N.04
Luglio/Agosto 2019

Una strada per scegliere insieme

ovvero il discernimento comunitario

Oggi, riecheggia in tanti luoghi, dentro la comunità cristiana e fuori ed è la parola discernimento. Papa Francesco sollecita spesso su questo tema ed è proprio lui a specificare che il discernimento deve essere inteso non come una moda o come uno slogan, ma piuttosto come un atteggiamento interiore che si radica in un atto di fede: Dio è all’opera nella storia, nei fatti, nelle persone e desidera comunicare la sua volontà perché tutti gli uomini abbiano la pienezza della vita. Per questo, discernere è prima di tutto un mettersi in ascolto dello Spirito così da giungere a compiere delle scelte. Eppure, in questo tempo storico segnato dalla precarietà, scegliere, decidersi sembra un fatto troppo arbitrario, troppo umano e, quindi, per questo, troppo fragile. Ma la prospettiva cambia se si considera il discernimento come un’arte in cui umano e divino si intrecciano. Allora, se per il cammino di fede, il discernimento è un’arte fondamentale da apprendere, lo è anche per una comunità, per un gruppo? Lo abbiamo chiesto a padre Raymond Pace, gesuita, che ha una ricca esperienza nel campo di quello che si chiama discernimento comunitario, ovvero il discernimento ‘in comune’. Quando un gruppo di persone, una comunità religiosa, una parrocchia, una equipe diocesana vuole interrogarsi su un aspetto specifico della missione, o della pastorale o sul modo di mettere in pratica il carisma, di rispondere alla vocazione…c’è un modo? Padre Raymond ci ha illustrato le tappe di un processo di discernimento di cui più volte è stato animatore. Un processo, dunque, non una discussione, perché nel discernimento non si cercano le idee prevalenti, ma l’ispirazione dello Spirito Santo attraverso un clima di preghiera. I presupposti necessari sono: la fede che il Signore è dentro e opera nella storia, la speranza che Egli per primo desidera farci capire la sua volontà, la preghiera continua perché lo Spirito susciti una libertà interiore che apra il cuore e lo renda totalmente disponibile. E’ importante che nel gruppo si attivi, come primo passo, una conversazione spirituale, cioè una condivisione profonda che proviene dalla preghiera; è da questa che possono risaltare gli elementi in comune. A questo punto si può chiarire qual è la questione che necessita una decisione concreta e su essa si raccolgono dettagliatamente le informazioni necessarie, mettendole a disposizione del gruppo. Da questo materiale, si profilano le diverse opzioni della scelta, tutte quelle possibili, che vengono poste personalmente davanti al Signore nella preghiera. Nella condivisione della preghiera vissuta, si valuta il consenso che affiora riguardo alle scelte e si arriva ad abbracciarne una. Ma su questa è necessario ancora affidarsi al Signore perché dia la grazia della conferma che può manifestarsi, nel clima che si respira nel gruppo, dai frutti dello Spirito che emergono. Il discernimento comunitario richiede tempo, coinvolgimento profondo, ma apre alla speranza che camminare insieme è fare un viaggio in cui la strada è già… casa di Dio.