Significato per il tempo che passa
Diversamente in cammino/24
In questo numero Vocazioni si interroga sul decidere di partire, sul quel mettersi in cammino proprio di chi è chiamato, di chi sente una vocazione.
Io direi che il contrario, il non mettersi in cammino, sia in realtà una pericolosa illusione.
Infatti la vita stessa è un cammino che si svolge lungo l’asse del tempo ed il tempo nessun essere umano può rallentarlo o accelerarlo. Mentre il tempo scorre alla sua velocità sempre uguale, immodificabile, quasi tutto nella vita si trasforma senza posa.
Ci sono in verità nella vita alcune poche cose che sono stabili e ci accompagnano per tutta la nostra esistenza ma tutte le altre sono in costante evoluzione.
Quindi la scelta, secondo me, non è tra partire o restare, perché nessuno può restare. Qualsiasi insieme di realtà attuali della mia vita io voglia rendere stabili e difendere quando dico restare, quelle stesse realtà già oggi stanno iniziando a trasformarsi.
Allora se la vita è un viaggio compreso tra la nascita e la morte, viaggio durante il quale quasi tutto si trasforma, la scelta non è tra mettersi in cammino e restare ma tra subire il viaggio o governarlo, sceglierne la direzione.
Avvertire una chiamata dentro di sé, una vocazione, è una fantastica proposta di senso per la propria vita.
Chi non sceglie, nell’illusione forse di difendere uno status quo, subisce un percorso cui non può dare un senso proprio. Invece, chi aderisce alla chiamata che avverte nel cuore darà un senso uno scopo al tempo che verrà e potrà almeno provare ad indirizzare le trasformazioni della vita verso la propria scelta.
Noi umani siamo come candele accese e non possiamo evitare di consumarci ma possiamo scegliere a chi ed a cosa fare luce. Sopra ogni altra cosa, abbiamo bisogno di senso, di significato per il tempo che passa.
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