessa della vita umana che non è una condizione stabile ma un percorso che si dispiega lungo il tempo e quindi continua trasformazione.
Ma allora la beatitudine rimane un miraggio da incontrare per un attimo e perdere subito dopo perché tutto dentro ed attorno a noi è in inarrestabile e travolgente trasformazione?
Direi assolutamente no. Se la vita in quanto divenire non tollera gli stati stabili ed inesorabilmente li travolge, allora noi dobbiamo cambiare il nostro concetto di beatitudine da stato da conseguire a trend da attivare, a percorso.
Se la beatitudine è un percorso su cui siamo incamminati, allora più il tempo passa più la beatitudine crescerà. Il continuo divenire dell’esistenza non è più un vento contrario ma un vento in poppa e più il tempo passerà, più la beatitudine crescerà. Ed allora dovremmo chiederci quali siano i trend crescenti nella nostra vita e quelli decrescenti. Siamo incamminati sulla strada della beatitudine crescente o su quella della progressiva desolazione?
È vero che nella mia vita tutto perennemente cambia ma a guardare bene, sotto la casualità che pure esiste, le mie visioni del mondo, le mie scelte, i miei valori sono potenti trend sommersi destinati a prendere il sopravvento nel medio lungo periodo.
Nessuno di noi può instaurare nella propria vita una beatitudine stabile ma tutti possiamo incamminarci su percorsi di vita di una beatitudine sempre più frequente, consapevole, pervasiva, pur tra le immancabili avversità della vita.
E quali sono questi percorsi di vita che attivano trend di beatitudine crescente?
Io guarderei alle beatitudini di Gesù. Beati coloro che soffrono sbarra il passo al concepire la beatitudine come uno stato perché sofferenza e beatitudine se non sono una il contrario dell’altra poco ci manca. Ma ecco che Gesù negata la realtà di stato stabile introduce la dimensione del percorso e dice che coloro che soffrono, ossia oggi, saranno consolati e quindi domani.
Secondo me vuole dire che dobbiamo evitare di fuggire i nostri dolori che spesso vuol dire anche fuggire le proprie responsabilità, o anche sopportare i dolori trascinandoli. Piuttosto dovremmo mettere a fuoco bene i dolori della nostra condizione, ogni condizione ne ha, e poi assumerli consapevolmente e portarli attivamente perché ogni dolore trasforma l’essere, brucia ciò che è falso ed inessenziale ed è quindi gravido della consolazione che fiorirà domani.
Analogo discorso non di stato ma di percorso esistenziale si potrebbe fare per le altre beatitudini, ad esempio per la mitezza che nella sua perseveranza porterà in eredità la terra e proprio secondo me perché il mite mai cerca di dominarla.
Ed allora? Io mi interrogherei. Quali percorsi della mia vita sono percorsi di progressiva desolazione? Prima torniamo indietro e meno danni avremo. Quali percorsi attivano trend di bene crescente? Individuiamoli e consolidiamoli.
Qualsiasi idea di stabilità nella vita è illusione. La vita è continua evoluzione ed ogni cosa cresce o decresce. Che sia il bene ad aumentare lungo il cammino ed il male a diminuire.