Il paesaggio attraverso gli occhi dei santi – Attività partecipativa
Premessa
L’attività educativa qui presentata s’ispira liberamente al progetto di fotografia partecipativa di MUFOCO insieme all’artista Claudio Boerchia a cura di Matteo Balduzzi alla quale ho partecipato in qualità di partecipante. Tale partecipazione al progetto intitolato “Tra cielo e terra. Il paesaggio lombardo attraverso gli oggi dei santi” mi ha permesso d’individuare la valenza educativa del progetto e di pensare a come poterne trarre ispirazione per progettare un laboratorio educativo con i giovani e con gli adulti di generazioni diverse allo scopo di riflettere sull’importanza del paesaggio.
Vi invito a prendere visione del sito che descrive il progetto perché fornisce indicazioni preziose per la realizzazione del laboratorio ad esso ispirato.
Inoltre per approfondire la metodologia utilizzata per costruire le fasi del rimando al manuale di Laura Formenti “Re-inventare la famiglia. Guida teorico pratica per i professionisti dell’educazione” edito da Apogeo perché il laboratorio seguente rivisita parte delle attività proposte a pagina 201-202.
Fare esperienza
Coinvolgere un gruppo di giovani e di adulti a partecipare al laboratorio che si svolgerà in due incontri. Nel primo incontro di presentazione del progetto e di conoscenza/ingaggio delle/dei partecipanti occorre:
– Presentare brevemente il laboratorio che intende riflettere, in modo curioso, su come il paesaggio rappresenti un’opportunità per vedersi dall’esterno e rendersi conto delle trasformazioni dei luoghi e delle persone che vi abitano;
– Invitare le/i partecipanti a esplorare il territorio dove vivono in autonomia nelle prossime settimane per scattare con il proprio cellulare almeno 2 coppie di fotografie che ritraggono due diverse effigi religiose (Santi, Madonna) e soprattutto cosa questa vedono. Sul sito del progetto si trovano una serie d’iscrizioni chiare per scattare le foto: ISTRUZIONI.
L’obiettivo è mettersi al posto del santo e vedere cosa vede: strade, persone, case, marciapiedi…tutto questo parla (senza parole) di noi;
– Ingaggiare le/i partecipanti a coinvolgere almeno un’altra persona di età diversa nel progetto. L’invito è a coinvolgere partecipanti di generazioni diverse, in particolare segnalo l’importanza di coinvolgere giovani sotto i 25 anni e adulti sopra i 65 (es. nipoti e nonni) al fine di poter creare nel secondo incontro un dialogo tra memorie, ricordi, esperienza presente e visioni del futuro;
– Incoraggiare le/i partecipanti a diventare curiosi: l’Italia è piena di edicole, affreschi, medaglioni, tempietti che ci guardano senza che noi magari ce ne rendiamo conto. Le/i partecipanti possono fare fotografie dei Santi e naturalmente della Madonna che incontrano andando a scuola, al lavoro, a fare una passeggiata all’aperto. Inoltre se ci saranno fotografie della stessa figura religiosa sarà interessante vedere come ogni foto è diversa perché realizzata da una persona diversa in un momento diverso della giornata. L’obiettivo è cercare di cogliere come i Santi e la Madonna ci vedono e cosa vedono;
– Concordare con le/i partecipanti protagonisti del laboratorio un tempo per effettuare l’esplorazione in autonomia nei giorni seguenti e fissare una data per ritrovarsi portando le foto sul cellulare (e se possibile inviarle anche all’indirizzo mail di uno dei conduttori del laboratorio prima del II incontro).
Celebrare la bellezza
Il secondo incontro ha l’obiettivo di generare un dialogo tra i partecipanti capace di aprire loro la possibilità di vedere il paesaggio che abitano attraverso gli occhi degli altri. Lo spostamento del punto di vita creerà dopo uno spiazzamento iniziale pensieri nuovi utili per riflettere creativamente, ovvero fuori dai soliti discorsi dominanti, sugli spazi di vita e le relazioni tra le persone tra memorie, ricordi, esperienza presente e visioni del futuro.
Dopo un momento di benvenuto, necessario a formare un clima dove le persone si sentano a loro agio, per prima cosa le/i conduttrici /conduttori del laboratorio inviteranno ciascuna/o partecipante a prendere un foglio bianco e a trovare una posizione comoda e appartata per riguardare le foto scattate, scegliere un’immagine e scrivere una storia. Se il Santo/ la Madonna potesse parlare che scena racconterebbe? Cosa vede? Che ora è del giorno? C’è luce nella scena? Che cosa fanno le persone? È un giorno come tutti gli altri? Una domenica? Che atmosfera c’è? Esplora a fondo questo paesaggio e raccontalo come se fosse una storia. Non è importante essere sistematici. Sono immagini che prendono forma nelle parole…
(Tempo per scrivere la storia 20 minuti)
Comprendere e teorizzare
– Invitare le/i partecipanti a trovare qualcuno nella sala a cui raccontare la storia del suo/a Santo/Madonna. Regole dello scambio: gruppo di 3 persone (a distanza di 1 metro, mi raccomando!); a turno, uno racconta, l’altro fa domande, il terzo osserva la relazione tra i due e prende nota del processo comunicativo – come parla la coppia? Es. con i gesti, il tono della voce, ecc. Assicurarsi che ci sia tempo sufficiente e uguale per tutte/i.
(Tempo per la condivisione 40 minuti)
– Com’è andata? Invitare tutte/i a scrivere qualche riga sull’esperienza di essere narratore (paure, pensieri, scoperte), ascoltatore (cosa ho capito, cosa mi ha colpito della storia raccontata, quali limiti ho incontrato nell’ascolto) e osservatore (parole e gesti, imbarazzi, sintonia, parole chiave…).
– Dopo aver scritto individualmente le/i conduttori inviteranno le/i partecipanti a raccontare liberamente quello che sentono importante condividere dell’esperienza fatta per riflettere sulla tematica dell’incontro: le relazioni tra paesaggio, la vita delle persone e le trasformazioni. Se è possibile è interessante selezionare delle fotografie inviate precedentemente dai partecipanti via mail e proiettarle per discutere con l’idea che quello che vedono le figure religiose fotografate svela la vita quotidiana delle persone con i suoi limiti e le sue potenzialità. Valore aggiunto sarà la presenza di persone di età diverse che vivono la relazione con il territorio e le sue trasformazioni in modo diverso.
L’obiettivo è far emergere le differenze e la complessità non arrivare a pensare tutte/i allo stesso modo.
Agire deliberatamente
Per concludere l’incontro occorre rilanciare le riflessioni tra i partecipanti ponendo loro domande pensose, che non mirano a trovare risposte certe ma ad attivare azioni future. Ecco alcuni spunti per le domande: ora che sei consapevole di fare parte di un paesaggio in trasformazione, che cosa te ne fai di questa consapevolezza? Quali azioni potresti mettere in atto per prendersi cura dei luoghi dove vivono, per prenderti cura delle relazioni, per usare la tua intelligenza, creatività e capacità immaginativa, per sostenere altre/i nel fare la stessa cosa? In quali occasioni lo stai già facendo?
Se ti è piaciuto questo articolo, leggi anche Il paesaggio attraverso gli occhi dei Santi della stessa autrice.