N.05
Settembre/Ottobre 2021

Chi guarda i venti non semina!

Un testo di Isacco di Ninive

Il testo che presentiamo questa volta è di uno degli autori siriaci più noti in occidente, dopo Efrem il Siro. Sto parlando di Isacco di Ninive. Egli fa parte di quella straordinaria stagione mistica della chiesa siro-orientale che comprende il periodo VII-VIII secolo. Isacco, monaco nel monastero di Rabban Shabur, venne consacrato vescovo ma lasciò il ministero dopo pochi mesi per tornare alla vita ascetica. È uno dei più grandi mistici ma solo nella seconda metà del XX secolo è stata riscoperta una grande parte della sua opera. È il cantore della infinita e folle misericordia di Dio, oltre che un grande maestro spirituale, che scrive a partire dalla propria esperienza di Dio, mostrando una via per sperimentare la presenza di Dio anche durante il nostro cammino. È uno dei pochi autori siriaci di cui si hanno in lingua italiana un gran numero di ottime traduzioni disponibili.

Sebbene conosciuto soprattutto per i suoi testi sulla misericordia divina, vorrei proporre invece un testo che vorrei sottotitolare “Il coraggio di iniziare” a servire il Signore. È noto che una delle difficoltà maggiori del disporsi a seguire la chiamata del Signore, oggigiorno soprattutto, è quel salto, quel “buttarsi” iniziale per abbracciare la scelta che ci si palesa davanti. Isacco, in questo testo, ci sprona a non aver paura, a non usare la nostra “sapienza” per nascondere la pigrizia o la paura e, invece, di tuffarsi e iniziare l’unico cammino capace di dare senso alla nostra vita: quello che porta al Signore. Bellissimo il tema del fare qualcosa come se fosse l’ultima cosa che farai su questa terra: è uno dei consigli prima di fare una scelta che anche Ignazio propone nei suoi Esercizi. E senza una scelta, prigionieri dell’illusione così di avere sempre tutto come possibilità, ci si accorgerà che nelle mani non sarà restato invece nulla di realizzato.

 

Coloro che corrono nella speranza non si preoccupano di guardare agli inciampi della strada, anzi, non sono neppure capaci di indagare su tali cose. Ma quando sono risaliti dal mare, allora li vedono, e glorificano Dio perché sono stati custoditi in mezzo a tutte quelle tempeste e ai molti scogli che neppure conoscevano, perché non si preoccupano di prestare attenzione a simili cose.

Coloro, invece, che continuamente assillano l’intelligenza e vogliono essere molto sapienti; che dedicano la loro anima a girare intorno a pensieri e timori; che fanno molti preparativi, guardano e riflettono sulle cause degli inciampi e dei pensieri dissoluti; costoro, per la maggior parte, si troveranno sempre sulla porta della loro casa. Il pigro, infatti, quando viene inviato, dice: “C’è un leone in strada e un assassino per le vie!”.   O è come coloro che dicono: “Qui vediamo figli di valorosi e ai loro occhi siamo come locuste”; e ancora: “Le loro città sono forti e le loro fortificazioni salgono fino al cielo”. Costoro, al momento della morte, si troveranno all’inizio della loro strada. Essi sono sempre più sapienti; ma di iniziare: niente!

Il semplice, invece, si tuffa e passa grazie al suo primo impeto. Non pensa al corpo, e neppure alla possibilità che dal suo commercio non ricavi nulla.

La tua molta sapienza non ti sia di scandalo, e non sia davanti a te una trappola [che ti impedisce] di iniziare virilmente e prontamente, [appoggiato] sulla speranza in Dio, la tua corsa intrisa di sangue; altrimenti sarai sempre indigente e nudo della conoscenza di Dio. Chi guarda i venti non semina! È meglio per noi morire in battaglia per Dio, che vivere nella vergogna e nell’ignavia. Quando ti accingi a iniziare una delle opere di Dio, prima fa’ testamento, come se non dovessi più vivere in questo mondo, come uno che si prepara alla morte. Accostati ad essa senza speranza, come se con quell’azione giungesse il compimento del tuo tempo e il termine dei tuoi giorni; come se non ti fosse dato di vedere altri giorni dopo quello.

Di questo sii davvero convinto nella tua intelligenza, altrimenti le attese della vita ti priveranno della vittoria, essendo causa di rilassamento per la tua intelligenza. Per questo, dunque, sui tuoi atti non domini solo la sapienza, ma nel tuo pensiero fa’ un po’ di spazio anche alla fede.

 

 

Isacco di Ninive, Un’umile speranza, a cura di S. Chialà, Qiqajon, Comunità di Bose, 1999 (edizione elettronica), cap. X, n.1 [I collezione, Discorso 6].