Con piena fiducia
Proporre le vocazioni nella Chiesa locale
«Quando la Chiesa chiama all’impegno evangelizzatore, non fa altro che indicare ai cristiani il vero dinamismo della realizzazione personale: “Qui scopriamo un’altra legge profonda della realtà: la vita cresce e matura nella misura in cui doniamo per la vita degli altri”»[1]. Nei primi paragrafi della sua esortazione apostolica papa Francesco richiama alla dolce e confortante gioia di evangelizzare in una chiave che dalle pagine della nostra rivista non fatichiamo a riconoscere come vocazionale: il tema della realizzazione personale[2] che si compie nella missione[3] è l’orizzonte nel quale la pastorale giovanile e vocazionale – a partire dal Sinodo sui giovani – ha riflettuto e rinnovato l’orientamento che dovrebbe essere di tutta la pastorale[4].
Vogliamo soffermarci, però, sulle prime parole del testo per riprendere consapevolezza di un elemento decisivo della dinamica vocazionale. Già una quindicina di anni fa papa Benedetto XVI nel suo Messaggio per la 58ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni invitava i credenti a riflettere sul tema: «Proporre le vocazioni nella Chiesa locale» declinando la questione non sul piano numerico ma sulla verifica dello stato di salute della Chiesa stessa: «La capacità di coltivare vocazioni – insegna – è segno caratteristico della vitalità di una Chiesa locale»[5].
La Chiesa chiama alla vocazione[6]
La pastorale vocazionale della Chiesa ha sempre trovato il suo nutrimento nel Magistero a partire dal Concilio Vaticano II che ha offerto, insieme ad una visione teologica, una chiara prospettiva per un annuncio fecondo del Vangelo.
La Chiesa, intesa come comunità di vocazioni, è il luogo dove ogni chiamato attualizza e manifesta l’unico Spirito; essa ha una dimensione vocazionale implicita già nel suo significato etimologico: «assemblea convocata» da Dio. Perciò la vita cristiana partecipa a sua volta a questa stessa dimensione vocazionale che caratterizza la Chiesa: nell’animo di ogni cristiano risuona sempre e nuovamente quel seguimi di Gesù agli apostoli, che ha cambiato per sempre la loro vita (cfr. Mt 4, 19). Questo fondamento, evangelico e conciliare insieme, si è esplicitato anche negli insegnamenti di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco.
L’aver incontrato il Maestro e l’essere disposti all’ascolto diuturno della sua Parola è la condizione che Papa Benedetto ritiene sostanziale in chi svolge il servizio di pastorale vocazionale.
Il Papa si rivolge ai partecipanti al Convegno europeo sulla pastorale vocazionale, dal tema: Seminatori del Vangelo della vocazione: parola che chiama e invia con l’intento di infondere nuovo slancio all’impegno a favore delle vocazioni. «La cura delle vocazioni, afferma infatti, costituisce una delle priorità pastorali: è orientata a sostenere un’opera di svelamento mediante la quale ciascuna persona si scopre capace di contenere impensate energie di donazione e diviene pronta ad aprirsi alla vita, spendendola per amore del Vangelo, seguito con la totalità e la certezza che viene dall’avere trovato il più grande tesoro dell’esistenza»[7].
È questa la logica e la vera fecondità di ogni pastorale vocazionale nella Chiesa: «A seminare nel cuore dell’uomo è sempre e solo il Signore. Solo dopo la semina abbondante e generosa della Parola di Dio ci si può inoltrare lungo i sentieri dell’accompagnare e dell’educare, del formare e del discernere. Tutto ciò è legato a quel piccolo seme, dono misterioso della Provvidenza celeste, che sprigiona da sé una forza straordinaria. È, infatti, la Parola di Dio che di per se stessa opera efficacemente quanto dice e desidera»[8]. Essa è veramente luce e forza, sorgente di speranza, traccia per un cammino che passa attraverso Gesù, via e porta.
Il confronto con la Parola offre la bella opportunità di ritrovare il senso profondo della pastorale vocazionale, come pure le sue scelte fondamentali di metodo: la testimonianza[9], semplice e credibile; la comunione, con itinerari concertati e condivisi nella Chiesa particolare;[10] la quotidianità, che educa a seguire il Signore nella vita di tutti i giorni; l’ascolto, guidato dallo Spirito Santo, per orientare i giovani nella ricerca di Dio e della vera felicità; la verità, che sola può generare libertà interiore. La Parola di Dio, per chi vive il prezioso servizio pastorale nell’ambito della promozione, dell’animazione e del discernimento delle vocazioni, diventa sorgente di benedizione, di consolazione e di fiducia rinnovata.
Nella compagnia della Parola, il discepolo è in grado di aiutare molti a vedere e toccare quel Gesù che ha accolto come il Maestro che illumina i passi della vita. È la testimonianza personale e comunitaria di una vita di amicizia e d’intimità con Cristo, di totale e gioioso dono di sé a Lui, che occupa un posto di prim’ordine nella pastorale vocazionale. Una vita in cui si vede la fedeltà e la gioia della propria vocazione è stata ed è sempre un mezzo privilegiato per risvegliare in tanti giovani il desiderio di conoscere il Vangelo e di sceglierlo come sola forma della propria vita[11].
Per Papa Francesco, la pastorale vocazionale è ogni azione pastorale della Chiesa che è orientata, per sua stessa natura, al discernimento vocazionale[12]: il suo obiettivo ultimo, infatti, è aiutare il credente a scoprire il suo cammino concreto per realizzare il progetto di vita al quale Dio lo chiama[13].
Ai partecipanti al Convegno internazionale di pastorale vocazionale, il Papa dice che «uscire, vedere, chiamare sono i tre verbi che indicano il dinamismo di ogni pastorale vocazionale. Bisogna imparare lo stile di Gesù che passa nei luoghi della vita quotidiana, si ferma senza fretta e, guardando i fratelli con misericordia, li conduce all’incontro con Dio Padre […]. Uscire dalle nostre rigidità che ci rendono incapaci di comunicare la gioia del Vangelo, dalle formule standardizzate che spesso risultano anacronistiche, dalle analisi preconcette che incasellano la vita delle persone in freddi schemi […] La pastorale vocazionale ha bisogno di una Chiesa in movimento, capace di allargare i propri confini, misurandoli non sulla ristrettezza dei calcoli umani o sulla paura di sbagliare, ma sulla misura larga del cuore misericordioso di Dio»[14]. Si esce per vedere, per incontrare e per ascoltare. Così si può accompagnare il discernimento dei movimenti del cuore da cui nasce l’orientamento dei passi che costruiscono la strada verso la meta.
Papa Francesco manifesta la convinzione che la preghiera deve occupare un posto molto importante nella pastorale vocazionale. «Il Signore lo dice chiaramente: “Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe” (Mt 9, 38). La preghiera costituisce il primo e insostituibile servizio che si può offrire nella pastorale delle vocazioni. Posto che la vocazione è sempre un dono di Dio; perciò, la chiamata vocazionale e la risposta possono risuonare e farsi sentire solo nella preghiera […]. Pregare per le vocazioni – continua – presuppone, in primo luogo, pregare e lavorare per la fedeltà alla propria vocazione[15]; è importante, inoltre, creare ambiti in cui sia possibile ascoltare la chiamata del Signore; e poi bisogna mettersi in cammino per annunciare il vangelo della vocazione, per promuovere e suscitare vocazioni.
«Chi prega davvero per le vocazioni, lavora instancabilmente per creare una cultura vocazionale»[16], facendo sue alcune sfide. Una prima sfida è quella della fiducia[17]: fiducia nei giovani e fiducia nel Signore. Un’altra sfida importante è la lucidità: è necessario avere uno sguardo acuto e, al tempo stesso, uno sguardo di fede sul mondo, e in particolare sul mondo dei giovani. Una terza sfida è la convinzione. «Per proporre oggi a un giovane il vieni e seguimi (cfr. Gv 1, 39) occorre audacia evangelica: la convinzione che la sequela di Cristo vale la pena e che il dono totale di sé alla causa del Vangelo è qualcosa di stupendo e bello che può dare senso a tutta una vita. Solo così la pastorale vocazionale sarà narrazione di ciò che si vive e con cui si riempie di senso la propria vita. E solo così la pastorale vocazionale sarà una proposta convincente. Il giovane, come tutti i nostri contemporanei, non crede tanto ai maestri[18], vuole invece testimoni di Cristo»[19].
Elementi progettuali
Nella Vultum Dei quaerere – la Costituzione Apostolica sulla vita consacrata femminile – papa Francesco definisce la formazione «un’opera artigianale»[20]. Artigiano porta con sé la parola ‘arte’ che indica un’abilità acquisita con lo studio e l’esercizio. È una caratteristica opposta – o complementare – a quella capacità naturale che viene definita ‘talento’. Nell’origine antica del termine scopriamo una profonda attenzione alla concretezza e con la visione. L’artigiano ha sempre a che fare con la materia della quale si appassiona, non smette di osservare e di conoscere in profondità e nutre l’immaginazione verso l’opera compiuta che in alcune arti – pensiamo ad esempio alla tecnica del Raku per la cottura della terracotta – è affidata ad elementi che sfuggono al controllo rendendo l’opera compiuta una sorpresa per lo stesso artista.
Pregare
«L’arte di promuovere e di curare le vocazioni trova un luminoso punto di riferimento nelle pagine del Vangelo in cui Gesù chiama i suoi discepoli a seguirlo e li educa con amore e premura […]. Appare chiaro che il primo atto è stata la preghiera per loro: prima di chiamarli, Gesù passò la notte da solo, in orazione ed in ascolto della volontà del Padre»[21]. Nella pastorale vocazionale le proposte di preghiera sono varie e qui ci riferiamo principalmente a quelle rivolte alla comunità parrocchiale, non direttamente ai giovani e agli adolescenti. È tutta la Chiesa, infatti, tutta la comunità che deve nutrire e sentire la sete, far crescere quell’accorato appello che inquadra il bisogno di vocazioni non soltanto nella crisi numerica ma nella vita stessa della Chiesa e nella sua vitalità[22].
«La preghiera di intercessione – insegnava il card. Carlo Maria Martini – è una conseguenza della legge della mutua appartenenza e della mutua responsabilità […]. In essa il primato non è quello della persona che è preoccupata della propria identità e benessere, ma quello della persona-in-relazione, che ha a cuore il bene-essere degli altri»[23]. La preghiera di intercessione fa crescere la sete e sentire l’appello a prendersi carico del bene degli altri, nel nostro caso aiutare «la ricerca, l’invito, la chiamata che attiri nuovi giovani verso l’esperienza del Signore»[24].
L’adorazione eucaristica mensile proposta alla comunità parrocchiale, vissuta nei monasteri o nelle comunità di vita consacrata, nei seminari è un appuntamento che può essere organizzato con facilità. La feconda fatica del prepararlo può essere occasione per formare un gruppo di persone che se ne prendano cura offrendo loro la possibilità di studiare e approfondire tematiche vocazionali.
A livello diocesano si può tornare a favorire quella rete di preghiera che alcuni anni fa era proposta nella forma del ‘monastero invisibile’ e che oggi può essere riproposta o assumere contorni differenti. L’occasione di coinvolgere molte persone, anche in maniera anonima, in una rete di preghiera nella quale ciascuno offre quello che può (un rosario settimanale, una decina quotidiana, un tempo di adorazione mensile…) dà la possibilità di suggerire mensilmente (tramite un foglio di collegamento, una email, una lista broadcast…) alcune intenzioni di preghiera comuni accompagnate da contenuti, articoli, videoracconti a tema vocazionale.
In alcune diocesi italiane i vescovi hanno individuato un santuario dedicandolo in maniera particolare alla preghiera per le vocazioni. Attorno ad essi si sono sviluppati pellegrinaggi mensili rivolti a tutti o appuntamenti annuali che vedono i giovani e gli adolescenti adunarsi (talora guidati dal Vescovo) in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.
Approfondire
L’esperienza vocazionale riguarda tutti gli operatori pastorali, presbiteri, consacrati, consacrate e laici che vivono la propria vocazione particolare. Sebbene l’esperienza personale sia una delle fonti cui attingere per riflettere sulla proposta e sull’accompagnamento vocazionale è anche una forte tentazione di pensare che sull’argomento non ci sia bisogno di approfondire. Tutt’altro! Anche solo le pagine della nostra rivista offrono numerosi spunti di approfondimento valorizzati dal lavoro di messa a disposizione online di tutto l’archivio storico. Ad oggi sul sito www.rivistavocazioni.chiesacattolica.it sono presenti più di duemila contributi pubblicati nel corso degli ultimi trent’anni. La proposta di corsi a livello nazionale e regionale di diverso grado offrono formazione di diverso grado. Sostare attorno alla Parola di Dio in un confronto orante e comunitario è postura decisiva per intuire e discernere le potenzialità presenti attorno alle quali far crescere e costruire una proposta vocazionale.
«Il terreno [infatti] sta cambiando e richiede un’opera missionaria diversa, ma non si è tramutato in sabbia. I germogli sono nascosti nelle pieghe della vita quotidiana, fatta di gioie e sofferenze, di scelte e passaggi di vita, di generosità e ricerca del bene, di tempo donato e spazi abitati con creatività, di relazioni ferite ma anche risanate. È piantato un immenso bene nei nostri terreni; un bene che raramente fa notizia, a differenza del male, ma che c’è e rappresenta un’opportunità per la missione»[25].
Per immaginare percorsi di annuncio e accompagnamento vocazionale c’è bisogno di un lavoro di studio e di preghiera comunitaria. La pastorale vocazionale non è opera di un singolo – non si muove nelle dinamiche dell’“influencer”, per quanto attrattive possano essere – ma è feconda solo dentro un’azione ecclesiale[26] fatta per continuare anche dopo di sé in quel passaggio di testimone che molto ha a che fare con la dinamica della Tradizione. Questa, infatti, «progredisce nella Chiesa […] sia con la contemplazione e lo studio dei credenti che le meditano in cuor loro (cfr. Lc 2,19 e 51), sia con la intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità»[27].
Spendere tempo per pensare e per sentire insieme ricordando sempre che l’opera di Dio si compie in un orizzonte ampio, che le cose che durano non sono effimere o del momento (cf. 2Cor 1,9) ma che il seme della Parola ha bisogno di scendere in profondità per portare frutto, alla superficie subito germoglia ma corre il rischio di seccarsi presto (cf. Mc 41-20). Impiegare tempo per conoscere e riconoscere le potenzialità dei territori che abitiamo, delle nostre Chiese ciascuna con le sue caratteristiche particolari è necessario per riconoscere e discernere il bene che è l’opportunità della missione. La storia della santità, le caratteristiche del presbiterio, la conformazione geografica del territorio e la distribuzione delle comunità parrocchiali, la presenza di comunità di vita consacrata, il loro carisma specifico, il recupero di strutture che possono essere riutilizzate in maniera creativa offrendo spazi di vita comune per i giovani[28] o cogliendo nuove opportunità di annuncio e di servizio alla chiesa locale[29].
Proporre
«“Se partiamo dalla convinzione che lo Spirito continua a suscitare vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, possiamo “gettare di nuovo le reti” nel nome del Signore, con piena fiducia”. Voglio ribadire con forza questa mia certezza incoraggiandovi a impiegare ancora più energie nell’avviare processi e allargare spazi di fraternità che affascina perché vive di Vangelo. Penso alle tante comunità di vita consacrata che operano capillarmente nella carità e nella missione. Penso alla vita monastica, nella quale affondano le radici dell’Europa e che ancora è capace di attrarre molte vocazioni, soprattutto femminili: essa va custodita, valorizzata e aiutata ad esprimersi per quello che veramente è, scuola di preghiera e di comunione. Penso alle parrocchie, radicate nel territorio e alla loro forza di evangelizzare questo tempo. Penso all’impegno sincero di innumerevoli sacerdoti, diaconi, consacrati, consacrate e vescovi “che ogni giorno si spendono con onestà e dedizione al servizio dei giovani. La loro opera è una foresta che cresce senza fare rumore”. Non abbiate paura di accettare la sfida di annunciare ancora la vocazione alla vita consacrata e al ministero ordinato. La Chiesa ne ha bisogno! E quando i giovani incontrano uomini e donne consacrati credibili, non perché perfetti, ma perché segnati dall’incontro col Signore, sanno gustare una vita differente e interrogarsi sulla loro vocazione. “La Chiesa attira l’attenzione dei giovani attraverso il suo radicarsi in Gesù Cristo. Cristo è la Verità che rende la Chiesa diversa da qualsiasi altro gruppo secolare in cui potremmo identificarci”»[30].
I lavori dello scorso Convegno Nazionale Vocazioni che si è svolto a Roma dal 3 al 5 gennaio hanno voluto offrire ai partecipanti alcuni orizzonti pratici che sono disponibili nella sezione convegni della home page del nostro sito. Qui ci sia sufficiente aver ridato voce a quella responsabilità di invitare che è costitutiva della missione stessa della Chiesa e si declina nelle proposte semplici e dal sapore evangelico che si rivelano feconde di vita cristiana e di orientamento vocazionale.
[1] Francesco, Evangelii gaudium, 10.
[2] «Proprio questa è l’originalità della vocazione cristiana: far coincidere il compimento della persona con la realizzazione della comunità; ciò vuol dire — ancora una volta — far prevalere la logica dell’amore su quella degli interessi privati, la logica della condivisione su quella dell’appropriazione narcisistica dei talenti (cfr. 1 Cor 12-14)» (Pontificia Opera per le Vocazioni Ecclesiastiche, Nuove vocazioni per una nuova Europa, 18d).
[3] «Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu. Ma domandati: “Per chi sono io?”». Tu sei per Dio, senza dubbio. Ma Lui ha voluto che tu sia anche per gli altri, e ha posto in te molte qualità, inclinazioni, doni e carismi che non sono per te, ma per gli altri» (Francesco, Christus vivit, 286).
[4] Cf. R. Sala, «Il lievito nella pasta. L’anima vocazionale della pastorale» in Vocazioni 2017/6.
[5] Benedetto XVI, Messaggio per la 48ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, Roma 15 novembre 2010.
[6] Ringrazio la prof.ssa Maria Mascheretti per il lavoro di ricerca e stesura di questo paragrafo che si rivela strumento utile per risalire ad alcune delle fonti magisteriali più recenti sulla pastorale vocazionale.
[7] Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al convegno europeo sulla pastorale vocazionale dal tema: “Seminatori del Vangelo della vocazione: una parola che chiama e invia, Roma 2-5 luglio 2009.
[9] Cf. Benedetto XVI, Messaggio per la 47ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: la testimonianza suscita vocazioni, Roma 13 novembre 2009.
[10] Cf. Benedetto XVI, Messaggio per la 44ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: La vocazione al servizio della Chiesa comunione, Roma 10 febbraio 2007.
[11] Cf. Benedetto XVI, Messaggio al II Congresso continentale latinoamericano delle vocazioni, Cartago, 31 gennaio – 5 febbraio 2011.
[12] Cf. Francesco, Christus vivit, 283ss.
[13] Cf. Francesco, Christus vivit, 248ss.
[14] Francesco, Discorso ai partecipanti al Convegno internazionale di pastorale vocazionale promosso dalla Congregazione per il clero, Roma 21 ottobre 2016.
[15] Francesco, Messaggio ai partecipanti al Convegno internazionale sul tema: ‘Pastorale vocazionale e vita consacrata. Orizzonti e speranze’, Roma 1-3 dicembre 2017.
[17] «Sogniamo maggiori opportunità, di una società che sia coerente e si fidi di noi. Cerchiamo di essere ascoltati e non solamente di essere spettatori nella società, ma partecipanti attivi. Cerchiamo una Chiesa che ci aiuti a trovare la nostra vocazione, in tutti i suoi significati» (Sinodo dei vescovi, Documento della riunione presinodale in preparazione alla XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Roma 19-24 marzo 2018).
[18] «Per compiere un vero cammino di maturazione i giovani hanno bisogno di adulti autorevoli. Nel suo significato etimologico la auctoritas indica la capacità di far crescere; non esprime l’idea di un potere direttivo, ma di una vera forza generativa» (Sinodo dei vescovi, Documento finale, 71).
[19] Francesco, Messaggio ai partecipanti al Convegno internazionale sul tema: ‘Pastorale vocazionale e vita consacrata. Orizzonti e speranze’, Roma 1-3 dicembre 2017.
[20] «Dio Padre è il formatore per eccellenza, ma in questa opera “artigianale” si serve di mediazioni umane, i formatori e le formatrici, fratelli e sorelle maggiori, la cui missione principale è quella di mostrare “la bellezza della sequela del Signore ed il valore del carisma in cui essa si compie”» (Francesco, Vultum Dei quaerere, 14).
[21] Benedetto XVI, Messaggio per la 48ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, Roma 15 novembre 2010.
[22] «Abbiamo bisogno di vocazioni; bisogno di vocazioni coscienti, generose, perseveranti, ogni giorno rinnovate. Abbiamo bisogno di persone che siano cioè consapevoli che la vita ha un senso perché è una vocazione […]. Abbiamo bisogno di vocazioni autentiche alla famiglia, abbiamo bisogno di famiglie che diventino luogo nel quale si viva la Chiesa e siano segno e scuola di comunione e di servizio. Abbiamo bisogno di vocazioni generose alla verginità sponsale, che siano segno chiaro della Chiesa che si dona in modo esclusivo e totalizzante a Cristo. Abbiamo bisogno di vocazioni al ministero ordinato: di diaconi, presbiteri, vescovi che stimolino al servizio e vivano a servizio, che sappiano discernere i vari carismi nelle comunità e li sappiano coordinare tra di loro per un servizio comunitario più efficace» (G. Puglisi, Intervento conclusivo al Convegno Regionale Presbiteri, religiosi e laici nella parrocchia per una pastorale vocazionale unitaria del 1988, Acireale 1988).
[23] C.M. Martini, «Lectio a Gerusalemme. Intercedere: farsi carico dell’altro» in Avvenire 20 gennaio 2008.
[24] Francesco, Christus vivit, 209.
[25] Conferenza Episcopale Italiana, Lineamenti. Prima assemblea sinodale delle Chiese d’Italia, 6.
[26] «La testimonianza di uno solo, che lo voglia o no, porta la firma di quello soltanto. La testimonianza di una comunità fedele, quando lo è, porta la firma del Cristo» (M. Delbrêl, Comunità secondo il Vangelo, 34).
[27] Concilio Ecumenico Vaticano II, Dei verbum, 8.
[28] Cf. Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni, Casa Legàmi. Dove nasce la fraternità, YouTube; Id., Trovare Casa. Punto Giovani, YouTube; Id., Cinque giorni insieme, YouTube.
[29] Id., Il lavoro con gli amici è meno faticoso, YouTube; Id., Musica e vocazione, YouTube.
[30] Francesco, Discorso ai partecipanti al Congresso dei Centri Nazionali per le vocazioni delle Chiese d’Europa, Roma 6 giugno 2019.