N.02
Marzo/Aprile 2024

Dagli alberi alla scienza partecipativa – Attività laboratoriale

Riportiamo una proposta di attività relativa all’articolo Dagli alberi alla scienza partecipativa, di Silvia Luraschi.

 

In questo LAB’S come in quello precedente non troverete una scaletta lineare con una serie di attività da proporre a un gruppo di giovani, ma le coordinate educative per “sentirsi a casa” attraverso la conoscenza del mondo naturale che ci circonda. Sono trascorsi ormai due anni da quando nel febbraio del 2022, negli articoli 9 e 41 della Costituzione Italiana sono stati inseriti alcuni passaggi fondamentali per il riconoscimento dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi come elementi fondamentali da tutelare, in particolare nel rispetto delle future generazioni, ma ancora pensiamo alla natura come a qualcosa di separato da noi esseri umani. O meglio, oggi si discute tantissimo del cambiamento climatico, ma non abbiamo conoscenze scientifiche di come vivono e si organizzano le piante e gli animali che vivono nei territori dove abitiamo. Non occorre diventare scienziati per partecipare a progetti seri di tutela della natura, occorre essere curiosi e curiose. La curiosità, è bene ricordarcelo per non spaventarci davanti alle novità, è una caratteristica degli esseri umani. Infatti, fin da piccoli, ci orientiamo nel mondo seguendo la nostra curiosità: pensate a un/una neonato che fin da piccolissimo muove gli occhi alla ricerca dei volti o degli oggetti che vede davanti a lui. Questo LABS intende farci diventare curiosi e metterci in ricerca in primis degli alberi monumentali che sono vicino a casa e magari non lo sappiamo, e poi di altri possibili progetti di tutela ambientale con il metodo della scienza partecipata. Diventare curiosi e curiose sarà la chiave per coinvolgere anche altre persone nelle nostre scoperte.

 

“Sentirsi a casa”: assunto di base

L’Italia è un Paese molto affascinante con un territorio ricco di biodiversità e paesaggi naturali che lasciano ogni anno i milioni di visitatori e visitatrici entusiasti tanto che alcune persone che vivono all’estero conoscono meglio di noi l’incantevole pezzettino di mondo che abbiamo la fortuna di abitare. Con questo LABS invito voi lettrici e lettori a diventare un po’ turisti del vostro territorio. Anche se l’immagine del/della turista è rischiosa perché richiama una idea consumistica di utilizzo della bellezza naturale e artistica come se fosse una merce, intendo qui riferirmi alla condizione spesso affascinante del turista – condizione che ha in comune con il/la neonato/a – che guarda come se fosse la prima volta quello che gli sta intorno. Provate a uscire di casa e a guardare la strada che percorrete tutti giorni per i vostri spostamenti come se fosse la prima volta che la vedete: “Che cosa vi fa sentire a casa?”, “quali sono le condizioni per la quale sentite quei luoghi familiari?”. Magari alcuni/e tra voi si sentiranno un po’ estranei, può succedere. Non sempre viviamo in luoghi che ci fanno sentire a casa. Anche qui è possibile porci la domanda: “Che cosa ci fa sentire a casa?”.

Generalmente, quando abbiamo la fortuna di andare in vacanza o di fare anche solo una gita di un giorno e andiamo a visitare un luogo naturale: il mare, il lago, la montagna, la campagna, ci sentiamo subito meglio. Ci siamo mai chiesti perché? La risposta è abbastanza ovvia: noi facciamo parte dell’ambiente e starne a contatto ce lo ricorda e questa sensazione di connessione ci fa stare subito meglio. Purtroppo, dall’industrializzazione in poi, la nostra cultura si è portata appresso una idea di noi come macchine, così le città sono diventate dei grandi ingranaggi dove tutto gira intorno al profitto economico, all’interesse a breve termine e all’utilità data da una sempre qualche nuova urgenza. Siamo davanti a una crisi ecologica che richiede tutte le nostre energie per cercare di evitare l’innalzamento della temperatura del globo terrestre di due gradi, per evitare danni ingenti alla salute di noi umani. Per farlo servono innanzitutto politiche collettive che seguano un metodo scientifico e poi è importante che ciascuno di noi faccia quello che sente più utile. Io, dal canto mio, mi sono presa l’impegno di lavorare, innanzitutto su di me, per riconoscere i modelli di pensiero nei quali siamo immersi che ci impediscono di sentirci pienamente parte del mondo naturale. Per farlo ci sono tantissime piste possibili. La prima è sicuramente una maggiore conoscenza di come funziona l’evoluzione nel nostro Pianeta. Conoscere la biologia e la filosofia della scienza e provare a connetterla con la nostra quotidianità. Conoscere illumina le nostre vite, ha una ricaduta sempre pratica nella nostra esistenza. Le teorie formano, infatti, il pensiero e i pensieri orientano il nostro modo di pensare e dunque sia la nostra capacità di lettura, analisi e interpretazione del reale sia le nostre scelte più concrete. Ma, soprattutto, perché non siamo solo ragione, ma siamo fatti di sentimenti, conoscere ci apre il cuore all’immenso fascino della natura. Smettendo di dare per scontato le cose, diventando curiosi e curiose o meglio, tornando o restando curiosi/e, tutto diventa interessante e degno del nostro interesse. Tutto è da scoprire e ogni volta ci renderemo conto che più impariamo più scopriamo che c’è altro da conoscere, sapere, curiosare, anche solo annusare.

Ma per iniziare suggerisco di seguire il portale di divulgazione scientifica dedicato all’evoluzione Pikaia. Pikaia, la cui redazione ha sede all’Università degli Studi di Padova, è diretto dal più importante filosofo della scienza italiano vivente, il prof. Telmo Pievani.

Pievani ha pubblicato tantissimi saggi divulgativi molto belli. Vi suggerisco di curiosare in biblioteca e di leggervene almeno uno. Lascio a voi scegliere quale. Qui trovate la sua bibliografia aggiornata.

 

Sperimentare la dimensione naturale

Dopo aver iniziato a studiare/conoscere un pochino di più come funzioniamo come esseri umani in evoluzione insieme a tanti altri esseri e all’ambiente, l’invito è quello di coinvolgere un piccolo gruppo di persone in alcune gite agli Alberi Monumentali che abitano vicino a voi.

Negli ultimi mesi dello scorso anno, la Direzione generale delle foreste (DIFOR) ha aggiornato su Google Maps l’Elenco ufficiale degli alberi monumentali d’Italia che rappresentano un grandissimo patrimonio di eredità e vicino ai quali si può riflettere sul passato, il presente e il futuro del nostro territorio.

Cliccando qui potete cercare quelli che stanno vicino a casa vostra.

Ho usato la parola gita per definire questa uscita collettiva perché vorrei che, da una parte, fosse chiara l’intenzione della convivialità, dall’altra mi piacerebbe che ciascuno di voi pensasse a una piccola attività da proporre per dare significato e senso alla giornata. Dal punto di vista pedagogico, è interessante il fatto che la vicinanza con un essere vivente che ha una vita molto più lunga della nostra, possa cambiare i pensieri che abbiamo su di noi e sugli spazi che abitiamo e come cambiano dunque le lenti con cui li guardiamo. Se cambia il modo di pensare alla vita, allora cambia il nostro modo di usare lo spazio pubblico e privato (dalla casa al quartiere/paese), le strade, i parchi, ma cambia anche il nostro modo di consumare il cibo, di cucinare e di stare insieme.

Se cercate una ispirazione per un’attività vi invito a curiosare i LABS che dal 2021 ad oggi ho curato. Sono tanti e molto diversi tra loro, così auspico che ciascuno e ciascuna tra voi lettori e lettrici saprà trovare qualcosa che sente vicino alle proprie corde.

Come scrivo sempre tenete ben in mente che:

– non volete condurre l’attività per portare chi è con voi a pensarla come voi…non volete insegnare, ma abbiate in mente che, quando si sta insieme si impara tutti scambiandosi idee, ricevendo stimoli nuovi, non confermando quello che già sappiamo;

– quando chiediamo qualcosa a qualcuno/a, immediatamente nell’altro scatta l’idea della performance e di cercare di corrispondere nel miglior modo possibile alla richiesta. Siamo cresciuti in una realtà scolastica dove fin dall’asilo nido è promossa l’idea del lavoretto e del compitino. Non è sempre facile dunque comprendere che la vostra proposta è qualcosa di differente, ovvero un invito ad aprire uno spazio di possibilità per imparare insieme.

 

Fare comunità partecipando

Alla proposta di una gita con attività creativa a scelta per visitare e celebrare gli Alberi Monumentali, il cui elenco è disponibile gratuitamente anche in un libro online creative common, a cura del Ministero dell’agricoltura, si può procedere coinvolgendo il piccolo gruppo in una attività di scienza partecipativa.

Di scienza partecipativa si parla ancora molto poco nel nostro Paese, ma è già una realtà concreta e percorribile in Italia e in tutta Europa. L’idea di fondo è che non serva essere degli scienziati, ma basta essere delle cittadine e dei cittadini per tutelare l’ambiente.

Il 17 febbraio (il giorno del mio compleanno!) del 2023 è nata in Italia Citizen Science Italia con gli obiettivi di incrementare l’alfabetizzazione scientifica e la democratizzazione della scienza, anche al fine di aumentare la rilevanza sociale e l’impatto sostenibile della ricerca, in un’ottica di open science a supporto dei processi decisionali.

Per comprendere meglio cosa significa che la scienza è fatta dai cittadini e dalle cittadine suggerisco questo articolo con i relativi collegamenti video.

Attualmente l’associazione sta lavorando, insieme al Governo e a altri importanti istituzioni, alla creazione di una mappa della distribuzione della flora e della fauna nel nostro Paese. Il progetto intende coinvolgere la partecipazione di tutte/i noi.

Mappare le piante e gli animali presenti nel nostro Paese significa conoscere chi vive intorno a noi e sentire che, se gli altri esseri intorno a noi stanno meglio, allora anche noi ci sentiamo meglio perché siamo interdipendenti da essi. Non è dunque un imperativo morale tutelare l’ambiente, ma una scelta consapevole che produce benessere prima di tutto in noi stessi.

 

Il bello di conoscere sporcandosi le mani

Conoscere la storia dell’evoluzione dell’ambiente naturale e mappare la presenza delle piante e degli animali nel nostro Paese è una operazione che ci permette di superare il dualismo altruismo-egoismo perché ci dimostra scientificamente come la vita degli esseri umani è interdipendente da quella degli altri esseri. Tutelare e promuovere la cura dalla biodiversità significa, dunque, imparare a pensare diversamente ovvero aprirci a un modello di pensiero che ci collega al mondo, anziché separarci. Non facciamo un’opera buona se tuteliamo l’ambiente, perché l’evoluzione del nostro Pianeta non segue le regole del semplice moralismo binario “bene vs male”, “giusto vs sbagliato”, “buono vs cattivo”, ma rispondiamo al principio fondante della nostra umanità, ovvero prenderci cura. Senza cura di sé, degli altri (umani e non umani) niente potrebbe esistere. Sporcarsi le mani e andar per boschi e foreste significa assumere una postura di apertura mentale e corporea che ci porta ad agire nell’interesse e nel benessere dei cittadini/e e degli esseri viventi.

 

 

Se ti è piaciuta questa attività, leggi anche l’articolo Dagli alberi alla scienza partecipativa, a cura della stessa autrice.