N.02
Marzo/Aprile 2025

Partire

«Andate. Dici ad ogni svolta del Vangelo. Per essere con Te, sulla tua strada occorre andare anche quando la nostra pigrizia ci scongiura di sostare» (M. Delbrêl, La gioia di credere, 84-85). Spesso siamo tentati di pensare alla vocazione come qualcosa di fermo, quasi fosse un oggetto o un ruolo, un concetto che definisce l’identità in maniera statica declinandola all’indicativo presente del verbo avere e dimenticando che la forma verbale più adatta per descrivere la vita cristiana risponde al verbo essere. Tu non hai una missione tu «sei una missione su questa terra, e per questo ti trovi in questo mondo» (Francesco, Evangelii gaudium, 273). E una missione, così come una identità, si fa, dentro una storia.

Mi sembra la medesima via tracciata dalla terza domanda del Padre Nostro: «Sia fatta la tua volontà» (Mt 6,10) espressione che potremmo parafrasare immaginando il movimento di qualcosa che va fatto crescere, che si costruisce, si realizza, si compie. La volontà di Dio – che è la storia della nostra salvezza – non ‘si fa’ mai in senso passivo. «Ecco il tipo di relazione che il Padre ci offre: ci chiama a stare con Lui, lasciandoci la possibilità di accettare o di non accettare. Non ci propone un rapporto di sudditanza, ma di paternità e di figliolanza […]. Sant’Agostino usa un’espressione molto bella a riguardo dicendo: ‘Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te (cf. Sermo CVXIX, 13)» (Francesco, Angelus, 15 ottobre 2023).

La vocazione – è chiaro fin dall’inizio – si compie soltanto partendo, solo muovendo i passi su quella via che si è intuita come una promessa che viene da Dio e si presenta impastata con fatti concreti della propria storia: catene e vincoli da lasciare (cf.  Gen 12,1), voci che chiedono di essere ascoltate (Mc 7,24-29), volti di persone che si fanno compagni di cammino (Gv 1,40-42), situazioni che esigono di essere affrontate (Gdt 8,32-34) una volta per sempre – pensiamo alla scelta decisiva che la vocazione comporta – e tante altre volte, quelle che lo scorrere dei giorni ci presentano come occasioni da prendere o da rifiutare (cf. 1Sam 26,7-9). Partire è sempre lasciare, per prendere una via occorre lasciare le altre, lasciare le proprie sicurezze per prendersi il rischio di compiere l’opera di Dio.