Riconoscere Cristo per indicarlo agli altri
Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
( Gv 1, 29 -30; 36-37)
L’Artista
Giovanni di Pietro detto Lo Spagna. Giorgio Vasari è la fonte più antica che cita Lo Spagna: “Giovanni Spagnuolo, detto per soprannome Lo Spagna“, e lo pone tra i seguaci del Perugino. Nel 1516, gli venne concessa la cittadinanza spoletina e lavorò ad Assisi. Il Vasari nelle Vite così scrive: “In Ascesi dipinse la tavola della cappella di Santa Caterina nella chiesa di sotto di San Francesco […]. In Santa Maria degli Angeli, dipinse nella cappella piccola, dove morì San Francesco, alcune mezze figure grandi quanto il naturale; cioè, alcuni compagni di San Francesco, ed altri Santi molto vivaci“. Dal settembre del 1526, lavorò nella decorazione della chiesa di San Giacomo di Spoleto, dove affrescò l’abside e la cappella di S. Sebastiano e, contemporaneamente, la tribuna della chiesa di S. Giovanni Battista ad Eggi. Lo Spagna morì all’inizio di ottobre del 1528. Lasciò un’operosa bottega che, per molti anni, continuò ad usare i suoi cartoni.
L’opera
L’affresco, commissionato da Antonio de Refinu, presenta delle figure che sembrano esprimere un desiderio. Gli inizi del XVI sono stati caratterizzati da terribili sciagure, ma dal dipinto emergono un senso di pace e di armonia col creato e una rassicurante presenza di Dio.
Il paesaggio suscita una grande serenità e trasmette una sensazione di benessere: è la gioia che invade l’anima di chi vede il compimento delle promesse. In Cristo, quello che era in germe, arriva alla maturazione e la natura ne è fatta partecipe. Il paesaggio ci riporta a quel momento, forse unico ed irrepetibile, dove l’uomo del Rinascimento, nel recupero di una classicità ideale, vive in armonia con se stesso e con la natura che lo circonda, dove l’umano, nella manifestazione del bello, percepisce Dio che è la vera bellezza. La natura non è “matrigna”, ma madre, amica, e “complice” nel raggiungimento dell’armonia come via della felicità. È il momento nel quale il paesaggio non è più un “contorno” alla figura umana, ma assume un’importanza integrante.
Un approccio vocazionale
L’immagine può essere letta su più piani: ci presenta il momento, secondo i testi evangelici, nel quale Giovanni battezza il Cristo. Giovanni è la cerniera tra l’Antico ed il Nuovo Testamento; egli è concepito nel tempo della promessa, ma già nel grembo materno, percepisce la sua realizzazione ed è colui che prepara l’accoglienza del Messia. È lui che lo riconosce – confortato dalla testimonianza del Padre – e lo indica agli altri perché possano seguirlo. Giovanni è il testimone degno di fiducia ed è un esempio di umiltà in quanto non trattiene presso di sé quanti avevano accolto la sua chiamata, ma li accompagna a fare il passo successivo: seguire Cristo. È un modello per quanti si dedicano al discernimento vocazionale.
Nel nostro tempo, non ci si accontenta del necessario, ma spesso si è alla ricerca del superfluo, magari cedendo a compromessi. Giovanni, nella sua austerità, invita a non venire a patti con la propria coscienza per conseguire la ricchezza o il piacere. Egli lascia dietro di sé “l’odore delle pecore” che ricerca, accoglie e ama. Ci mostra non un modo di pensare, ma il modo di vivere di chi non cerca la ricchezza, la celebrità e la carriera. Come ci indica papa Francesco, il Battista si dirige verso le diverse periferie dell’umanità. Non solamente quelle chiassose delle metropoli, ma anche quelle silenziose dei paesi fantasma delle nostre aree collinari e montane dove non ci sono più la scuola, i negozi, le grida di bimbi nelle strade, dove le campane non ritmano più i tempi del giorno. Giovanni ci indica come trovare Cristo nelle periferie esistenziali delle nostre comunità, dove il timore del futuro si ingigantisce fino a divenire disperazione che conduce alla perdita dell’umanità, della spiritualità, della speranza.
Giovanni indica il Messia, oggi, ai nostri giovani, come fece con Andrea e suscita il desiderio di seguirlo per vedere dove abita.
Nel dipinto l’immagine di San Giovanni sembra un ritratto che con lo sguardo arriva fino al cuore e dice: «Cristo ti ama e ti dice: seguimi!».
Preghiera
San Giovanni Battista,
che fosti chiamato da Dio a preparare la via al Salvatore del mondo
e invitasti le genti alla penitenza e alla conversione,
fa’ che il nostro cuore sia purificato dal male
perché diveniamo degni di accogliere il Signore.
Tu che avesti il privilegio di battezzare nelle acque del Giordano
il Figlio di Dio fatto uomo
e di indicarlo a tutti quale Agnello che toglie i peccati del mondo,
ottienici l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo
e guidaci nella via della salvezza e della pace.
Amen.