N.04
Luglio/Agosto 2003

L’integrazione della pastorale vocazionale nelle strutture pastorali ordinarie

Comunicato stampa conclusivo dell’Incontro Annuale, Varsavia 2-6 luglio 2003, a cura del Servizio Europeo per le Vocazioni

“L’Europa ha bisogno non solo di una costituzione, ma anche di un’anima”: questa affermazione spesso ripetuta, non rappresenta il risultato specifico della conferenza annuale del Servizio europeo per le vocazioni (EVS), che si è svolta a Varsavia dal 2 al 6 luglio scorsi; tuttavia questo desiderio di un’Europa unita, che ha il suo solido fondamento nel cristianesimo, costituisce il contesto più grande e il quadro di riferimento per le domande proprie della pastorale vocazionale. All’inizio dei cinque giorni della conferenza, l’arcivescovo Alois Kothgasser (Presidente del EVS, vescovo delegato del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa per la pastorale delle vocazioni) ha salutato i circa 65 partecipanti, tra cui 12 vescovi, mettendo in evidenza che l’integrazione della pastorale vocazionale nella pastorale ordinaria non è frutto di un collegamento artificiale; la pastorale vocazionale “nasce e cresce naturalmente insieme alla pastorale ordinaria”.

Allo stesso modo il vescovo Stefan Regmunt (Legnica, Polonia) ha affermato l’unità tra pastorale vocazionale e pastorale ordinaria. In riferimento alle vocazioni in Polonia, il vescovo ha notato positivamente che il numero dei sacerdoti continua a crescere. Tuttavia, i vescovi polacchi guardano con preoccupazione agli sviluppi demografici che certamente in futuro avranno conseguenze anche sul numero dei sacerdoti e delle persone consacrate. Affinché in futuro ci sia un numero sufficiente di sacerdoti e di consacrati, è importante, ha affermato il vescovo Regmunt, che la pastorale vocazionale sia strettamente integrata nel programma della nuova evangelizzazione. Il Rettore Krzysztof Pawlina (Varsavia) ha offerto un’analisi dettagliata e sorprendente del mondo della fede, dei valori e delle idee dei candidati polacchi al sacerdozio oggi.

Al terzo giorno della conferenza sono state discusse le tesi del prof. Amedeo Cencini (Roma), che nelle sue relazioni (I. Elementi essenziali di una pastorale vocazionale rinnovata, II. Indicazioni pratiche per le strutture della pastorale ordinaria) ha mostrato gli aspetti essenziali di una rinnovata pastorale vocazionale, sottolineando che una strategia pastorale che non comprende la dimensione vocazionale, non è di fatto una pastorale e quindi non può essere efficace. Ogni membro della Chiesa ha una chiamata e compito della pastorale è di aiutare a scoprire il proprio posto nella Chiesa. Occorre sottolineare, infatti, che i partecipanti al congresso si sono occupati di vocazioni di tutti i tipi. Il card. Jozef Glemp, Primate di Polonia e arcivescovo di Varsavia, nell’Eucaristia ha affermato che vi sono diversi fattori che conducono a nuove vocazioni, ma che il motivo fondamentale è un mistero: “Il mistero, così ci pare, è nascosto nella preghiera individuale e familiare, come anche nello stile di vita dei sacerdoti”.

Nel penultimo giorno della conferenza c’è stato un pellegrinaggio alla Madonna Nera di Czestochowa. In questo luogo speciale per la Chiesa polacca, il card. Zenon Grocholewski (Roma) ha presieduto una messa. Con riferimenti alla recente enciclica di Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, il Cardinale ha affermato che l’Eucaristia è “il culmine e la sorgente della pastorale vocazionale”.

La domenica mattina, sono state affrontate le questioni amministrative. La plenaria ha accolto all’unanimità Fr. Kevin Doran (Dublino, Irlanda) come successore di Msgr. Dr. Rainer Birkenmaier (Friburgo i.B., Germania), finora coordinatore dell’EVS. Nella messa che ha concluso la conferenza, il vescovo Stefan Regmunt ha ringraziato i presenti per la loro viva partecipazione ai lavori e ha messo in evidenza il significato dell’EVS per la Chiesa cattolica in Europa. Il prossimo incontro si terrà a Strasburgo, all’inizio del luglio 2004.