N.01
Gennaio/Febbraio 2020

Qual è la tua rotta?

Ogni formazione è vocazionale

Nel racconto di Guareschi Il compagno don Camillo[1], appena il parroco di Brescello scende dall’aereo e mette piede in Unione Sovietica, prontamente tira fuori dalla tasca il pieghevole con il programma della visita e, sospirando, commenta: “…e questa è fatta”. Forse anche noi - qualche volta - al termine di un appuntamento formativo, ci siamo sentiti come don Camillo e, cancellando con soddisfatta diligenza una data sulla nostra agenda, abbiamo pensato “…e questa è fatta”. Ben sappiamo che prima dell’inizio di un incontro previsto dal percorso di formazione obbligatoria, s’innalza il bisbiglio di un ritornello - sai dov’è il foglio firme? - che suscita più attenzione del tema proposto. È esperienza comune vivere così la formazione, con disincantato fatalismo, come adempimento, come formalità burocratica, come coercizione inesorabile:“Ci tocca, speriamo che finisca presto, intanto… e questa è fatta”. Pur premettendo che la noia è una responsabilità di chi la suscita e…

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