Misteriose fecondità
La scelta del celibato per il Regno ci conduce a una inevitabile solitudine. In un discorso alle comunità da lei fondate Madeleine Delbrêl annuncia la possibilità di una misteriosa fecondità di questa solitudine. La possibilità di una maternità concreta che passa dalle relazioni più strette.
Nel celibato, l’amore promesso dal Signore e da noi accettato, è un amore in cui gli occhi, l’animo, lo spirito umano, sono destinati a tappe, senza punti di riferimento, ad un amore di completa solitudine: è tutto ciò che ci è promesso.
Ma a questa solitudine, a questo amore che quasi non ha sapore è promessa una sua fecondità:
Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua. (Is 35, 1-2; 6-7)
Misteriose fecondità sono promesse a colui che accetta di essere solo. Questi testi devono aiutarci a conservare la solitudine dell’animo, che è il prezzo di ogni celibato e a preservarci dalle ipocrisie, dalle trasposizioni, dalle fughe da un paesaggio per noi troppo austero.
Questa fecondità è la vita eterna. Come la donna riceve la vita nel suo corpo e come dalla sua unione con l’uomo, nascono dei figli che essa nutre e alleva, così avviene la trasmissione della vita eterna. […] Questa maternità di vita eterna non è disincarnata. Non si accontenta di parole. Se noi dobbiamo amare tutti gli uomini della terra, dobbiamo farlo attraverso i volti di coloro che conosciamo.
Se veramente abbiamo il compito di nutrire degli esseri che non conosciamo, lo faremo veramente soltanto se sapremo nutrire davvero quelli che ci passano vicino.
Madeleine Delbrêl, Comunità secondo il Vangelo, Gribaudi 1996, p. 89-90