N.03
Maggio/Giugno 2025

Lasciati meravigliare dalla Parola di Dio!

Filosseno di Mabbug (prima metà del V sec.?- 523)

L’autore che presentiamo questa volta è un vescovo siro-occidentale, una delle figure che campeggiano nelle controversie cristologiche seguite al Concilio di Calcedonia (451) schierato dalla parte di coloro che, in area siriaca, non accettarono tale concilio considerandolo un tradimento della teologia di Cirillo di Alessandria. Certamente fu uno dei più attivi e dotati polemisti del suo tempo, ma allo stesso momento dotato di particolare acume teologico. Studiò a Edessa, una delle più colte città della parte orientale dell’impero romano, partecipò alla politica ecclesiale del suo tempo con molta energia, al punto che «considerava la lotta contro l’errore in cristologia come uno dei passi necessari per il cammino ascetico verso la conoscenza divina» (D. A. Michelson). Ma frequentò molto anche gli ambienti monastici, e quando parla di spiritualità il polemista sembra scomparire e appare un uomo con una indubbia esperienza di Dio. Fu esiliato nel 519 dall’imperatore calcedonese Giustino I e secondo la tradizione morì agli arresti domiciliari, in una località non ben precisata.

Il testo che presentiamo è tratto dalla Lettera a Patrizio, dove Filosseno si rivolge a un giovane monaco per indicargli alcuni consigli importanti per la sua vita ascetica. Qui si parla del motivo secondo il quale il “solitario”, ovvero il monaco – ma qui siamo compresi anche noi, quando vogliamo pregare con la Parola di Dio – dovrebbe accostarsi alla Scrittura. Non per curiosità, né tantomeno ricercando la vanagloria, bensì solo per lasciarsi incontrare dalla visione di Dio. Non si deve cercare una “comprensione intellettuale”, ma nell’ascolto della fede lasciare che sia la Parola stessa ad agire. Lasciarsi meravigliare dalla Parola.

 

 

66. Non chiunque legge la Scritture legge bene o con cognizione. C’è chi legge le Scritture come per [apprezzarne] il racconto, c’è [chi legge] come per [impararle a] memoria, c’è chi vuole apprenderne la spiegazione, c’è chi [legge] per l’esercizio della conoscenza psichica, c’è chi [legge] in vista della disputa contro gli eretici, e c’è chi [legge] quando si attiva in lui la passione di insegnare, che poi, a dire il vero, è vanagloria. Se l’intelletto legge con uno o con tutti questi scopi, guarda ancora all’esterno. Cos’è il richiesto al solitario? Quale sia la spiegazione di una certa parola o quale sia la comprensione di questa frase? Avanza e levati nel luogo della conoscenza, e non porti alcuna domanda su di lei! Se invece ti domandi [qualcosa] su di lei, significa che ti trovi fuori dal luogo che le è proprio. Infatti, non è che l’occhio del corpo domandi e [poi] veda il sole, né che l’occhio dell’intelletto investighi e in seguito veda la conoscenza spirituale, ma, come l’occhio il sole, si imbatte nella sua visione e ne brilla. […]. 67. Al solitario basta solo meravigliarsi della frase della Scrittura. Se si tratta di un comandamento lo osservi; se è una storia conosca da chi è narrata e a proposito di chi, e [questo] gli basti; se poi è una parabola non si permetta di spiegarla; se è un mistero gli basti conoscerlo, senza svelarlo. Le parole delle Scritture infatti vertono su questi temi: o parlano della divinità o predicano a proposito dell’attività [divina] o mostrano la provvidenza o svelano il giudizio o annunciano la venuta del Figlio di Dio o narrano la storia di uomini retti o sono comandamenti contro le malvagità. Da ciascuna di queste [ultime] è giusto che il [solitario] estragga tutti i comandamenti e li metta in atto. Quelle [parole delle Scritture che vertono] sull’attività [di Dio], sulla provvidenza e sul giudizio le consegne al silenzio, affannandosi invece per la salute dell’anima. 68. Dalle Scritture possiamo solo ricevere una parola a proposito di queste [realtà], non la loro conoscenza, perché tutte le parole delle Scritture sono affidate all’ascolto della fede […].

 

 

Testo tratto da Filosseno di Mabbug, Vivere è Cristo. Lettera a Patrizio, a cura di GianMarco Tondello, Qiqajon, Magnano (BI) 2019, 138-139.