N.05
Settembre/Ottobre 2001

Pastorale vocazionale e movimenti ecclesiali oggi

I Vescovi italiani dopo la XLVI Assemblea dedicata alle “Vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata nella prassi pastorale della Chiesa” (maggio 1999) hanno resi pubblici gli Orientamenti per la pastorale vocazionale oggi in Italia. All’interno dei “percorsi vocazionali” hanno dedicato anche ai movimenti ecclesiali un’attenzione in quanto luoghi pedagogici della vita di fede e specificamente della pastorale vocazionale: “Al loro interno, l’incontro con Cristo è favorito da una concreta attenzione alle persone, da una proposta spirituale chiara e incentrata sulla preghiera. Non poche vocazioni sono nate a partire da queste esperienze”. Ritorniamo dunque a riflettere sulle potenzialità di suscitare e accompagnare le vocazioni proprie dei movimenti ecclesiali, dopo una riflessione che ad essi dedicammo nel Convegno nazionale del1987 (Gruppi, movimenti, associazioni: quale pastorale vocazionale?).
Quel tema fu scelto dal CNV per favorire un ripensamento di tutti i movimenti più importanti, a grandissima maggioranza composti da laici, a proposito dell’efficacia o semplicemente della presenza in essi di una pastorale delle vocazioni di speciale consacrazione. Ci s’interrogò sull’effettiva ecclesialità dei singoli movimenti e sull’apertura ecclesiale delle vocazioni sorte in essi. Gli interrogativi
posti furono forti, così le tensioni con altre componenti storiche della comunità cristiana (parrocchie, diocesi, associazioni laicali tradizionali) e nel convegno si manifestarono. Ma era forse un’altra stagione.
Oggi, infatti, c’è una maggiore integrazione nella vita delle comunità cristiane e una minore autoreferenzialità: si è attenti non solo all’ispirazione dei fondatori e ai loro insegnamenti, ma anche al magistero del Papa e dei Vescovi locali; spesso c’è una presenza o una rappresentanza negli organismi di partecipazione; c’è una collaborazione con la pastorale delle Chiese particolari, senza rinunciare alla propria identità.

 

In questi ultimi anni, si sono anche chiarite alcune delle difficoltà teoriche (o teologiche) che rendevano difficile il dialogo con il resto della comunità cristiana e nello stesso tempo alcuni aspetti caratterizzanti i movimenti ecclesiali sono stati individuati e riproposti dal Magistero ufficiale della Chiesa. Per esempio, si è capito che la contrapposizione carismi–istituzione (dove i carismi starebbero dalla parte dei movimenti e l’istituzione sarebbero i Vescovi e le Chiese particolari) è insufficiente a descrivere la realtà della Chiesa, la quale è una realtà carismatico–istituzionale in tutte le sue manifestazioni, nelle sua attività, nei suoi ministeri (cfr. J. RATZINGER, I movimenti ecclesiali e la loro collocazione teologica, in AA.VV., I movimenti nella Chiesa, Città del Vaticano 1999, p. 28). Lo stesso Giovanni Paolo II ha affermato che: “L’aspetto istituzionale e quello carismatico sono quasi co-essenziali alla costituzione della Chiesa e concorrono anche se in modo diverso, alla sua vita, al suo rinnovamento e alla santificazione del popolo di Dio” (Discorso in occasione dell’incontro con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità, 30 maggio 1998).

 

Anche l’identità dei movimenti si è venuta precisando. Essi sono stati definiti dal Papa: “Una concreta realtà ecclesiale a partecipazione in prevalenza laicale, un itinerario di fede e di testimonianza cristiana che fonda il proprio metodo pedagogico su un carisma preciso donato alla persona del fondatore in circostanze e modi determinati” (Messaggio al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali, 27 maggio 1998).

Dei movimenti ecclesiali è stato definito anche il carisma: “L’originalità propria del carisma che dà vita ad un movimento non pretende, né lo potrebbe, di aggiungere alcunché alla ricchezza del “depositum fidei”… costituisce un sostegno potente, un richiamo a vivere… l’esperienza cristiana. I carismi riconosciuti dalla Chiesa rappresentano delle vie per approfondire la conoscenza di Cristo e per donarsi più generosamente a lui, radicandosi… sempre più nella comunione con tutto il popolo cristiano”, (ibid.) Quanto sia vocazionalmente rilevante questa affermazione è evidente.

In questi anni si è anche però chiarito il rapporto che ci deve essere all’interno della Chiesa e in particolare con coloro che hanno il ministero di discernere i carismi, i Vescovi. Dice sempre il Papa: «Come custodire e garantire l’autenticità del carisma? E fondamentale al riguardo che ogni movimento si sottoponga al discernimento dell’autorità ecclesiastica competente. Per questo nessun carisma dispensa dal riferimento e dalla sottomissione ai Pastori della Chiesa. … Il Concilio scrive: “Il giudizio sulla loro genuinità e sul loro esercizio ordinato appartiene a quelli che presiedono nella Chiesa, ai quali spetta specialmente non di estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr 1 Ts 5, 12; 19-21)” (Lumen Gentium 12) (Giovanni Paolo II, Discorso…, 30 maggio 1998).

Al CNV e alla pastorale vocazionale della Chiesa italiana sta a cuore sapere come si sta evolvendo il cammino dei movimenti ecclesiali riguardo alle vocazioni di speciale consacrazione (presbiteri, consacrati, missionari, diaconi), sia quelle che rimangono legate e a servizio dei movimenti, sia quelle che si inseriscono in altre realtà ecclesiali preesistenti.  Ma ci interessa anche capire, per eventualmente accoglierli e valorizzarli, quali itinerari pedagogici, quali contenuti teologico-spirituali, quali aspetti del mistero cristiano sono risultati utili alla crescita delle vocazioni di speciale consacrazione. Il nostro intento è quello di far crescere lo spirito di comunione a cui ci chiama il Papa per il nuovo millennio, anche nella pastorale delle vocazioni, e di farlo nella concretezza delle chiese particolari con la loro storia, i loro ministri, i loro laici, le loro attività pastorali… Crescere nell’unità, rispettando l’identità spirituale e vocazionale di tutti, ma collaborando sinceramente e decisamente, con lo scopo di affrettare la venuta del Regno dei cieli: a questo vorrebbe contribuire la pastorale vocazionale unitaria aperta anche al contributo dei movimenti ecclesiali